Atto primo

 

Scena prima

Porto di Aulide ingombrato dalle navi, e dalle tende de' Greci, tutte illuminate di notte alla foggia militare. Altre navi in lontano nel mare con vele spiegate, che vengono verso il porto, anch'esse illuminate.
Teucro con séguito di Greci.

Immagine d'epoca ()

 Q 

<- Teucro, greci

 

TEUCRO

Lungi, o greci, il timor. Son legni amici  

quei che d'Aulide al porto

spingon' aure seconde. Io riconosco

le note insegne, e 'l sempre invitto Achille.

Presa già Lesbo, ei riconduce a noi

la vittoria, che il segue. Alla sua spada

han riserbato i numi,

che la Frigia, e 'l suo Ettorre al piè gli cada.

 
(si accostano le navi, dalle quali sbarcano Achille, e parte de' suoi soldati)
 

Scena seconda

Achille, Teucro, e séguito di Greci, e Tessali.

<- Achille, tessali

 

ACHILLE

Asia tremi, Argo festeggi:  

greco braccio è sempre invitto.

Cadde Lesbo, e tra ritorte

la sua sorte

piange il tessalo sconfitto.

Asia tremi, Argo festeggi:

greco braccio è sempre invitto.

 

 

Teucro, in Aulide ancora  

dorme notti infingarde il greco campo?

Già 'l Tessalo è sconfitto:

Lesbo già cadde; e in pigro, e lungo sonno

l'egre vostre pupille

stan chiuse ancor, quando trionfa Achille?

TEUCRO

Valoroso Pelide,

chi può contra gli dèi? Sciolte dal lido

fendean le prore achee l'onda tranquilla,

ma che? Del vento amico

cessa il favor: soffia l'avverso, e a forza

in Aulide respinge i nostri abeti.

D'all'ora il vento tacque:

l'onda immobil divenne:

e già n'è tolto il navigare a Troia.

ACHILLE

Io vi precederò. Trarrò in catene

Priamo, e l'altera prole,

qual da Lesbo ora trassi

la vergine reale.

TEUCRO

O dio? Elisena?

ACHILLE

Quella

sì cara a Teucro. Allor che a lei messaggio

fosti de' Greci, il so, nacque il tuo amore.

TEUCRO

In Aulide Elisena?

ACHILLE

Così vi fosse Ifigenia, mia bella,

mia nobil fiamma?

TEUCRO

E come?

Tu l'ultimo a saper sei la sua sorte?

ACHILLE

Mi sei nunzio di bene, o di sciagura?

TEUCRO

Al nuovo sol nel campo

fia la real tua sposa.

ACHILLE

Quai nozze? Parla.

TEUCRO

Ifigenia, la figlia

del gran re di Micene,

fia di tue palme il premio illustre.

ACHILLE

O amore!

No 'l credo a te: no 'l credo all'alma: è tanto

il piacer, che mi opprime. Ecco Elisena,

che già si affretta al lido. Io seco lascio

in libertà il tuo amore.

In Aulide mi chiama

non certo appien di sua fortuna il core.

 

Se a debole pupilla,  

a lunga notte avvezza,

il chiaro dì sfavilla,

si perde ancor fra l'ombre, e 'l sol non vede.

Così quest'alma amante,

che a lungo fra martiri

languì per bel sembiante,

intende la sua sorte, e non la crede.

Se a debole pupilla,

a lunga notte avvezza,

il chiaro dì sfavilla,

si perde ancor fra l'ombre, e 'l sol non vede.

Sfondo schermo () ()

 

Achille, tessali ->

 

Scena terza

Elisena sbarcata con séguito d'altri Greci, e Teucro.

<- Elisena, altri greci

 

ELISENA

Già libera, e regnante,  

or cattiva, ed ancella, in me rivedi

la misera Elisena.

TEUCRO

Ah principessa!

Data avessi a' miei detti a l'or più fede,

che priva or non saresti

di libertà, e di regno.

ELISENA

Era ne' fati,

che fra i trofei del valoroso Achille

fosse ancora Elisena.

TEUCRO

Tua sciagura è minor di quel che temi.

