Atto primo

 
[Preludio]

 N 

Larghetto, poi maestoso
 

Scena prima

Arsenale.
Coro di artigiani che lavorano.

Bozzetti

 Q 

coro di artigiani

 
[N. 1 - Introduzione]

 N 

Coro - andante

CORO

Issa, issa, issa, là,  

bene sta.

 

 

Ed è ver?

 
IIº

È ver, lo narrano

su Rialto, e v'ha chi giura

d'aver letto sulle mura

scritto il turpe vitupero;

proprio il nome di Faliero,

proprio il nome della moglie.

 

Lei ch'è esempio di virtù?

 
IIº

Bada, tira, tira, là,

bene sta.

 

Ma chi dicono che fu?

 
IIº

Hanno detto ch'è un patrizio.

 

Un patrizio! Amici, zitto:

i quaranta faran dritto.

 
IIº

Essi? Aborron doge e nui

perché amici siamo a lui:

vedrem morto un uom del popolo...

 

Su prudenza, vuoi tacer?

Spingi ancora verso qua,

bene sta.

 
IIº

Cantiam l'inno di Falier.

 
Coro - vivace

 

Zara audace, Zara infida!    

Quattro assalti invan ti diero.

Pugna ancor, benché affamata,

e San Marco ancor disfida.

Oh pro' Faliero!

Già la fossa è superata,

non v'è muro che sia intero;

Zara, trema; trema, o Zara,

ché l'estremo si prepara.

Oh pro' Faliero!

Ma dall'Ostro ecco che un nero

polverio s'alza, e ognor cresce:

delle picche appar la vetta,

grida all'arme la vedetta.

Oh pro' Faliero!

S

 

<- Israele

 

Gli Ungheresi! Gli Ungheresi!

Da ogni lato ecco siam presi.

Guai se Zara... guai se esce!

Sta dubbiando ogni guerriero.

Oh pro' Faliero!

Ma Falier sorge, e il periglio

misurato ha d'uno sguardo;

dal gran cuor prende consiglio,

e assalisce egli primiero.

Oh pro' Faliero!

Egli primo esce dai valli,

egli guida l'antiguardo,

sostan gli ungheri cavalli

allo scontro del guerriero.

Oh pro' Faliero!

 

Scena seconda

Israele, che è entrato alla metà del canto, e detti.

 

ISRAELE

Oh, miei figli! oh dolce il canto    

della forte età primiera!

S

Cantabile - maestoso

 

Era anch'io di quella schiera,

di Venezia anch'io guerrier.

V'era io pur, e gli era a lato

quando fiero, insanguinato,

sulla breccia fulminando,

entrò in Zara il gran Falier.

CORO

Oh, tua gloria! Oh, fausto dì.

ISRAELE

Sola or resta la memoria;

quella etade, quella gloria

era un sogno che sparì.

 

Scena terza

Steno e detti.

<- Steno

 
Tempo di mezzo - andante
 

PARTE DI CORO

Amici! dei patrizi!  

Steno... è turbato... mira...

sinistro il vento spira.

STENO

(andando sopra ai lavori)

Che fassi? La mia gondola

non è finita ancor?

PARTE DI CORO

Signor...

STENO

Forz'è che agli ordini

io d'obbedir v'insegni,

o scioperati, indegni!

(a Israele)

Olà, cacciati vadano

dall'arsenal costor.

ISRAELE

Signor, scusarli piacciati,

nessuna colpa è in loro:

immenso è qui il lavoro;

trenta galere arrivano

disfatte all'arsenal.

Primo è il servir la patria...

STENO

(fa' l'atto di batterlo)

Che osi tu, sciagurato!

ISRAELE
(fremendo)

Signor, io fui soldato...

STENO

Vil plebe agli altri simile,

avrai la pena egual.

(parte minaccioso)

Steno ->

 

Scena quarta

Israele e Coro.

 
Cabaletta - allegro vivace
 

ISRAELE

O patrizi scellerati,    

vili voi, superbi ingrati!

Non vi basta un giogo indegno,

v'aggiungete la viltà.

Ah, se or tace il nostro sdegno,

dello sdegno il dì verrà.

S

Sfondo schermo () ()

 

CORO

Son crudeli, son tiranni,

tigri nate ai nostri danni.

Quest'ingiuria è iniqua, atroce...

vien, contiamla alla città.

