Atto terzo

 

Scena prima

Riviera del porto d'Alessandria illuminata in tempo di notte, dove segue battaglia navale, e terrestre. Con Popolo spettatore.
Cleopatra. Tolomeo in abito guerriero sopra armate navi.

 Q 

popolo, Cleopatra, soldati di Cleopatra, Cornelia, Tolomeo, soldati di Tolomeo

 

CLEOPATRA

Seguaci campioni,  

è tempo di guerra.

Al suon della tromba

il mar già rimbomba,

già freme la terra.

Seguaci campioni,

è tempo di guerra.

 

TOLOMEO

Impugni la destra

il brando guerriero.

Sia pronta alle voci

di tromba feroci

con l'asta, ch'afferra.

Impugni la destra

il brando guerriero.

 

TOLOMEO

(sbalzando nella nave di Cleopatra)  

Cedi, o femmina altera.

CLEOPATRA

Non cederò.

TOLOMEO

Sei vinta, e prigioniera.

 
Qui segue la battaglia in terra tra Soldati di Cleopatra, e di Tolomeo.
 

Scena seconda

Tolomeo, che sbarca con tutte le sue Genti. Cleopatra prigioniera con molti altri Cavalieri suoi confederati. Nireno.

<- Nireno, guardie

 

TOLOMEO

Vinta cadesti. Al balenar di questo  

mio fulmine real, lampo guerriero

sì memorabil notte

più illustre assai si rese,

che allo splendor di tante faci accese.

CLEOPATRA

Tolomeo non mi vinse,

mi tradì quella cieca,

che tiran ti protegge

senza onor, senza fede, e senza legge.

TOLOMEO

Olà. Sì baldanzosa

del vincitor al riverito aspetto?

S'incateni costei.

CLEOPATRA

Empio! Crudel! Ti puniranno i dèi.

 

Scena terza

Cornelia, che in abito guerriero, e coperta d'elmo sbalza fuori della schiera de' Cavalieri prigionieri di Cleopatra. Detti.

 

CORNELIA

Ferma o tiran, che non dée star tra ceppi  

quel piè, che nacque a calpestar il soglio.

TOLOMEO

Chi se' tu, che sì ardito

t'opponi a un re con temerario orgoglio?

CORNELIA

Io mi son un, che pone

nella spada ogni legge, ogni ragione.

TOLOMEO

(levando l'elmo a Cornelia)

Cavaliero fellon, leva quell'elmo.

NIRENO

(Ohimè! La scopre.)

CLEOPATRA

Avverso ciel.

 

TOLOMEO

Che veggo?  

Questa è Cornelia. E come

uscì fuor della reggia in questi arnesi?

NIRENO

Placa l'ira, o signor. Costui, che porta

nella tenera imago

di Cornelia l'effige, il volto vago,

con quella s'introdusse

dentro la reggia. E cavalier romano

Scipion s'appella, è suo minor germano.

TOLOMEO

Oh come porta in volto

il volto di colei, che il cor m'ha tolto.

Si trattenga il guerrier.

CORNELIA

Stelle! Che fia?

NIRENO
(piano a Cornelia)

Deh taci! Non dir altro.

(Quanto giova alle volte un paggio scaltro.)

TOLOMEO

Costei, che per germana aborro, e sdegno,

si conduca alla reggia, io colà voglio.

Che ad onta del suo ardire

genuflessa m'adori a piè del soglio.

CLEOPATRA

Senti, barbaro, senti. Io dalla sorte

vedrò domato il tuo superbo orgoglio.

 

La fortuna è una sirena.  

Ci lusinga, e ci tradisce.

Con l'inganno ci ferisce,

prima alletta, e poi dà pena.

La fortuna è una sirena.

Cieca sorte è una tiranna.

Ci dà morte con l'amplesso,

il diadema bene spesso

cangia in ceppo, ed in catena.

Cieca sorte è una tiranna.

guardie, Cleopatra ->

 

Scena quarta

Tolomeo, Cornelia, Nireno.

 

TOLOMEO

Odi, o Scipione. In questa man reale  

sta chiusa la tua sorte.

Cornelia, tua germana

prigioniera è d'un re. Se ti dà core

di far, che in questa notte

volontaria m'accolga entro il bel seno,

a momenti vedrai

ciò, che per te sa far un dio terreno.

NIRENO
(piano a Cornelia)

Di secondar tu fingi 'l suo desire.

CORNELIA

M'adoprerò per compiacerti, o sire.

TOLOMEO

Niren dentro la reggia

ti servirà di guida.

NIRENO

Obbedirò, signore.

(Folle colui, che di garzon si fida.)