Fra barbari non sei.

ELISENA

Che sperar posso,

serva, straniera, anche a me stessa ignota?

So, che sangue real m'empie le vene,

ma la fonte mi è ascosa.

Il nome di Elisena

non è quel, che sortii da' miei natali.

TEUCRO

Calcante, al cui saper tutto è presente,

in Aulide or soggiorna. Ei de' tuoi casi...

ELISENA

Ah Teucro? Quel momento,

che svelerà dell'esser mio l'arcano,

l'ultimo fia della mia vita ancora.

TEUCRO

Come?

ELISENA

Senza perir non mi è permesso

conoscer genitori, e non me stessa.

Non mente Apollo.

TEUCRO

Oscuro

s'apre il nume a' mortali.

Svelinsi i tuoi natali; e di Elisena

perirà il falso nome.

Sol questo è il tuo periglio;

che sì gentil non ti formar gli dèi,

perché sì tosto spenta

fosse del lor poter l'opra più bella,

e insieme agli occhi miei l'opra più cara.

ELISENA

Qual tempo scegli a palesarti amante?

TEUCRO

Quello, in cui dir mi lice

ch'amo Elisena, e non la sua fortuna.

ELISENA

Ma quello, in cui mi è tolto

l'arbitrio di riamarti. Intendi, intendi

tutta la mia sciagura. Adoro Achille.

TEUCRO

Che ascolto! Achille? Il distruttor di Lesbo?...

ELISENA

E 'l più amabile oggetto agli occhi miei.

TEUCRO

Ch'ami Achille guerriero, è suo gran vanto,

ch'ami Achille nemico, è tua gran pena;

ma ch'ami Achille sposo, è tua gran colpa.

ELISENA

Qual fiero annuncio? Achille sposo? O dio!

Quando? Di chi? Deh! Tosto

la morte mia compisci.

TEUCRO

Ifigenia,

di Agamennone figlia,

sarà di Achille. Ei l'ama; e al nuovo giorno...

ELISENA

Ifigenia sarà di Achille?

TEUCRO

E 'l nodo...

ELISENA

Non più: molto dicesti: io molto intesi.

TEUCRO

Lo so: messaggio infausto

non è caro allo sguardo; e grave duolo

ne' suoi primi trasporti ama esser solo.

 

Non ho cor così spietato,  

che a un amor, che è sfortunato,

pianger nieghi, e sospirar.

D'ampio fiume, che già inonda,

mal si tenta il corso, e l'onda

porre in ceppi, e riparar.

Non ho cor così spietato,

che a un amor, che è sfortunato,

pianger nieghi, e sospirar.

 

Teucro, greci ->

 

Scena quarta

Elisena.

 

 

Ifigenia sposa di Achille? Ed io  

sarò in Aulide giunta

per veder la rival?... No; pria quell'ara,

che al funesto imeneo le faci appresta,

bagnerò col mio sangue; e a piè del nume

spirando l'alma forte,

vedran le greche attonite pupille,

ch'io aveva un cor degno di amare Achille.

 

A vista del crudele,  

ma amabile idol mio,

quest'anima fedele

con gioia spirerò.

Forse di morir sì forte

pietà, se non amore,

in lui risveglierò;

o con sì nobil sorte

della rival nel core

invidia desterò.

A vista del crudele,

ma amabile idol mio,

quest'anima fedele

con gioia spirerò.

 

Elisena, altri greci ->

 

Scena quinta

Cortile dinanzi al palazzo di Aulide.
Agamennone, Arcade.

 Q 

Agamennone, Arcade

 

ARCADE

Sorta a gran pena è l'alba; e mentre ogni altro  

in Aulide riposa,

tu, duce e re, stai sospiroso, e vegli?

AGAMENNONE

A chi in umil fortuna

pago è di quanto basta, invidia io porto.

Chi regge altrui, più misero è di tutti.

ARCADE

Onde il tuo duol? Del grande Atreo tu figlio,

re invitto, illustre sposo,

e padre...

AGAMENNONE

Ah! Tal non fossi...

Ma no... tu non morrai... Pria mi si strappi

l'alma dal sen, che dal mio cor l'assenso.