Vieni, parla: alla tua voce

tutto il popol sorgerà.

 
 

Scena quinta

Sala nel palazzo del doge.
Fernando solo.

 Q 

Fernando

 
[N. 2 - Scena e cavatina]

 N 

Scena - andante
 

 

No, no, di abbandonarla  

senza un addio core non ho che basti.

Partir mi è forza. Dell'iniquo Steno

l'oltraggiose al suo onor infami note

necessità l'han fatto.

D'un sfortunato amore,

addio, care speranze!

Case paterne, ov'io

vissi e crebbi con lei, per sempre addio.

 
Cantabile

Di mia patria bel soggiorno,    

rivederti io più non spero;

sussurrar più a me d'intorno,

aure amiche, non v'udrò.

Cari luoghi, ore ridenti,

mi sarete ognor presenti:

né godervi, né scordarvi,

no, giammai io non potrò.

In terra straniera

mia tomba sarà;

non pianto o preghiera

giammai non avrà.

S

Cabaletta - allegro giusto

 

Un solo conforto

il cor mi sostiene,

pensar che gli affanni

rattempro al mio bene.

Se render m'è dato

men tristo il suo fato,

l'esiglio e la morte

fien dolci per me.

 
[N. 3 - Scena e duetto]

 N 

Scena - allegro

 

Ma giunge alcun?... È dessa!  

Felice me!

 

Scena sesta

Elena e detto.

<- Elena

 

ELENA

Fernando!  

Ardisci ancor?

(in atto di partire)

FERNANDO

T'arresta.

ELENA

No.

FERNANDO

Per l'ultima volta...

ELENA

Fuggir ti debbo.

FERNANDO

Ah, per pietà m'ascolta!

 
Tempo d'attacco - moderato

 

Tu non sai, la nave è presta  

che al mio cielo e a te mi toglie:

un istante appena resta

e le vele al vento scioglie.

Deh! che almeno io pianga teco

quest'istante ch'è l'estremo,

e pei mari io porti meco

un ricordo di pietà.

ELENA

Che mai chiedi? ahi, sventurata!

Dove sei tu non rammenti?

Quivi appena è cancellata

l'onta rea d'iniqui accenti.

Va'! l'istante in che t'intendo

divenir mi può tremendo:

da sciagura più funesta

va', mi salva per pietà!

FERNANDO

Che ricordi? Oh, mio rossore!

Ahi, crudele!

ELENA

Parti, va'.

Cantabile - larghetto maestoso

FERNANDO

Strinsi un brando, e del suo sangue

presentar te 'l volli io tinto,

o cader pugnando estinto

pe 'l mio amor, per la mia fé.

Trattenesti tu il mio braccio,

la vendetta io cessi al pianto;

e un addio tu nieghi intanto,

una lagrima per me!

ELENA

Cessa, ahi cessa! Ogni tuo detto

è uno stral che m'apre il petto:

la mia vita è un pianger sempre,

ben, lo sai, e sol per te.

Ma per lui, per lui che t'ama,

che suoi figli ambi ci chiama,

ah va', lasciami, rimembra

chi son io, crudel, chi se'!

Tempo di mezzo - allegro

FERNANDO

Ebben, io parto: addio!

Se dopo il mio partir

di me ti giunge un suono,

sarà del mio morir.

ELENA

(gli dà una sciarpa)

Ah, vivi! ~ E questo dono

di me ti parli ancor,

molle del pianto mio,

memoria di dolor!

Cabaletta - moderato

ELENA

Vivi! la mia memoria

sempre ti resti in cor;

onor consoli e gloria

un infelice amor.

Insieme

FERNANDO

Parto: la tua memoria

dolce mi resta in cor;

più caro della gloria

è caro a me l'amor!

 
Recitativo

FERNANDO

Il doge!  

ELENA

Parti.

FERNANDO

O ciel!

ELENA

Se più qui resti...

 

Scena settima

Faliero e detti.

<- Faliero

 

FALIERO

Elena... tu piangesti?  

ELENA

Io? Sì. Finché tranquillo...

FALIERO

Sarò tranquillo quando...

ELENA

Ah, tu fremi?

FALIERO

Mi lascia or con Fernando.

ELENA

Che fia!

(parte)

Elena ->

 

Scena ottava

Faliero e Fernando.

