Atto secondo

 

Scena prima

A sinistra il palazzo di Manfredo. Guardie alla porta e altre Sentinelle all'intorno. A destra tempio, botteghe varie, e tende nel fondo, che servono a vendita di vino.
Corpi di Soldati che tornano a' propri quartieri. Cittadini con daga e spada, Artieri con arme, Popolani, Pescatori. Soldati, che a vari gruppi fra loro discorrono, s'avanzano e s'uniscono in un

 Q 

guardie, sentinelle, soldati, cittadini, artieri, popolani, pescatori

 
[N. 13 - Coro d'introduzione e Aria, Recitativo e Aria di Viscardo]

 N 

CORO

Vittoria! ~ Siracusa!  

Bel piacer il ritornar

a' suoi letti fra gli allor!

Salutare ed abbracciar

i compagni vincitor!

Di sorprenderci credé

il nemico in buona fé...

ma sorpreso si trovò...

da leoni si pugnò...

Eh! con noi, con tali eroi

è la patria salva ognor!

Viva ai prodi! Gloria! e onor!...

Festeggiar un sì bel dì

Siracusa ognor vorrà,

che di gloria ci coprì...

che la storia eternerà.

E Agrigento! ~ che terror...

che rossor! là vi sarà!

Vedrem poi se avrà l'ardir

di tornarci ad assalir!...

Eh!... con noi, con tali eroi...

la vittoria è certa ognor.

Viva ai prodi! Gloria! onor!

 

 

Ed ora di gloria, di gioia fra i canti,  

sì bella vittoria, superbi, esultanti,

andiamo a celebrar al suono dei bicchier.

Sì: andiamci a ristorar a un'ora di piacer.

(si dividono per varie tende, e recansi bicchieri, ecc.)
 

Scena seconda

Viscardo, dalla parte del tempio.

<- Viscardo

 

VISCARDO

Compita è omai la giusta  

e terribil vendetta.

Perì quel vil Brunoro;

Bianca, sei vendicata.

A Isaura, ch'iva al tempio, in sul mattino,

poche note per te, mio ben, fidai.

Quando più rivederti io potrò mai?

 

Fu celeste quel contento  

che al tuo seno un dì m'univa,

ma qual onda fuggitiva

fu la gioia dell'amor.

Deh! ci torni amica sorte

a quei giorni, che ci ha tolti:

palpitare ancora ascolti

sul mio core il tuo bel cor!

 

CORO

Viva ai prodi! alla gloria!... all'onor!

Viva Bacco... la gioia, e l'amor.

 

Scena terza

Dal palazzo s'odono voci lamentevoli: escono poi Dame e Damigelle desolate, piangenti, avviandosi verso il tempio.

<- dame, damigelle

 

DONNE

Oh sciagura! Atro giorno! Infelice!  

UOMINI

(accorrendo)

E che avvien?

DONNE

Non più gioia... non canti!

UOMINI

Ma da che tanto affanno... que' pianti?

DONNE

Bianca...

(Viscardo al nome di Bianca sarà accorso, in agitazione ad ascoltare)

DONNE

...ohimè!... Bianca... adesso... morì.

VISCARDO

Bianca!... Come! Che dite?...

DONNE

Repente

d'una sincope colpo violente

di Manfredo nel sen la rapì.

VISCARDO E CORO

Fiera sorte! Terribile dì!

(immoti)

VISCARDO
(desolato)

(Bianca mia! la mia Bianca perì!)

CORO

Tanto bella... sì pia... nostr'amore!...

Oh dolore perire così!

 

VISCARDO

Or sei pago avverso fato  

se m'hai tolta ogni speranza,

nella vita che m'avanza

solo io resto a sospirar!

Ma paventi un disperato

chi ti spinse all'ultim'ora,

troppo o Bianca t'amo ancora

perch'io t'abbia a vendicar!

(s'allontana desolatissimo)

 

CORO

Perché tutto ciel tiranno

ci condanni a sospirar.

 
(il coro si disperde, le donne e i cittadini entrano nel tempio)

soldati, artieri, popolani, pescatori, dame, damigelle, cittadini ->

 
 

Scena quarta

Ricinto remoto attiguo al palazzo di Manfredo, sparso di cipressi e salici, chiuso da alto muro con merli, coperto in parte da edere. Si vedono elevate varie tombe dei conti di Siracusa. Alla sinistra una parte esterna di tempio. Un monumento alla destra appoggiato al muro, con porta di bronzo e gradinata. Due piedestalli con urne. Presso al monumento porta, per cui dal palazzo s'entra nel ricinto. La scena è rischiarata da tramonto.
Manfredo esce dalla porta del monumento a destra. La chiude con chiave che ripone. Si arresta ed osserva all'intorno.

