Atto terzo

 

Scena prima

Stanza nel palazzo abitato da Elaìsa.
Un'alcova in prospetto chiusa da coltrinaggio. Due porte laterali. Una grande finestra, sedie, tavolino.
Elaìsa con capelli disciolti, seduta presso un tavolino sul quale un candelabro, con lumi accesi, due borse e uno scrignetto. Il di lei Maggiordomo all'altra parte del tavolino.

 Q 

Elaìsa, Bianca, maggiordomo

 
[N. 17 - Scena e Romanza di Elaìsa]

 N 

ELAÌSA

(scorgendo il maggiordomo)

Ah! Voi qui già stavate!  

Ed eseguiste? Tutto! È pronto il legno

che in salvo dée guidarli in altro regno!

Quell'oro... que' diamanti... consegnate

tutto a Viscardo. Io ve l'affido. Andate.

(il maggiordomo prende le borse e lo scrignetto ed esce. Ella s'alza, prende il candelabro e s'avvia all'alcova, ove si vede Bianca stesa sul letto. L'effigie sul di lei seno, contemplandola)

maggiordomo ->

 

Là posa. Bella ancora  

di morte nel pallore!

Troppo, ahi! bella pe 'l misero mio core!

(s'allontana dal letto, esce, e chiude il coltrinaggio)

Manfredo nella tomba già la crede;

cesse all'oro del guardian la fede.

Qui venne, fra le tenebre, asportata:

qui, fra poco, alla vita ridonata,

s'incontrerà in chi adora...

(con angoscia)

Ed io... allor, io!... sarò più viva allora.

(siede affannosa: si concentra)

Sì, morir. Il mio fato

sembra già pronunziato.

(s'alza agitatissima)

E s'affretti. Ma parmi...

(va all'alcova, esamina Bianca ed osservando con emozione l'effigie, la leva dal di lei seno)

Ella!... sta ancora immota.

E quest'effigie! Oh madre mia! Devota

tu l'invocasti un dì mia protettrice!

Quella non son che far dovea felice.

(s'abbandona sulla sedia)

 

Ma negli estremi istanti    

tu mi conforta almeno,

raggio di calma in seno

mi versa augusta fé.

Sia l'ultimo sorriso

di tua pietà per me,

m'attendi là in cielo

oh madre mia con te.

S

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Scena seconda

S'apre la porta a sinistra: entra Viscardo in aria smarrita, minacciosa, e chiude.

<- Viscardo

 
[N. 18 - Scena e Duetto finale]

 N 

VISCARDO

Eccola!  

ELAÌSA

(scuotendosi)

E chi? Ah! Viscardo!...

VISCARDO

Io, sì.

ELAÌSA

(fissandolo)

Cielo! Qual fremito! Qual guardo!

VISCARDO

E perché n'atterrite!

Sì pallida perché?... No, non mentite.

(tremante)

Isaura tutto udia

da quel loco ferale:

voi avete il veleno... ed io... un pugnale.

(cavandolo, e fiero)

ELAÌSA
(con passione)

Viscardo! Lo diceste!... E l'amor mio!...

e il vostro!...

VISCARDO

Io non amai

che Bianca.

ELAÌSA

Ah! tu, crudele, mi trafiggi

ora con tal parola. E cara tanto

ell'era a te?...

VISCARDO

Se m'era cara! Oh quanto!

 

 

S'io l'amava! Sciagurata!  

L'odi, e mori disperata. ~

L'adorava qual s'adora

d'un suo nume augusta imago.

Era il ciel cui aspirava...

la mia speme... il mio tesor.

E quell'angelo mi amava

quanto amar, bramar può un cor.

ELAÌSA
(con pena)

D'Elaìsa il cor giammai

dunque, ingrato, conoscesti!

VISCARDO

E che mai... che dir potresti!...

ELAÌSA
(marcata)

A mia morte lo saprai...

Forse allor ne piangerai...

Al sorriso di Viscardo

per me il cielo ognor s'apriva,

eri il sol de' giorni miei...

Nume... altare... cuor per me.

Rinunziato al cielo avrei,

là chiamata, senza te.

VISCARDO

Più non odo...

ELAÌSA

Dunque... E vuoi?

VISCARDO

A morir vi disponete.

Pochi istanti lascio a voi...

là... prostratevi... piangete...

e, sperarla se potete,

domandate a dio pietà.

ELAÌSA

E da te?... dimmi...

VISCARDO

Da me!...

Bianca l'ebbe allor da te!

Del suo tiranno a' piè cadea...

Bianca, in affanno, pietà chiedea...

veduta a piangere crudel tu l'hai...

e il cor tuo barbaro ne giubilò.

Ma tanto sangue tu verserai

per quante lacrime ella versò.

ELAÌSA

Per te d'amore solo vivea,

senza il tuo cuore morir volea,

ma di tua mano!... non lo sperai...

Nelle tue braccia forse cadrò.