 

FERNANDO

Nuove pavento  

sventure, ohimè! Signor, qual turbamento?...

FALIERO

Leggi, o Fernando, eccesso

di nuova tirannia.

FERNANDO

Orrendo abuso di poter! Per Steno,

che la virtù di tua consorte e il doge

così vilmente offese,

la prigionia d'un mese,

e per un anno il bando!

FALIERO

Or va, l'insulto

conta all'Italia; di' che restò inulto.

Godi, Venezia! O gondolier, che canti

le glorie mie, canta or su queste soglie:

Marin Faliero dall'infida moglie...

FERNANDO

E il soffri?

FALIERO

Anzi degg'io

questo foglio segnar; dir che di Steno

son vendicato appieno, i miei nemici

dissimulando ringraziar.

FERNANDO

Che dici?

FALIERO

Leoni: il buon Leoni

per più scherno alla danza osa invitarmi...

E noi sarem della festiva schiera

allor che bruna si farà la sera.

FERNANDO

Invece di punir un tanto orgoglio?

Invece...

FALIERO

A me quel foglio!

(va per sottoscriverlo, prende la penna, e resta immobile volto al cielo)

Oh, giustizia di dio!

(resta colpito da un truce pensiero, poi si scuote, getta la penna, rende la sentenza a Fernando credendo d'averla segnata)

Tieni.

FERNANDO

Tu no 'l segnasti.

FALIERO

No 'l segnai! ~

Altra sentenza in mente

fera stammi e tremenda...

Guai ai patrizi s'ella mai s'intenda!

(riprende il foglio e scrive)

FERNANDO

Fremer mi fai.

FALIERO

Di che? Fra il concepir

una sublime impresa ed eseguirla

passa immenso intervallo.

Riporta il foglio e t'apparecchia al ballo.

FERNANDO

Signor, me ne dispensa

la vicina partita...

FALIERO

Perché partir?...

FERNANDO

Tu il sai,

per servir la repubblica!

FALIERO

Troppo servimmo omai questa maligna

dei figli sua madre non già, matrigna.

Di settant'anni spesi

fra la polve di Marte e le vicende

ecco qual mi si rende

infame guiderdon! de' Val-Marini

ultimo avanzo e ch'io

perderti debba? Ah no; resta, Fernando.

FERNANDO

(Quanto è dolce al mio cor questo comando!)

(parte)

Fernando ->

 

Scena nona

Faliero solo.

 

 

Come l'onta lavar della mia fronte  

disonorata? Come?...

 

Scena decima

Vincenzo e Faliero.

<- Vincenzo

 

FALIERO

Ebben, che dici?  

VINCENZO

Brama, se tu il concedi, un breve ascolto

Israele Bertucci.

FALIERO

(Colui ch'ebbe da Steno

oggi un novello insulto?)

(a Vincenzo)

Fa' che a me venga.

(Vincenzo parte)

Vincenzo ->

 

Scena undicesima

Faliero.

 

 

E fino a quando inulto  

il perfido ne andrà di sua nequizia?

 

Scena dodicesima

Israele e Faliero.

<- Israele

 
[N. 4 - Scena e Duetto]

 N 

Scena - Recitativo

FALIERO

Israele, che vuoi?  

ISRAELE

Chiedo giustizia

contro il patrizio Steno.

FALIERO

E a me vendetta

chiedi de' torti tuoi?

ISRAELE

A te si spetta.

FALIERO

Ma le mie proprie offese

vanno impunite, e a me niegan giustizia.

ISRAELE

Dunque partito altro non v'ha che l'armi. ~

Ho un core ed un pugnal per vendicarmi.

 
Tempo d'attacco - moderato

FALIERO

Se pur giungi a trucidarlo  

un ne sveni, e mille pravi

sorgeranno a vendicarlo.

Chi di voi, frementi schiavi,

all'orrenda tirannia

chi resistere mai può?

ISRAELE

Sorgeranno in un baleno,

per punir l'iniquo Steno,

per salvar la patria oppressa,

mille brandi e mille eroi.

Sorgan pure a mille i pravi,

cadran tutti, o ch'io cadrò.

FALIERO

Mancheran tiranni e schiavi?

ISRAELE

Mancheran pugnali a noi?

FALIERO

Ne' tuoi detti avvi un arcano.

ISRAELE

Al doge? od a Faliero?

