Lettore... (ediz. 1648 di F. Sacrati)

Se rozza ti parerà la musica dell'Alcina, scusala, ti supplico, o lettore, ché nata fra le rozzezze della villa, non può esser che tale. Per ingannar l'ozio, mi diedi a comporla, mentre a Panzano, delizie volerecce, dell'illustriss. sig. Cornelio Malvasia, attendevo il di lui ritorno dal campo; non con pensiero, che giammai ella avesse a rendersi ardita di comparire ne' pubblici teatri di Bologna, ma perché chiusa in un scrigno vi rimanesse, o depositata, come tesoro tratto dalla miniera dell'ingegno del gran Testi, o imprigionata, come rea della mia temerità. Ella comparisce ora vergognosa, e timida sotto a gli occhi di sì nobili e virtuosi spettatori, perché più deve arrossarsi d'esser coperta de panni, de' quali io l'ho vestita, che di farsi vedere nella sua natural nudità. Se la mirerai con gli occhi dell'intelletto, come figlia bellissima d'un ingegno inimitabile, la conoscerai per incapace d'emenda. Se l'apprenderai con l'intendimento dell'orecchio, come parto involto nelle diformi fasce della mia musica, non conoscerai in lei altr'orma di bellezza, che quella dell'armonia, ch'ella ereditò dalla paterna cetra. Averti inoltre, che se la vedrai introdotta su la scena da un prologo diverso da quello che ne' suoi primi natali la condusse sotto gl'occhi de' principi estensi, è opportunità ricercata dal tempo, e dal loco dove ha da rapresentarsi. Non avrà perciò a spiacerti, che in vece dell'Ariosto, la Notte, l'Alba, e l'Aurora preludano ad un'opera che merita fra l'altre nome di Sole, tanto più, ch'elle parlano con voci sugerite loro da uno de più canori cigni, del nostro secolo. Compatisci a' miei errori, e vivi felice.

Illustrissimo... (ediz. 1648 di F. Sacrati) Lettore... (ediz. 1648 di F. Sacrati)
Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto Atto quinto

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