Estremo accento... tuo nome udrai...

mio sospir ultimo ti volgerò.

VISCARDO

(quasi fuori di sé)

La sua spoglia!... Che ne feste?...

E dov'è?... Chi a me l'invola?...

Non sapete ch'è la sola...

sì... la sola pe 'l mio core!...

ELAÌSA

È la sola!... dio!... la sola!...

VISCARDO

Che anche morta, adorerà.

ELAÌSA

(disperata)

Vedi... io moro... il mio dolore!...

Ah! tu sei senza pietà.

Sì... lo sappi... ne fremi... delira...

Io l'odiai... t'involai la diletta,

esultai nel compir la vendetta...

Questa mano il veleno le diè.

Or la vendica... sfoga quell'ira...

chiede Bianca il mio sangue da te.

VISCARDO

Mia ragione s'offusca... delira...

dove sei!... Ti perdei... mia diletta...

triste vittima d'empia vendetta...

e ancor vive chi morte le diè!

Freno in sen non ha più la giust'ira:

abbi morte, spietata, da me.

(alza il pugnale e la ferisce)

 

ELAÌSA

(cade ferita)

Ah!... Qui... al core.  

Così bramai...

(in questo s'ode la voce di Bianca dall'alcova)

BIANCA

Viscardo! ove son io?...  

VISCARDO

(si volge)

Ah! qual voce!

BIANCA

(aprendo il cortinaggio)

Viscardo!...

VISCARDO

(accorrendo)

Ella! gran dio!

Bianca! è vero?... Tu vivi?...

Come? Da chi salvata?

ELAÌSA

Da me... per te.

BIANCA

(con raccapriccio)

Sì.

VISCARDO

(con fremito)

Ed io!... Elaìsa!... Aita!...

(s'inginocchia e sorregge Elaìsa)

ELAÌSA

(con voce che va mancando)

È vano, già finisce la mia vita.

 

ELAÌSA

Per me già s'apre il cielo...  

e lascio a voi l'amor.

(a Viscardo)

Non piangere... sorridimi...

tua man... qui... sul cor mio.

Vi benedico... addio...

felice io moro ancor.

VISCARDO

Ed io t'uccisi! oh cielo!

BIANCA

Straziar mi sento il cor.

VISCARDO E BIANCA

Per me tu mori! oh dio!

Vittima dell'amor!

 
(Elaìsa cade in braccio a Viscardo e spira)
 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Stanza nel palazzo abitato da Elaìsa; un'alcova in prospetto chiusa da coltrinaggio; due porte laterali; una grande finestra, sedie, tavolino.

Elaìsa, Bianca, maggiordomo
 

(Bianca stesa sul letto)

[N. 17 - Scena e Romanza di Elaìsa]

Ah! Voi qui già stavate!

Elaìsa, Bianca
maggiordomo ->

Là posa. Bella ancora

Elaìsa, Bianca
<- Viscardo

[N. 18 - Scena e Duetto finale]

Eccola! / E chi? Ah! Viscardo!

Viscardo ed Elaìsa
S'io l'amava! Sciagurata!

(Viscardo ferisce Elaìsa)

Ah!... Qui... al core

(Bianca si desta)

Viscardo! ove son io?

Elaìsa, Viscardo, Bianca
Per me già s'apre il cielo

(Elaìsa cade in braccio a Viscardo e spira)

 
Scena prima Scena seconda
Palazzo d'Elaìsa con scalinata; l'atrio, e i superiori appartamenti si scorgono disposti a festa notturna;... Viali ombrosi, illuminati a pallide luci. Stanza di Bianca nel palazzo di Manfredo; tavoli con doppieri a lumi accesi; un'arpa; sofà e sedie; un... Piazza, a sinistra il palazzo di Manfredo; a destra tempio, botteghe e tende nel... Ricinto remoto attiguo al palazzo di Manfredo, sparso di cipressi e salici, chiuso da alto muro con merli;... Stanza nel palazzo abitato da Elaìsa; un'alcova in prospetto chiusa da coltrinaggio; due porte laterali; una...
[N. 1 - Preludio e Coro d'introduzione] [N. 2 - Cavatina] [N. 3 - Coro e Cavatina, Recitativo] [N. 4 - Quartetto] [N. 5 - Scena e Romanza] [N. 6 - Stretta dell'introduzione] [N. 7 - Recitativo] [N. 8 - Coro di donne e Cavatina] [N. 9 - Recitativo] [N. 10 - Recitativo, Romanza e Duetto] [N. 11 - Recitativo e Duetto] [N. 12 - Scena, Quintetto e Finale I] [N. 13 - Coro d'introduzione e Aria, Recitativo e Aria di Viscardo] [N. 14 - Gran scena] [N. 15 - Scena e Duetto] [N. 16 - Scena e Terzetto, Finale II] [N. 17 - Scena e Romanza di Elaìsa] [N. 18 - Scena e Duetto finale]
Atto primo Atto secondo

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