FALIERO

Sparve il doge.

ISRAELE

E il gran mistero

a Faliero io svelerò. ~

Già l'astro de' perversi

si offusca... una congiura...

FALIERO

Silenzio! In queste mura

v'è chi ascoltar ti può...

Una congiura? E i complici?

ISRAELE

Il brando e il mio coraggio,

e le private ingiurie,

ed il comun servaggio,

e della plebe il fremito,

i pianti ed il rancor.

FALIERO

Sono private smanie

represse in ogni cor,

ma a liberar Venezia

non son bastanti ancor.

ISRAELE

Non bastan le nequizie

de' perfidi impuniti?

Le violate vergini?

I talami traditi?

FALIERO

Sono tremende furie

che sbranano ogni cor,

ma a sollevar la patria,

no, non è tutto ancor.

ISRAELE

La non mertata infamia

di tua consorte? e l'onta

del doge? e quell'obbrobrio

che ricoprì tua fronte?

Scosso da tante ingiurie

non ti risvegli ancor?

Cantabile - larghetto

FALIERO

(Ah, qual rampogna! Oh furie!

Oh Steno! Oh, mio rossor!)

ISRAELE

(Tace, pensa, in sé tutto raccolto,

meditando va stragi e vendetta:

cento affetti ravviso in quel volto,

odio, sdegno, furore e pietà.)

FALIERO

(Odio, sdegno, vi sento, v'ascolto;

non invano gridate vendetta:

l'ultim'ora per gl'empi s'affretta,

il potere de' vili cadrà.)

 
Tempo di mezzo - allegro moderato

ISRAELE

Che risolvi?...  

FALIERO

Al ballo vieni

nelle case di Leoni:

là mi svela i tuoi campioni,

quanti sono, e i nomi lor.

ISRAELE

Non sperar che un nome sveli

finché il tuo non è il primier.

FALIERO

Osi tanto?

ISRAELE

Osai più ancora

al tuo fianco un dì pugnando.

O Faliero, ov'è il tuo brando

che salvò la patria allor?

Anche adesso un brando implora...

FALIERO

Sì.

(con gran forza, ma subito dopo apparisce profondamente commosso)

Avrà quello di Falier.

 
Cabaletta - moderato

ISRAELE

Tremar tu sembri e fremere,  

tu dubbi alzar la mano:

il sangue veneziano

gelar ti fa d'orror.

Ma se la patria opprimono

che geme tra gli affanni

periscano i tiranni,

salviam la patria ancor.

FALIERO

Fratelli, amici furono:

contr'essi armar la mano...

È sangue veneziano!

Rabbrivido d'orror.

Ma se la patria opprimono

che geme tra gli affanni

periscano i tiranni,

salviam la patria ancor.

 

Scena tredicesima

Gabinetto che mette in una gran sala da ballo.
Leoni e Servi.

 Q 

Leoni, servi, cavalieri, dame

 
[N. 5 - Scena e coro]

 N 

LEONI
(ai servi)

Le rose di Bisanzio  

a piene man versate,

e le tazze di Cipro inghirlandate;

la luce uguagli il giorno,

brillino in ogni loco

l'oro e le gemme, e tutti i miei tesori.

Nulla manchi alla pompa.

Aspetto il doge, e basti. Ite.

 
(i servi partono)

servi ->

 

Scena quattordicesima

Steno, in abito di maschera, e detto.

<- Steno

 

STENO

Leoni,  

non ti stupir.

LEONI

Che veggio?

Stamane condannato

osi al ballo venir! Cieco ben sei

d'un amor sventurato!...

STENO

Sarò a tutti nascosto, ed anco a lei.

È ver, io l'amo, e tanto

io l'amo più quanto è crudel mia sorte...

ma l'odio dell'amor è ancor più forte.

LEONI

Fernando...

STENO

Quel superbo

che m'attraversa ovunque il mio cammino;

non gli bastò gli onori

dell'armi a me rapire;

anche del vecchio l'ire

contro il mio amore accese.

Perché m'ama il senato,

idolo della plebe ora s'è fatto.

Bada, Leoni, e forse...

LEONI

V'ha chi veglia su lui?

STENO

Veglio io, e mal mi fuggirà colui.

LEONI

Calmati, Steno. Qui gioia ed oblio...

Arriva il doge; sii prudente.

STENO

Addio.