TOLOMEO

Vieni, procura, e prega.

A intercessor, che può, nulla si niega.

 

Chi mi dona un bel sen, mi dona un mondo.  

Una donna, che sia bella,

stimo più d'ogni tesoro.

E fra tutte assai più quella,

nel cui sen diluvia l'oro

d'un capel sottil, e biondo.

Chi mi dona un bel sen, mi dona un mondo.

Più del sole stimo ognuna.

Ogni bella più d'ogni astro.

Stimo più d'ogni fortuna

un bel petto d'alabastro,

nel cui latte mi confondo.

Chi mi dona un bel sen, mi dona un mondo.

Sfondo schermo () ()

Tolomeo, soldati di Tolomeo, soldati di Cleopatra, popolo ->

 

Scena quinta

Cornelia, Nireno.

 

CORNELIA

Amico, se in virtude  

dell'opra tua restò il tiran deluso,

io di avanzar prometto

le tue fortune alla romana corte.

Seguimi a Roma.

NIRENO

Vengo.

Spesso cangiando ciel si cangia sorte.

 

CORNELIA

Sin che il fato sì crudo sarà,  

penerò,

languirò,

ma quest'alma giammai cederà,

sin che il fato sì crudo sarà.

 

Scena sesta

Curio, Giulio Cesare inosservati. Achilla steso sul margine del porto mortalmente ferito. Cornelia, e Nireno in atto di partire.

<- Curio, Giulio, Achilla

 

GIULIO

All'ondoso periglio  

tolto, o signor, sull'arenoso piano

io ti depongo imperator romano.

Egitto traditor! Rege inumano!

ACHILLA

Hai vinto, o fato.

CORNELIA

Quai tronche voci?

ACHILLA

Avete vinto, o stelle.

CURIO

Due guerrieri, o signor.

GIULIO

Taci. In disparte

de' loro accenti al suono

udir potremo, e penetrar chi sono.

(si ritirano in disparte)

CORNELIA

È questi Achilla in mezzo al sen piagato.

CURIO

Achilla è il moribondo?

NIRENO

Amico, amico.

ACHILLA

O cavalier ignoto,

che con voci d'amico

articoli 'l mio nome,

deh se fia mai, che ti conceda il fato

di favellar un giorno

alla bella Cornelia, al sol di Roma,

dille, che quell'Achilla,

che consigliò del gran Pompeo la morte...

CORNELIA

Ah scellerato!

GIULIO

Ah iniquo!

ACHILLA

Che per averla in moglie

contro Cesare ordì l'alta congiura.

CURIO

Ah traditor!

GIULIO

Fellone!

ACHILLA

Sol per cagion di vendicarsi un giorno

contra il re Tolomeo

giunse in tal notte a spirar l'alma in guerra.

Questo sigil tu prendi.

Nel più vicino speco

cento armati guerrieri

a questo segno ad ubbidir stan pronti.

Con questi puoi per sotterranea via

penetrar nella reggia. E in breve d'ora

torre all'empio Cornelia,

e insieme far, che vendicato io mo... ra.

(spira)

 

NIRENO

Spirò l'alma il fellon.  

CORNELIA

Tu scagli 'n tanto

il cadavere indegno

del traditor nell'onde.

Achilla ->

 

Scena settima

Giulio Cesare, che rapisce il sigillo a Cornelia. Curio. Nireno.

 

GIULIO

Lascia questo sigillo.  

CORNELIA E NIRENO

Oh dèi!

GIULIO E CURIO

Che veggio?

GIULIO

Dormo?

NIRENO

Veglio?

GIULIO

Son desto?

CURIO

Amor, vaneggio?

CORNELIA

Signor.

GIULIO

Cornelia.

CURIO

Ella è pur d'essa?

CORNELIA

E come

vivo, o Cesar, e illeso

ti sottrasti alla parca?

GIULIO

Tra l'ondose falangi

io per aprirmi 'l varco

feci notando al lido

del piede un dardo, e delle braccia un arco.

NIRENO
(a Cornelia)

Lo preservò per tua fortuna il cielo.

GIULIO

Ma tu come in tal spoglia

t'involasti al tiran? Come fuggisti?

CORNELIA

In sembianza d'eunuco

ricorro a Cleopatra. In tua vendetta

in abito guerrier seco mi vesto.

In marzial conflitto

del tiran prigioniera, ella rimane

ed io tolta al periglio

sospiro (ahi lassa!) in suo poter il figlio.

GIULIO

Non ti turbar, co' le più sciolte schiere

mi porterò alla reggia.

Io m'aprirò con tal sigil l'ingresso.