ARCADE

Signor...

AGAMENNONE

Mio fido, ascolta,

sai, che per vento avverso,

dopo tre lune in Aulide n'è forza

stare oziosi. Alla gran dea di Cinto,

che qui si adora, un sacrificio offrimmo,

Nestore, Ulisse, il mio germano, ed io.

Non v'era altri nel campo. Agghiaccio, e sudo,

Arcade, in rammentarlo. Odi, qual diede

l'indovino Calcante

oracolo funesto a padre amante.

Greci, Troia cadrà: propizio vento

spingerà vostre vele al frigio lido.

Ma vergine real, che sia del sangue

d'Elena, pria si sveni all'ara mia,

si sacrifichi, o greci, Ifigenia.

ARCADE

Tua figlia?

AGAMENNONE

Tutto il sangue

mi si gelò. Vista, favella, e moto,

tutto perdei. Rinvenni al duolo, all'ira.

Il cielo condannai. Giurai sull'ara

non ubbidir la cruda legge; e volli

depor' lo scettro, e dar congedo al campo.

O dio! Perché no 'l fei? L'accorto Ulisse,

seppe voci trovar di sì gran forza,

che vinto alfin mi arresi, e della figlia

diedi alla morte, o inquo padre, il voto.

ARCADE

O voto infausto! O sacrificio orrendo!

AGAMENNONE

Scrissi alla moglie, e 'l quarto giorno è questo,

che d'Argo a noi guidasse Ifigenia.

ARCADE

Con qual pretesto?

AGAMENNONE

Di promesse nozze.

ARCADE

Con chi?

AGAMENNONE

Col forte Achille.

ARCADE

Senza temer del giovine feroce

l'amor deluso, e 'l provocato sdegno?

AGAMENNONE

Achille era lontano, e si credea,

che la Tessaglia, e Lesbo ancor gran tempo

dovessero arrestarlo.

ARCADE

Or giunse al campo. Onde il rimedio al male?

AGAMENNONE

(mostra una lettera ad Arcade)

Qui scrivo a Clitennestra,

che torni in Argo; e che a stagion migliore

differite ha le nozze Achille istesso.

(gliela dà)

Prendi, o mio fido, e tosto

lor vanne incontro. Ah! Se la figlia il passo

mette in Aulide, è morta.

Cauto in tacer l'arcano aggiungi a questa,

che dell'indugio delle nozze attese

tutta la colpa ha 'l nuovo amor di Achille

con la schiava Elisena.

ARCADE

Ciò che tacer, ciò che dir debba intesi.

 

Sprone al core, ed ali al piede  

ho da fede, ~ e da pietà.

Lieto resta: che al mio zelo

giusto il cielo ~ arriderà.

Sprone al core, ed ali al piede

ho da fede, ~ e da pietà.

 

Arcade ->

 

Scena sesta

Agamennone, e Achille.

<- Achille

 

ACHILLE

Al tessalo rubello,  

e all'amica sua Lesbo

più non affidi, alto signor de' Greci,

l'orgoglioso Ilion le sue speranze.

Quello in calma è rimesso; e sotto il peso

delle argive catene

questa di un vano ardir soffre le pene.

AGAMENNONE

Prence, le tue vittorie

hanno rapido volo. In brevi soli

Tessaglia hai doma, e conquistata hai Lesbo;

e dall'alte sue torri

il Troiano superbo

scorgendone le fiamme, e le faville,

vide il suo fato, e riconobbe Achille.

ACHILLE

Miei facili trionfi

di troppa lode, e se non mente il grido,

di troppo premio onori,

e sarà ver, che in breve

con l'imeneo della real tua figlia

io sarò de' viventi il più beato?

AGAMENNONE

(Che mai dirò?) Mia figlia è ancora in Argo.

ACHILLE

Sarà nel campo, anzi che cada il sole.

AGAMENNONE

Faccia voti il tuo amor, ch'ella stia lunge.

ACHILLE

De' miei voti il più caro è il rivederla.

AGAMENNONE

In Aulide non mai, se è ver, che l'ami.