(si pone la maschera, e va a confondersi coi cavalieri nella sala)

Leoni ->

 

Scena quindicesima

Cavalieri e dame nella sala.
Mentre cantano il Coro, Faliero, Elena, Fernando traversano la sala.

<- Faliero, Elena, Fernando

 

CORO
(dentro alla sala)

Vieni, o dell'Adria  

beltà divina,

vieni, o regina,

lieti ne fa'.

Rendi esultanti

i balli, i cantici,

gloria e delizia

di nostra età.

Elena, Fernando ->

 

Scena sedicesima

Israele, che esce da una porta laterale, e Faliero.

<- Israele

 
[N. 6 - Scena e finale I]

 N 

Scena - larghetto

ISRAELE

Siam soli.  

FALIERO

Attento veglia.

ISRAELE

Occhio non avvi

che qui ne osservi, e delle danze al suono

propizio è il cospirar.

FALIERO

Dimmi: quai sono

i compagni all'impresa?

ISRAELE

(dandogli un foglio)

Eccoli: leggi.

FALIERO

Oh, quanti nomi!

ISRAELE

Eterni

ne' posteri vivran, se il tuo vi aggiungi.

FALIERO

(legge)

Un pescator?

ISRAELE

Povero d'oro e carco

d'odio pe' rei.

FALIERO

Vero figliuol di Marco.

Un dalmata?

ISRAELE

Che viene

co' suoi trecento a parteggiar.

FALIERO

Sta bene.

E un gondoliere ancora?

ISRAELE

Con altri cento assiso in sulla prora,

ei scioglierà primiero

un canto a libertade.

FALIERO

Ed a Faliero.

Scena - recitativo

 

Il fiorentin scultore?

Cessa la musica del ballo.

FALIERO

Funesto nome è questo!

ISRAELE

Silenzio!

FALIERO

Chi s'avanza?

ISRAELE

Nessun. Finì la danza.

FALIERO

Lasciami sol con me, sta pronto e mira.

(allontanandosi alquanto)

ISRAELE

Genio dell'Adria, or quella mente ispira!

FALIERO

Un pescator? Un dalmata?

Trecento prodi ancora,

un gondolier con altri cento uniti:

ma quel Beltram scultor...

La musica comincia.

ISRAELE

Comincia il ballo.

FALIERO

(rimettendogli il foglio)

La notte scelta?

ISRAELE

È questa.

FALIERO

Questa che già si avanza

sì tenebrosa?

ISRAELE

Sua feral sembianza

l'opra somiglia che pensiam.

FALIERO

E il loco?

ISRAELE

Il pian che mette al tempio

remoto di Giovanni Evangelista.

FALIERO

Ahi, rimembranza trista!

Sepolti ivi vi stanno

i padri miei!

ISRAELE

Con noi congiureranno.

La musica cessa ad un tratto.

FALIERO

Taci, sospeso a mezzo

il ballo fu... va', la cagion ne apprendi,

ma che lunghe non sian le tue dimore.

ISRAELE

(Amor di patria parla a quel core.)

(parte)

Israele ->

 

Scena diciassettesima

Faliero, indi Elena.

 
Scena - moderato

FALIERO

O superbo Faliero, a chi t'inchini  

per ricercar vendetta?

A chi? Alla plebe, e grandi cose aspetta.

E i soli vili qui sono i patrizi,

e il vero schiavo è il doge: orrido ludo

comincerò del mio feretro accanto,

ove tutto finisce?...

Tempo d'attacco - allegro vivace
(Elena entra)

<- Elena

 

A che smarrita?

ELENA

Una maschera ardita

ogni mio passo spia, m'incalza ed osa...

FALIERO

In casa di Leoni, alla mia sposa!

ELENA

Partiam!

FALIERO

(Terribil lampo

agli occhi miei!)

ELENA

Partiam!

FALIERO

(Io d'ira avvampo!)

 

Scena diciottesima

Fernando e Israele parlando fra loro sul limitare del gabinetto e detti.

<- Fernando, Israele

 
Tempo d'attacco - moderato

FERNANDO

Tu il vedesti?  

ISRAELE

Io con questi occhi...

FERNANDO

Quella maschera sì altera?

ISRAELE

Era l'empio.

FERNANDO

L'empio chi?

ISRAELE

Era Steno.

ELENA E FERNANDO

Steno qui?