O che terrò alla sorte

Sesto, e Cleopatra, o incontrerò la morte.

 

In difesa d'un sembiante  

mi farò veder amante.

Avrà il piede scatenato,

chi mi stringe questo core

dentro il carcere dorato

d'un volume sfavillante.

In difesa d'un sembiante

mi farò veder amante.

Giulio ->

 

Scena ottava

Curio. Cornelia.

 

CURIO

Cornelia, or di che spada  

armi 'l fianco amoroso, e di lorica

copri le membra tenere

di Pallade in sembianza è la mia Venere.

CORNELIA

Tali accenti sopprimi.

Ogni amoroso ardor risolvi 'n cenere.

Mai più, mai più Cupido

di nodo marital m'avrà in catena.

Amar per pianger sempre è una gran pena.

 

Voglio perder questo core,  

se mai più mi lega amore.

Egli 'n van m'attende al varco,

tende invan per me su l'arco

l'aureo stral colmo d'ardore.

Voglio perder questo core.

Cornelia ->

 

Scena nona

Curio. Nireno.

 

CURIO

O d'implacabil alma  

sovr'umana bellezza!

NIRENO

Curio, non istupir, se ti disprezza.

 

Non hai volto, che innamori.  

Tu non hai labbra vezzose,

né pupille sì amorose,

che impiagar possino i cori.

Non hai volto, che innamori.

Nireno ->

 

Scena decima

Curio.

 

 

Gradimento di fede in fin che trovo,  

io pregherò ciascuna. I miei pensieri

rivolgerò a' più soli in più sembianti

elitropi amorosi, e Clizie amanti.

 

Non diran tutte di no.  

Sin che trovo una pietosa,

che non sia meco ritrosa

cento donne io pregherò.

Non diran tutte di no.

Sin che trovo un bel sembiante,

che m'accetti per amante

mille belle adorerò.

Non diran tutte di no.

Curio ->

 
 

Scena undicesima

Stanze reali.
Cleopatra. Sesto.

 Q 

Cleopatra, Sesto

 

CLEOPATRA

La speranza mi parla nel core,  

e mi dice, ch'avrò libertà.

La sua rota

sì fissa, ed immota

la fortuna non sempre averà.

La speranza mi parla nel core,

e mi dice, ch'avrò libertà.

 

SESTO

Libertà ti promette la sorte,

e mi dice, che l'empio cadrà.

Questa mano

regnante inumano

al tuo piede svenato darà.

CLEOPATRA E SESTO

La speranza mi parla nel core,

e mi dice, ch'avrò libertà.

 

CLEOPATRA

Sesto, sarà tua gloria  

troncargli co' lo stame ogni vittoria.

 

Scena dodicesima

Rodisbe tutta anelante. Detti.

<- Rodisbe

 

RODISBE

Cleopatra, Sesto (oh dio!)  

vincitor Tolomeo

Marte già abbandonò. Campion d'amore

lasciò l'aste pugnaci

e al campo del tuo volto

s'en viene per trattar l'armi de' baci.

 

CLEOPATRA

Se vezzi, ed amori  

tu finger saprai,

quel mostro de' cori

svenato vedrai.

Se brami vendetta,

un bacio, che alletta,

tu finger dovrai.

Quel mostro de' cori

svenato vedrai.

Se frodi, ed inganno

tu finger saprai,

trafitto il tiranno

al suolo vedrai.

Il cor d'ogni pena,

il piè de' catena

disciolto averai.

Quel mostro de' cori

svenato vedrai.

Cleopatra ->

 

Scena tredicesima

Sesto. Rodisbe.

 

SESTO

Venga il crudel! L'attenderò in disparte.  

RODISBE

In altra parte io corro.

Cadrà in tal di questo tiran, che aborro.

(parte)

Rodisbe ->

 

SESTO

Non mi perdo di speranza.  

Il suo verde m'alimenta,

e sostenta

immortal la mia costanza.

Non mi perdo di speranza.

(si ritira in disparte)

Sfondo schermo () ()

 

Scena quattordicesima

Tolomeo, che incontrata Rodisbe la riconduce seco. Dopo Sesto.

<- Tolomeo, Rodisbe

 

TOLOMEO

Rodisbe.  

RODISBE

(Oh me infelice!)

TOLOMEO

Placasti ancor l'idolo mio superbo?

RODISBE

Mio sire, a queste stanze

volgesti 'n vano il passo.

Ha nel tenero seno un cor di sasso.

TOLOMEO

Scipione, suo germano

saprà placar.

 

SESTO

(che sbalza fuori)  

Chi placherà, inumano?