ACHILLE

D'Aulide partirò sposo felice.

AGAMENNONE

Torniamo in Argo. Ivi otterrai la figlia.

ACHILLE

Ad Argo tornerem, Troia distrutta.

AGAMENNONE

Pugna per Troia il cielo, il vento, e 'l mare.

ACHILLE

Temo assai più di loro un vil ritorno,

che disonori il nome greco, e 'l mio.

AGAMENNONE

Che sul fior dell'etade Ilio sia tomba

del prode Achille, hanno prescritto i fati.

Altrove avrai vita più lunga, e lieta.

ACHILLE

Sia tosto, o tardi, ha da morir chi nasce.

Ma vita neghittosa è ignobil morte,

e visse assai chi può morir con gloria.

AGAMENNONE

Senza Troia cercar, dal ciel protetta,

mancan'altri trofei degni di Achille?

ACHILLE

No, no: per Troia io venni; e Troia io voglio.

Ivi l'onor mi chiama, ed io vi corro.

Altro a' numi non chiedo,

che l'aura amica, e quando ogn'altro ancora

nieghi seguirmi, io solo

son co' miei fidi a vendicar bastante

del tuo fratello, e della Grecia i torti.

In Argo poi di nuovi allori adorno,

e delle spoglie di un sconfitto regno,

verrò, d'Ifigenia sposo più degno.

 

Sull'ali della spene, e del desio  

spiegava l'amor mio ~ felice il volo;

ma il volo gli troncò nembo funesto.

Ora dal basso suolo

sui vanni della gloria, e del valore

l'oppresso amore ~ a sollevar mi appresto.

Sull'ali della spene, e del desio

spiegava l'amor mio ~ felice il volo;

ma il volo gli troncò nembo funesto.

 

Achille ->

 

Scena settima

Agamennone, poi Arcade, e Ulisse.

 

AGAMENNONE

Per quale invidia di contrario fato  

a tali eroi fia chiuso

il cammino dell'Asia?

(si mette in atto pensoso)

 

<- Arcade

ARCADE

Troppo offendi il mio re, troppo il mio duce.

 

<- Ulisse

ULISSE

Sovra me ne cadrà l'ira, e la pena.

ARCADE

Aprir non ti conviene il regal foglio.

ULISSE

Né a te convien recarlo, ove ne nasca

alla Grecia, e al tuo re vergogna, e danno.

AGAMENNONE

Arcade! O dèi!

ARCADE

Signor, fede non giova,

ove forza preval. L'anello, e il foglio

sono in poter di Ulisse.

Ragion fu vana, e vana ogni difesa;

e a te s'aspetta il vendicar l'offesa.

 

Arcade ->

 

Scena ottava

Agamennone, e Ulisse.

 

AGAMENNONE

Qual ragion ti sospinge a farmi oltraggio?  

ULISSE

Guardami, e poi rispondo.

AGAMENNONE

Che sì, ch'a vista del possente Ulisse

temerò, qual fanciullo, ombre e fantasmi?

ULISSE

Conosci quest'anello, e questo foglio?

AGAMENNONE

Ciò che è mio riconosco. A me lo rendi.

ULISSE

No, se prima non l'abbia

letto per tua vergogna a tutti i Greci.

AGAMENNONE

E lecito ti festi aprirlo chiuso?

ULISSE

Per veder le tue frodi, e prevenirle.

AGAMENNONE

Chi a ciò t'indusse?

ULISSE

Io stesso,

d'Argo attendendo Ifigenia promessa.

AGAMENNONE

Dell'opre mie sei giudice, o custode?

ULISSE

Il feci, e 'l dovea far; né son tuo servo.

AGAMENNONE

E dispor non poss'io d'una mia figlia?

ULISSE

Da te già offerta alla comun salute

non è più tua.

AGAMENNONE

Non compro

gli altrui piaceri con le mie sciagure.

ULISSE

O allor di frode, o d'incostanza or pecchi.

AGAMENNONE

Cangio voler, quando il cangiarlo è bene.

ULISSE

Par degno a te con falsi giuramenti

tutta ingannar la Grecia?

AGAMENNONE

E a te par giusto,

che ad Elena si sveni Ifigenia?