 

FALIERO E FERNANDO

Ah questa ingiuria estrema,  

questo inatteso insulto,

perfido Steno, trema,

inulto non andrà.

(avviandosi alla sala)

ELENA
(a Fernando)

Fermati per pietà.

ISRAELE

(traendo Faliero da una parte)

Signor, usciam di qua.

Largo concertato - larghetto

 

Invitato all'empia festa

non invan te avrà Leoni,

altra offesa e più funesta,

se lo sdegno non sprigioni,

se raffreni l'ire ancora,

a soffrir ti resterà.

FALIERO
(a Israele)

Di vendetta batte l'ora,

tu mi scorgi, tu m'affretta,

la vendetta sol m'incora,

mi preceda la vendetta,

tante ingiurie, affanni ed ire

la vendetta finirà.

FERNANDO
(ad Elena)

No, del lungo mio soffrire

vendicare alfin mi voglio;

vo' punir lo stolto ardire,

tanti oltraggi, il fiero orgoglio.

Prego o pianto del codardo

l'ira mia non tratterrà.

ELENA
(a Fernando)

Un mio detto, un solo sguardo

imperava sul tuo core.

Or non curi alcun riguardo

dominato dal furore.

Se non vuoi vedermi estinta

deh ti placa, per pietà.

 

Scena diciannovesima

Steno mascherato e detti.

 
Tempo di mezzo - moderato

ISRAELE

Eccolo: è desso.  

TUTTI

Desso!

FALIERO

Audace! in queste soglie...

ISRAELE

Sotto mentite spoglie...

ELENA

Ciel!

FERNANDO

Scuopriti, se hai cor.

 
(fra loro)

STENO

Qual io mi sia non curo  

la tua minaccia, o stolto;

se mi vedrai in volto

io ti farò terror.

FERNANDO

Basso parla: fra noi, Steno,

parlar più non dée che il brando.

STENO

Tu m'inviti? Oh gioia! quando?

FERNANDO

Questa notte istessa.

STENO

Il vo'!

FERNANDO

Dietro al tempio di Giovanni,

tra i sepolcri, al manco lato,

quando terza avrà sonato

sol a sol t'attenderò.

STENO

Guerra a morte!

FERNANDO

A morte guerra!

Un di noi doman sotterra.

STENO

Là m'attendi ed io verrò.

 

ELENA

(Fra lor parlan: tutta io tremo...)

ISRAELE

(Il fellone...)

FALIERO

(D'ira fremo...)

TUTTI

(E soffrir, tacer dovrò!)

Stretta - stesso tempo

FERNANDO

(Al mio brando or è fidata

la negata a noi giustizia;

ei cadrà e vendicata

l'innocenza alfin sarà.

Le codarde note il perfido

col suo sangue laverà.)

ELENA

(Han deciso! Il guardo torbido

spira sangue e morte spira:

implacabile nell'ira!

Oh, di lor chi perirà?

Non sia vero il mio presagio:

giusto cielo, abbi pietà!)

STENO

(Egli esulta, egli minaccia,

fremi pur, guardami altero;

il tuo nome di Faliero

solo a sol non gioverà.

Anche un'ora! e udrotti, o perfido,

steso al suol chieder pietà!)

ISRAELE
(a Faliero)

Tra le danze anche, e fra il giubilo

la pazienza tua s'insulta!

È giustizia è sempre inulta?

E di lor tu avrai pietà?

O i tiranni alfin periscano,

o Venezia perirà.

FALIERO
(a Israele)

Taci, amico, taci e frenati:

può tradirti qui il tuo sdegno:

serba l'ire al gran disegno

che i superbi punirà.

Anche un'ora! e avrà principio

la verace libertà.

CORO
(nella sala)

Al ballo, al ballo, al ballo.

 

ISRAELE
(a Faliero)

Al ballo vadasi:

l'alta vendetta

d'alto silenzio

figlia sarà.

FERNANDO E STENO

Al ballo tornisi:

l'ira funesta

che il petto m'agita

vendetta avrà.

ELENA

Ahi! Qual preparasi

scena funesta!

Straziata l'anima

regger non sa.

 
Tutti entrano nella sala da ballo.
 

Scena ventesima

Leoni, Beltrame, Cavalieri, Dame e detti.