TOLOMEO

Te, mio bel sol.

SESTO

Non t'accostar.

(qui Sesto si lascia cader la gonna, e si fa veder armato di spada)

TOLOMEO

Che veggo?

Io son tradito.

RODISBE

Il ciel gli assista.

SESTO

Io sono

quel Sesto, o traditor, che nel tuo seno

sa far le sue vendette. Empio, ti sveno.

(mentre Sesto sfodera la spada, Tolomeo s'avanza, e d'improvviso lo afferra)

TOLOMEO

Contra d'un re? Garzon superbo, ardito

cedi quel brando.

RODISBE

Ohimè! Lo atterra.

SESTO

Iniquo ti svenerò.

(Tolomeo sottopone Sesto, a cui leva la spada)

TOLOMEO

Morrai sotto il mio piede,  

o scellerato Sesto.

 

Scena quindicesima

Mentre Tolomeo sta in atto di trafigger Sesto, sopraggiunge Curio, che d'improvviso gli leva il brando. Detti.
Dopo ad un tocco di tromba Giulio Cesare con numerose Schiere.

<- Curio

 

CURIO

Ferma, o fellon. T'inganni.  

Sesto non morirà.

TOLOMEO

Che miro?

SESTO

O sorte!

RODISBE

Quai stravaganze, o cieli!

(qua s'ode la tromba)

TOLOMEO

Ma qual fragor?...  

 

<- Giulio, schiere di Giulio Cesare

GIULIO

Di Cesare all'aspetto  

spoglia omai, traditore

del diadema real quelle tue chiome.

(gli getta di capo la corona reale)

Di re tu porti indegnamente il nome.

TOLOMEO

Cesare vive? Ah traditor. Achilla!

GIULIO

Vieni. Seguimi, o Sesto.

Ti renderò alla madre, all'aureo soglio

innalzerò Cleopatra, e voi, mie schiere,

incatenate il re fellon. Lo voglio

dall'aquila romana

divorato Prometeo in Campidoglio.

(parte)

Giulio ->

 

SESTO

Empio titan cadesti pur dal soglio.  

(segue Cesare)

Sesto ->

 

TOLOMEO

(mentre vien incatenato)  

Perfidissimi dèi!

RODISBE

Strani accidenti.

CURIO

Così sa Giulio Cesare in Egitto

vendicar o fellone i tradimenti.

 

Al traditor il tradimento è pena.  

Con frodi, ed inganni

mai stabil non è

fortuna mortale,

o scettro di re.

Sovente a' tiranni

il scettro reale

si cangia in catena.

Al traditor il tradimento è pena.

Curio, schiere di Giulio Cesare ->

 

Scena sedicesima

Tolomeo incatenato. Rodisbe.

 

TOLOMEO

Fortuna, che m'atterri,  

le tue strane vicende in me contempla.

Ieri re al trono, ed oggi reo tra ferri.

 

RODISBE

Non te 'l dissi, figlio mio,  

ch'eri troppo lascivetto.

Cieco amor ti bendò i lumi.

T'han punito i giusti numi.

Ora va'. Fa' il superbetto.

Non te 'l dissi, figlio mio,

ch'eri troppo lascivetto.

(parte)

Rodisbe ->

 

TOLOMEO

Ah giusto è ben nel mio infelice stato,  

che sieno uniti insieme

destin di pietà nudo, e re spogliato.

 

Crudo ciel, spietata sorte,  

senza legge, e senza fede!

O voi datemi la morte,

o sciogliete questo piede.

 
 

Scena ultima

Salone reale.
Giulio Cesare. Cleopatra. Cornelia. Curio. Sesto.

 Q 

Giulio, Cleopatra, Cornelia, Curio, Sesto

 

CLEOPATRA

Dolce fiamma del mio seno,  

sleghi 'l piè ma non il core.

GIULIO

In quegli occhi...

CLEOPATRA

In sì bel volto...

CLEOPATRA E GIULIO

Porti l'arco,

sta raccolto

ogni stral del dio d'amore.

 

CLEOPATRA

Cornelia.  

CORNELIA

Alta reina.

CLEOPATRA

Io pur t'abbraccio in libertà col figlio.

SESTO

Madre, da Curio solo

riconosco la vita.

CURIO

Altra mercede,

che il nodo marital, Curio non chiede.

CORNELIA

Or, che del gran Pompeo

vendicata è la morte,

ecco la destra, e con la destra il core.

CURIO

Io son beato, io son felice, amore.

GIULIO

Bellissima Cleopatra,

quel diadema, che miri, a te s'aspetta.