ULISSE

Quella ritor giurasti al frigio amante.

AGAMENNONE

Il re giurò, ma non il padre allora.

Elena resti, e Ifigenia non mora.

ULISSE

Dunque hai prefisso?...

AGAMENNONE

Il mio ritorno in Argo,

pria che arrivi al figlia.

ULISSE

E noi ti avremo alzato al sommo impero...

AGAMENNONE

Eh! Questa volta poco

giova ad Ulisse il favellare accorto.

ULISSE

Giovi l'altrui. Su: va': congeda il campo.

Credi Nestore vile? Inermi i Greci?

Muto Calcante? Ah! Temi,

temi a' suoi detti il militar tumulto.

Tra i numi, e te sapran gli Achei, qual parte

debban seguir. La vittima promessa

vorranno a forza, e la vorran gli dèi,

poiché gli dèi l'han chiesta.

AGAMENNONE

Ulisse, addio.

Difenderla sapremo Achille, ed io.

(in atto di partire s'incontra con Teucro)

 

Scena nona

Teucro, e li suddetti.

<- Teucro

 

TEUCRO

Signor...  

AGAMENNONE

Teucro, che rechi?

TEUCRO

Giunse in Aulide or ora

tua regal donna, e la diletta figlia.

AGAMENNONE

(Cieli! Son morto.)

TEUCRO

Io con sì lieto avviso

qui le prevenni. Esse gli applausi intanto

ricevono de' duci, e de' soldati.

D'Ifigenia si ammira

l'alta beltade, e 'l portamento onesto;

e tra i viva, onde intorno

rimbomba il ciel, l'un chiama

lo sposo avventurato. Altri te dice

genitor più felice, a cui cotanto...

AGAMENNONE

Teucro, non più. (Freno a gran pena il pianto.)

 

TEUCRO

Nella prole, e nel comando  

sei beato e padre, e re.

Ma tu sol stai sospirando,

e dal volto un cor traspira,

che contento ancor non è.

Nella prole, e nel comando

sei beato e padre, e re.

 

Teucro ->

 

Scena decima

Agamennone, e Ulisse.

 

AGAMENNONE

Eccomi al duro passo,  

che sì temei. Deluse

son l'arti mie. Non mi giovò accortezza

contra l'insidie di fortuna avversa.

Ahi! Con qual volto incontrerò la moglie?

Ahi! Con qual core abbraccerò la figlia?

Misere! A liete nozze

voi qui guida un mio cenno, e avrete morte:

che due vittime a un tratto

cadrete, una dal duolo, una dal ferro.

E dall'uno, e dall'altro io pur trafitto

morrò con voi. Deh! Ulisse,

abbimi almen pietade, e scusa il pianto.

Se piango re, son vile,

ma, se padre non piango, io son crudele.

ULISSE

Signor, son padre anch'io. Giusto è 'l tuo duolo;

ma che? Dove il lagnarsi al mal non giova,

mostri senno, e valore uom saggio, e forte.

AGAMENNONE

Ulisse, un buon consiglio è agevol cosa.

Ma, se qui del tuo figlio

si agitasse il destin, non so, se tanto

saresti forte.

ULISSE

Il colpo

fatto è necessità. Giunta è l'attesa

vittima. Il sa calcante.

Tu l'hai giurata.

AGAMENNONE

E la darò. S'innalzi

l'infausto altare. In breve

io vi trarrò la misera. Ma intanto

fa', che taccia Calcante; e ad una madre

si occulti il sacrificio.

Temo l'ire feroci

del suo dolor. Deh! Pria restassi estinto.

ULISSE

Vinta è già Troia, or che te stesso hai vinto.

 

Veggo già. Che ai greci legni  

spira il vento, il mar s'inchina;

e già trema alla vicina

sua caduta Ilio orgoglioso.

Ma se l'Asia andrà sconfitta,

se d'invitta

avrà Grecia un maggior grido,

tutto tutto

sarà gloria, e sarà frutto

del tuo cor sì generoso.

Veggo già. Che ai greci legni

spira il vento, il mar s'inchina;

e già trema alla vicina

sua caduta Ilio orgoglioso.