<- Leoni, Beltrame

 

LEONI E CORO

Vieni a noi beltà dell'Adria  

e di te lieti ne fa';

tra le danze e il riso aspettano,

vieni a noi, vieni o beltà.

ELENA
(a Fernando)

Cedi, cedi alle mie lacrime,

del mio duol abbi pietà.

Un orribile presagio

conturbando il cor mi va.

FERNANDO
(ad Elena)

Nel valor, nel mio cor fidati

che l'amor raccenderà;

non temer! punito il perfido

a' miei piedi alfin cadrà.

STENO
(a Leoni)

La tua festa m'è propizia

e vendetta mi darà.

Mi sfidò; t'allegra: il perfido

a' miei piè morto cadrà.

ISRAELE
(a Faliero)

Fermo sta nel gran proposito

che delitto è la pietà.

Se i tiranni non periscono

la tua patria perirà.

FALIERO
(a Israele)

Periranno! Il mio proposito

come rupe immoto sta.

Anche un'ora, e avrà principio

la verace libertà.

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

[Preludio]

Arsenale.

coro di artigiani
 

[N. 1 - Introduzione]

Issa, issa, issa, là

coro di artigiani
<- Israele
 
Israele e coro
Oh, miei figli!
coro di artigiani, Israele
<- Steno

Amici! dei patrizi!

coro di artigiani, Israele
Steno ->
Israele e Coro
O patrizi scellerati

Sala nel palazzo del doge.

Fernando
 

[N. 2 - Scena e cavatina]

No, no, di abbandonarla

[N. 3 - Scena e duetto]

Ma giunge alcun?...

Fernando
<- Elena

Fernando! Ardisci ancor?

Il doge!

Fernando, Elena
<- Faliero

Elena... tu piangesti?

Fernando, Faliero
Elena ->

Nuove pavento sventure

Faliero
Fernando ->

Come l'onta lavar

Faliero
<- Vincenzo

Ebben che dici?

Faliero
Vincenzo ->

E fino a quando inulto

Faliero
<- Israele

[N. 4 - Scena e Duetto]

Israele, che vuoi?

Che risolvi?

Gabinetto che mette in una gran sala da ballo.

Leoni, servi, cavalieri, dame
 

[N. 5 - Scena e coro]

Le rose di Bisanzio

Leoni, cavalieri, dame
servi ->
Leoni, cavalieri, dame
<- Steno

Leoni, non ti stupir

(Steno va a confondersi coi cavalieri nella sala)

cavalieri, dame, Steno
Leoni ->
cavalieri, dame, Steno
<- Faliero, Elena, Fernando
cavalieri, dame, Steno, Faliero
Elena, Fernando ->
cavalieri, dame, Steno, Faliero
<- Israele

[N. 6 - Scena e finale I]

Siam soli.

(cessa la musica del ballo)

(la musica comincia)

(la musica cessa ad un tratto)

cavalieri, dame, Steno, Faliero
Israele ->

O superbo Faliero

cavalieri, dame, Steno, Faliero
<- Elena

cavalieri, dame, Steno, Faliero, Elena
<- Fernando, Israele

Tu il vedesti?

Faliero Fernando Elena e Israele
Ah questa ingiuria estrema

Eccolo: è desso

Steno, Fernando, Elena, Israele, Faliero, Coro
Qual io mi sia non curo

(tutti entrano nella sala da ballo)

cavalieri, dame, Steno, Faliero, Elena, Fernando, Israele
<- Leoni, Beltrame
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena diciassettesima Scena diciottesima Scena diciannovesima Scena ventesima
Arsenale. Sala nel palazzo del doge. Gabinetto che mette in una gran sala da ballo. Piazza di S. Giovanni e S. Paolo. È notte. Appartamenti del doge. Sala del consiglio dei dieci.
[Preludio] [N. 1 - Introduzione] [N. 2 - Scena e cavatina] [N. 3 - Scena e duetto] [N. 4 - Scena e Duetto] [N. 5 - Scena e coro] [N. 6 - Scena e finale I] [N. 7 - Coro di Gondolieri e Barcarola] [N. 8 - Scena ed aria] [N. 9 - Scena ed aria] [N. 10 - Coro - larghetto] [N. 11 - Scena ed aria] [N. 12 - Coro ed aria] [N. 13 - Preghiera] [N. 14 - Scena e duetto finale]
Atto secondo Atto terzo

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