 Q 

(nessuno)

<- Manfredo

 
[N. 14 - Gran scena]

 N 

MANFREDO

Sacro alla pace degli estinti... Augusto  

e terribil soggiorno,

dopo tanti e tant'anni a te ritorno.

E con qual core! Ed a qual fin: ben degno

di voi, grand'avi miei, di voi che inulto

mai soffriste l'insulto.

Sola è del mio rossor, di mia vendetta

conscia Elaìsa...

(gravi e lenti colpi di campana)

MANFREDO

Squilla

di morte!... ohimè! L'intendo.

Là... da quel tempio sento

un mistico concento...

(preludio d'istrumenti dal tempio indi cantato dalle vergini ivi raccolte, odesi)
 

CORO

Alla pace degli eletti,    

che prometti a' tuoi fedeli,

in tua gloria, là ne' cieli,

Bianca a te, gran dio! volò.

A noi l'angelo fu in vita

di pietà, conforto, aita.

N'ami in ciel, cui la richiami,

come in terra ognor ci amò.

S

 

MANFREDO

E pace là s'implora  

per lei... che mi tradiva...

che punii, finsi estinta... e vive ancora.

Perché fremo? Qual gelo

or mi colpisce! Il cielo

forse... sì. Se un sospetto!...

E se il mio cieco affetto!...

E se un delitto!... il mio

colpevol cor! l'eternità! gran dio!

(è colpito: si volge al cielo, giunge le mani e cade ginocchioni)

 

Alla pace degli eletti  

aspirar io più non oso.

Troppo, troppo, o dio pietoso,

il mio core t'oltraggiò.

Ai pentiti ognor perdoni...

tua pietà non abbandoni.

Io t'imploro col mio pianto...

ah! pietà... perdono avrò.

(rimane prostrato, volto al cielo compunto)

 

Scena quinta

Voci al di fuori. Manfredo si scuote, e schiude la porta. Entrano Gentiluomini, Dignitari, Cavalieri armati.

<- gentiluomini, dignitari, cavalieri

 

CORO

O Manfredo! Manfredo!  

MANFREDO

I miei fidi!

Lor s'asconda l'interno terror.

CORO

Lascia omai quest'asilo di morte:

giusto duol vinca l'alma tua forte.

Te reclaman lo stato, la gloria;

lascia i mirti: t'appresta agli allor.

Vinta appien non è ancora Agrigento.

Tradimento può sorgere ancor.

Su i nemici novella vittoria

ti consoli dal pianto d'amor.

MANFREDO

Tremi, cada l'altera Agrigento,

doma alfine dal nostro valor.

Alla voce di patria, di gloria,

si raccende, s'esalta il mio cor.

Per la gloria, sfidando il cimento,

bella è morte sul campo d'onor.

(E al ritorno da bella vittoria

mi consoli il sorriso d'amor.)

(parte col coro dalla gran porta)

Manfredo, gentiluomini, dignitari, cavalieri ->

 

Scena sesta

Dopo qualche momento Elaìsa dalla gran porta che rinserra.

<- Elaìsa

 
[N. 15 - Scena e Duetto]

 N 

ELAÌSA

Si compia il giuramento.  

Reggetemi al terribile cimento,

padre mio... sacra effigie!

(baciando l'effigie che cava dal seno, e ripone)

Ecco la tomba

che m'accennò Manfredo. Oh sventurata!

sventurata! Ella è amata.

Schiudasi.

(con una chiave apre il monumento e si ritira)

 

Scena settima

Bianca, in candida veste, si presenta sulla soglia: osserva, poi scende ansiosa di sorpresa e di gioia. Elaìsa in disparte.

<- Bianca

 

BIANCA

Ah! l'aria ancora!  

Il ciel!... Libertà!... Vita!...

(si prostra)

Dio di pietà!

(si rialza)

Come, da chi l'aita?

Dove, e... Ah!...

(volgendosi si trova in faccia d'Elaìsa)

ELAÌSA

(con dolcezza)

Non mi fuggite.

(stendendole la destra)

La vostra mano...

BIANCA

A voi? che qui venite?...

ELAÌSA
(marcata)

A salvarvi.

BIANCA
(colpita)

A salvarmi!

ELAÌSA

Sì: vi rendo

la mercé che giurai dentro al mio core,

allor che mi salvaste il genitore,

su quest'effigie. Ch'ella vi protegga...