 

Ulisse ->

 

Scena undicesima

Agamennone, Clitennestra, Ifigenia.

<- Clitennestra, Ifigenia

 

CLITENNESTRA

Signor di questa vita, e di quest'alma,  

ecco la tua, non meno

serva, che moglie. Ecco la cara figlia,

che qui per tuo voler d'Argo ho condotta.

IFIGENIA

Padre, con qual contento

la tua pur ti rivede

ubbidiente figlia!

Deh! Mi concedi di baciar tua destra.

AGAMENNONE

O assai più ch'altro, a me dilette, e care,

sposa, figlia, vi abbraccio.

Con qual cor vi rivegga, il dican queste

lagrime mie per tenerezza espresse.

Deh! Non le prender, figlia,

per tristo augurio alle future nozze:

che la soverchia gioia

spremer può ancor dalle pupille il pianto.

CLITENNESTRA

Dopo sì lunga amara lontananza

con qual piacere in te riveggo anch'io

il re più grande.

IFIGENIA

Io 'l genitor più illustre.

AGAMENNONE

Non il più lieto.

IFIGENIA

Ebben ti leggo in fronte

l'alma appien non tranquilla.

CLITENNESTRA

E fuor di tuo costume il guardo abbassi.

AGAMENNONE

(Che dir potrò?)

IFIGENIA

Sospiri? Hai meco forse

cagion di sdegno? Io d'esser rea non credo.

AGAMENNONE

Tu rea non lei, ma sventurato io sono.

CLITENNESTRA

Che manca a tua grandezza?

AGAMENNONE

L'interna pace. Sotto il grave pondo

delle pubbliche cure il cor sta oppresso.

IFIGENIA

Ora ad Ifigenia diasi il tuo core.

Tempo hai di darlo al regno.

AGAMENNONE

Eccomi tuo. Non altro affetto or m'empie

che quel di padre.

IFIGENIA

Il guardo

pur mi volgi con pena.

AGAMENNONE

Sinché potrò mirarti, io sarò lieto.

Ma lungo spazio d'anni

oggi dividerà l'una dall'altro.

CLITENNESTRA

Lascia l'infausta guerra, e torna ad Argo.

AGAMENNONE

Vorrei poterlo; e non poterlo or duolmi.

IFIGENIA

Pera chi ne ha colpa, Elena, e Troia.

AGAMENNONE

Quando piaccia agli dèi, vi andrò; ma quanto,

quanto ci ha da costar la sua ruina.

IFIGENIA

Potessi almen colà seguirti anch'io.

AGAMENNONE

Altro luogo ti attende, ed altro cielo.

IFIGENIA

Vi sarò con la madre?

AGAMENNONE

No: questo ancora dal destin ci è tolto.

IFIGENIA

Dai cari genitori in terra estrana

vivrò dunque lontana? E dove? E quanto?

AGAMENNONE

A te, vergine, e figlia,

saper di più non lice.

IFIGENIA

Né più richiedo. Al tuo voler mi accheto.

CLITENNESTRA

Ma perché non ti affretti a scior da queste

spiagge le greche navi, e a disfar Troia?

AGAMENNONE

Placar prima si deve

con vittima solenne il cielo irato.

IFIGENIA

Presto si svenerà?

AGAMENNONE

Più presto ancora,

che non vorrei.

IFIGENIA

Permesso

a me pur sia di accompagnarla all'ara,

coronata di fiori, e in lieto canto?

AGAMENNONE

O dio!

IFIGENIA

Perché ammutisci? Al sacrificio

deh! Tua bontà mi doni esser presente.

AGAMENNONE

Figlia, sì, vi sarai. (Figlia innocente!)

 

Di questo core  

parte migliore,

non anche intendi

se ben tu vedi

la doglia mia.

Tu a me la chiedi,

né dirla io posso,

perché ho timore,

di contristarti,

qual essa sia.

Di questo core

parte migliore,

non anche intendi

se ben tu vedi

la doglia mia.

 

Agamennone ->

 

Scena dodicesima

Clitennestra, e Ifigenia.