Tu con lo stesso crine

regina dell'Egitto

darai norma alle genti, e legge al trono.

CLEOPATRA

Cesare, questo regno è sol tuo dono.

GIULIO

Quel d'Arianna è in cielo,

io di corona in vece

poter vorrei quella sua fronte in terra

incoronar di stelle.

(Amor, chi vide mai guance più belle?)

CLEOPATRA

Tributaria regina

imperator t'adorerò di Roma.

(Amor, chi vide mai più bella chioma?)

 

Ho un'alma, che brilla,  

ho un core, che ride.

Pupilla sì bella

e un sole, una stella,

che al regno m'arride.

Ho un'alma, che brilla,

ho un core, che ride.

 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Riviera del porto d'Alessandria illuminata in tempo di notte.

popolo, Cleopatra, soldati di Cleopatra, Cornelia, Tolomeo, soldati di Tolomeo
 

(Cornelia in abito guerriero, e coperta d'elmo; battaglia navale, e terrestre)

Cleopatra e Tolomeo
Seguaci campioni

Cedi, o femmina altera

popolo, Cleopatra, soldati di Cleopatra, Cornelia, Tolomeo, soldati di Tolomeo
<- Nireno, guardie

(Cleopatra e Cornelia prigioniere con molti altri)

Vinta cadesti. Al balenar di questo

Ferma o tiran, che non dée star tra ceppi

(Tolomeo leva l'elmo a Cornelia)

Che veggo? Questa è Cornelia

popolo, soldati di Cleopatra, Cornelia, Tolomeo, soldati di Tolomeo, Nireno
guardie, Cleopatra ->

Odi, o Scipione. In questa man reale

Cornelia, Nireno
Tolomeo, soldati di Tolomeo, soldati di Cleopatra, popolo ->

Amico, se in virtude

Cornelia, Nireno
<- Curio, Giulio, Achilla

(Curio e Giulio Cesare inosservati, Achilla morente)

All'ondoso periglio

(Achilla spira)

Spirò l'alma il fellon

(Nireno scaglia Achilla nell'onde)

Cornelia, Nireno, Curio, Giulio
Achilla ->

Lascia questo sigillo

Cornelia, Nireno, Curio
Giulio ->

Cornelia, or di che spada

Nireno, Curio
Cornelia ->

O d'implacabil alma

Curio
Nireno ->

Gradimento di fede in fin che trovo

Curio ->

Stanze reali.

Cleopatra, Sesto
 

Sesto, sarà tua gloria

Cleopatra, Sesto
<- Rodisbe

Cleopatra, Sesto (oh dio!)

Sesto, Rodisbe
Cleopatra ->

Venga il crudel! L'attenderò in disparte

Sesto
Rodisbe ->

(Sesto si ritira in disparte)

Sesto
<- Tolomeo, Rodisbe

Rodisbe / Oh me infelice!

(Sesto sbalza fuori)

Chi placherà, inumano?

(Tolomeo sottopone Sesto, a cui leva la spada)

Morrai sotto il mio piede

Sesto, Tolomeo, Rodisbe
<- Curio

(Curio d'improvviso leva il brando a Tolomeo)

Ferma, o fellon. T'inganni

(qua s'ode la tromba)

Ma qual fragor?

Sesto, Tolomeo, Rodisbe, Curio
<- Giulio, schiere di Giulio Cesare

Di Cesare all'aspetto

Sesto, Tolomeo, Rodisbe, Curio, schiere di Giulio Cesare
Giulio ->

Empio titan cadesti pur dal soglio

Tolomeo, Rodisbe, Curio, schiere di Giulio Cesare
Sesto ->

(Tolomeo vien incatenato)

Perfidissimi dèi!

Tolomeo, Rodisbe
Curio, schiere di Giulio Cesare ->

Fortuna, che m'atterri

Tolomeo
Rodisbe ->

Ah giusto è ben nel mio infelice stato

Salone reale.

Giulio, Cleopatra, Cornelia, Curio, Sesto
 
Cleopatra e Giulio
Dolce fiamma del mio seno

Cornelia / Alta reina

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena ultima
Campagna d'Egitto flagellata dai raggi del sole con antico ponte di pietra sopra un ramo del Nilo. Sala di Cleopatra. Quartieri del campo cesareo con urna in mezzo sopra eminente cumulo di trofei guerrieri. Atrio del palazzo reale de' Tolomei. Galleria con spinetta. Giardino del serraglio, dove corrisponde quello delle fiere. Loco di delizie. Bagni del serraglio. Riviera del porto d'Alessandria illuminata in tempo di notte. Stanze reali. Salone reale.
Atto primo Atto secondo

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