Io vi dicea:

(solennemente)

v'è dio...

e vi protegge.

BIANCA
(incerta, timida)

E credere degg'io?...

E Manfredo!

ELAÌSA

In me fida. Ei di pugnale

estinta vi volea.

Presso lui, sì geloso, vi fe' rea

quel foglio a voi diretto

da... chi v'ama, e intercetto

dal perfido Brunoro,

che spirò pria di palesarlo.

BIANCA

E moro:

perché svelarlo anch'io ferma negai.

ELAÌSA

Morte a lui di veleno io consigliai,

onde evitar complice vile.

BIANCA

(turbandosi)

E voi?...

ELAÌSA

Me qui inviò a suadervi pe 'l veleno...

(cava un'ampolla d'argento)

BIANCA

E quel dunque!

ELAÌSA

È un narcotico sì forte,

che in sonno, pari a quello della morte,

v'addormenta tant'ore. Lo berete

quando riede Manfredo.

BIANCA
(agitata)

E poi?...

ELAÌSA
(marcata)

Di tutto

ebbi... ed avrò pensier. Vi presta il cielo

il suo favore. A vita tornerete...

BIANCA

(con gioia, e rapidamente)

E Viscardo!

ELAÌSA

(non contenendosi)

Viscardo!... Ah!...

BIANCA

(triste, timida)

Voi fremete!

 

ELAÌSA

Oh! qual nome pronunciaste!...  

in qual loco!... in quai momenti!

Da un oblio mi ridestaste,

che assopiva i miei tormenti.

Il mio cor batteva appena...

(triste)

Era face sul morir...

(con estrema agitazione)

A quel nome in ogni vena

tornò il sangue a ribollir.

BIANCA

Perdonate... oh!... perdonate

all'incauto ardente core.

Voi la vita mi salvate...

e scordava il vostro amore.

Generosa mia rivale,

veggo il vostro rio martir...

Io vi sono ben fatale!...

non vogliatemi aborrir...

ELAÌSA E BIANCA

Sì... martir cui non v'è uguale...

è più atroce del morir.

Io vi sono ben fatale!...

Deh! lasciatemi morir...

ELAÌSA

Voi morire! Voi amata!

Io sol debbo... e vuò morir.

(piangente)

BIANCA

(osservandola con compassione)

Voi piangete! oh sfortunata!

Pianto a pianto voglio unir.

ELAÌSA E BIANCA

Dolce conforto al misero

che geme ~ senza speme,

accorda il ciel! le lagrime

nelle sciagure estreme...

più dolci allor che spargonsi

in sen dell'amistà.

(si stringono al seno)

Oh! piangi... piangi, abbracciami,

io scordo il mio tormento.

È un raggio di contento...

nel cielo è una bontà.

 
(Elaìsa ricade in cupa riflessione)
 
[N. 16 - Scena e Terzetto, Finale II]

 N 

BIANCA

Viscardo!...  

ELAÌSA

Il rivedrete.

(con fermezza)

Felice passerete

dal seno della morte

a quello dell'amor.

BIANCA

(con gioia)

Sì bella ancor mia sorte!

E voi!

ELAÌSA

(marcata)

Per me è deciso.

Non resta più...

BIANCA

(con affanno)

Che!

ELAÌSA

(deliberata)

Morte.

BIANCA

Ah!

(odesi un colpo alla gran porta di fuori)
 

ELAÌSA

Manfredo. Ecco il momento.  

(va ad aprire)

BIANCA

Io più non lo pavento.

 

Scena ottava

Manfredo, Elaìsa, e Bianca.

<- Manfredo

 

MANFREDO
(ad Elaìsa)

Ebben! che n'otteneste?  

ELAÌSA

Ella il velen berrà.

MANFREDO

E il nome del reo complice!...

 

 

Quel sangue... quel vorrei.  

(a Bianca)

Lunge, in un chiostro, incognita

te viver lascerei.

(con fuoco)

Quel nome!...

BIANCA

(decisa)

Mai, mai, barbaro,

saperlo tu potrai.

Io sola... Io sola vittima...

MANFREDO

(fiero)

Sì lo precedi omai.

MANFREDO

A te il veleno... o perfida,  

ch'io esulti al tuo morir;

mi vendichi terribile

l'estremo tuo sospir.

Invan sottrar chi adori

tu speri a' miei furori.

Egli cadrà mia vittima,

io lo saprò scoprir.

(La speme di quest'anima,

amore, non tradir.)

ELAÌSA
(a Manfredo)

Conforto me alla misera

lasciate in suo morir.