 

IFIGENIA

A me sì strano accoglimento il padre?  

Onde mai da sé stesso

così diverso?

CLITENNESTRA

Figlia,

uso è dell'uom, da mille cure ingombro,

aver mente sconvolta, e fosco ciglio.

IFIGENIA

Altre volte il mio aspetto

in noioso pensier gli era conforto.

CLITENNESTRA

Il vicino imeneo,

che ti svelle da lui, forse è sua pena.

IFIGENIA

Piaccia agli dii, che questo

sia solo il suo dolor, la mia sciagura.

CLITENNESTRA

S'altro affanno il molesti

Arcade a me fedel dirallo in breve.

Tu nel real palazzo

mi attendi. Ivi ne avrai più certi avvisi,

e dello sposo ancora.

Non è senza tua pena,

il so, non arrossir, la sua dimora.

 

E con gli occhi, e col pensiero  

tu lo cerchi, e tu lo chiami.

Nell'indugio tormentoso

già si sente

o geloso,

o impaziente

il tuo cor, perché ben ami.

E con gli occhi, e col pensiero

tu lo cerchi, e tu lo chiami.

 

Clitennestra ->

 

Scena tredicesima

Ifigenia.

 

 

Ah! Se il mio cor di minor fiamma ardesse,  

a voi chi mi torrebbe,

o dolci genitori? Amor di sposo,

quanto mi costi omai?

Pur sarò tua. Da questa

sospirata fortuna

l'anima amante ogni suo bene attenda,

e ciò ch'ella mi toglie, ella mi renda.

 

Il mio core,  

il genitore,

la tua gloria, e la tua fede,

tua mi chiede,

o sposo amato.

Tu sarai della mia spene

solo oggetto, unico bene,

tu mio nume, e tu mio fato.

Il mio core,

il genitore,

la tua gloria, e la tua fede,

tua mi chiede,

o sposo amato.

 

Ifigenia ->

Segue il ballo di Paraninfi, e termina l'atto primo.

<- paraninfi

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Porto di Aulide ingombrato dalle navi, e dalle tende de' Greci, tutte illuminate di notte alla foggia militare; altre navi in lontano nel mare con vele spiegate, che vengono verso il porto, anch'esse illuminate.

<- Teucro, greci

Lungi, o greci, il timor. Son legni amici

Teucro, greci
<- Achille, tessali

Teucro, in Aulide ancora

Teucro, greci
Achille, tessali ->
Teucro, greci
<- Elisena, altri greci

Già libera, e regnante

Elisena, altri greci
Teucro, greci ->

Ifigenia sposa di Achille? Ed io

Elisena, altri greci ->

Cortile dinanzi al palazzo di Aulide.

Agamennone, Arcade
 

Sorta a gran pena è l'alba; e mentre ogni altro

Agamennone
Arcade ->
Agamennone
<- Achille

Al tessalo rubello

Agamennone
Achille ->

Per quale invidia di contrario fato

Agamennone
<- Arcade

Agamennone, Arcade
<- Ulisse

Agamennone, Ulisse
Arcade ->

Qual ragion ti sospinge a farmi oltraggio?

Agamennone, Ulisse
<- Teucro

Signor / Teucro, che rechi?

Agamennone, Ulisse
Teucro ->

Eccomi al duro passo

Agamennone
Ulisse ->
Agamennone
<- Clitennestra, Ifigenia

Signor di questa vita, e di quest'alma

Agamennone
Di questo core
Clitennestra, Ifigenia
Agamennone ->

A me sì strano accoglimento il padre?

Ifigenia
Clitennestra ->

Ah! Se il mio cor di minor fiamma ardesse

Ifigenia
Il mio core
Ifigenia ->
<- paraninfi

(ballo di paraninfi)

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima
Porto di Aulide ingombrato dalle navi, e dalle tende de' Greci, tutte illuminate di notte alla... Cortile dinanzi al palazzo di Aulide. Passeggio di verdura nel giardino reale. Sala regia. Bosco sacro di Diana. Piazza d'Aulide con gran facciata di tempio; navi in lontano.
Atto secondo Atto terzo

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