La vostra sorte intrepida

pensate ora a compir.

Terribile è il dolore

d'un disperato amore;

e in suo furor la vittima

non tarderà a colpir.

(Cela i trasporti... frenati,

cor mio non ti tradir.)

Insieme

BIANCA

A me il veleno... intrepida

non temo del morir.

Me adesso credi misera...

or cesso di soffrir.

Te lascio nel terrore

del mio vendicatore.

Ei non sarà tua vittima...

ei te saprà punir.

(Cela i trasporti... frenati,

cor mio, non ti tradir.)

Sfondo schermo () ()

 

ELAÌSA

Conforto me alla misera

lasciate in suo morir.

 
Bianca beve dall'ampolla che le porse Elaìsa, la gitta, freme, vacilla, e cade in braccio di Elaìsa sui gradini del monumento.

Manfredo ->

Manfredo parte con gioia feroce.
 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Piazza, a sinistra il palazzo di Manfredo; a destra tempio, botteghe e tende nel fondo, che servono a vendita di vino.

guardie, sentinelle, soldati, cittadini, artieri, popolani, pescatori
 

[N. 13 - Coro d'introduzione e Aria, Recitativo e Aria di Viscardo]

guardie, sentinelle, soldati, cittadini, artieri, popolani, pescatori
<- Viscardo

Compita è omai la giusta

guardie, sentinelle, soldati, cittadini, artieri, popolani, pescatori, Viscardo
<- dame, damigelle
guardie, sentinelle, Viscardo
soldati, artieri, popolani, pescatori, dame, damigelle, cittadini ->

Ricinto remoto attiguo al palazzo di Manfredo, sparso di cipressi e salici, chiuso da alto muro con merli; si vedono elevate varie tombe dei conti di Siracusa; la scena è rischiarata da tramonto.

 
<- Manfredo

[N. 14 - Gran scena]

Sacro alla pace degli estinti... Augusto

(gravi e lenti colpi di campana)

(preludio d'istrumenti indi coro dall'interno del tempio)

E pace là s'implora

(voci al di fuori)

Manfredo
<- gentiluomini, dignitari, cavalieri
Manfredo, gentiluomini, dignitari, cavalieri ->
<- Elaìsa

[N. 15 - Scena e Duetto]

Si compia il giuramento

(Elaìsa in disparte)

Elaìsa
<- Bianca

Ah! l'aria ancora!

(Bianca vede Elaìsa)

[N. 16 - Scena e Terzetto, Finale II]

(odesi un colpo alla gran porta di fuori)

Manfredo. Ecco il momento

Elaìsa, Bianca
<- Manfredo

Ebben! che n'otteneste?

Manfredo, Bianca, ed Elaìsa
Quel sangue... quel vorrei
Manfredo, Bianca e Elaìsa
A te il veleno... o perfida

(Bianca beve dall'ampolla, la gitta, freme, vacilla, e cade)

Elaìsa, Bianca
Manfredo ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava
Palazzo d'Elaìsa con scalinata; l'atrio, e i superiori appartamenti si scorgono disposti a festa notturna;... Viali ombrosi, illuminati a pallide luci. Stanza di Bianca nel palazzo di Manfredo; tavoli con doppieri a lumi accesi; un'arpa; sofà e sedie; un... Piazza, a sinistra il palazzo di Manfredo; a destra tempio, botteghe e tende nel... Ricinto remoto attiguo al palazzo di Manfredo, sparso di cipressi e salici, chiuso da alto muro con merli;... Stanza nel palazzo abitato da Elaìsa; un'alcova in prospetto chiusa da coltrinaggio; due porte laterali; una...
[N. 1 - Preludio e Coro d'introduzione] [N. 2 - Cavatina] [N. 3 - Coro e Cavatina, Recitativo] [N. 4 - Quartetto] [N. 5 - Scena e Romanza] [N. 6 - Stretta dell'introduzione] [N. 7 - Recitativo] [N. 8 - Coro di donne e Cavatina] [N. 9 - Recitativo] [N. 10 - Recitativo, Romanza e Duetto] [N. 11 - Recitativo e Duetto] [N. 12 - Scena, Quintetto e Finale I] [N. 13 - Coro d'introduzione e Aria, Recitativo e Aria di Viscardo] [N. 14 - Gran scena] [N. 15 - Scena e Duetto] [N. 16 - Scena e Terzetto, Finale II] [N. 17 - Scena e Romanza di Elaìsa] [N. 18 - Scena e Duetto finale]
Atto primo Atto terzo

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