Atto quarto

 

Scena unica

Proserpina, Plutone, Spiriti infernali

 
[Sinfonia]

 N 

 

PROSERPINA

Signor, quell'infelice  

che per queste di morte ampie campagne

va chiamando Euridice,

ch'udito hai tu pur dianzi

così soavemente lamentarsi,

mess'ha tanta pietà dentro al mio core

ch'io torno un'altra volta a porger preghi

perch'il tuo nume al suo pregar si pieghi.

Deh, se da queste luci

amorosa dolcezza unqua traesti

se ti piacque il seren di questa fronte

che tu chiami tuo cielo, onde mi giuri,

di non invidiar sua sorte a Giove,

pregoti per quel foco

con cui già la grand'alma Amor t'accese,

d'Orfeo dolente il lagrimar consola,

e fa' che la sua donna in vita torni

al bel seren dei sospirati giorni.

PLUTONE

Benché severo ed immutabil fato

contrasti, amata sposa, a' tuoi desiri,

pur nulla omai si neghi

a tal beltà congiunta a tanti preghi.

La sua cara Euridice

contra l'ordin fatale Orfeo ricovri.

Ma, pria ch'ei tragga il piè da questi abissi

non mai volga ver lei gli avidi lumi,

ché di perdita eterna

gli fia certa cagione un solo sguardo.

Io così stabilisco. Or nel mio regno

fate, o ministri, il mio voler palese,

sì che l'intenda Orfeo

e l'intenda Euridice

e di cangiarlo or più tentar non lice.

SPIRITI INFERNALI

O de gli abitator de l'ombre eterne

possente re, legge ne sia tuo cenno,

ché ricercar altre cagioni interne

di tuo voler nostri pensier non denno;

trarrà da queste orribili caverne

sua sposa Orfeo, s'adoprerà suo senno

sì che no 'l vinca giovanil desio,

né i gravi imperi tuoi sparga d'oblio.

PROSERPINA

Quali grazie ti rendo

or che sì nobil dono

concedi a' prieghi miei signor cortese?

Sia benedetto il dì che pria ti piacqui,

benedetta la preda e 'l dolce inganno,

poiché per mia ventura

feci acquisto di te perdendo il sole.

PLUTONE

Tue soavi parole

d'amor l'antica piaga

rinfrescan nel mio core,

così l'anima tua non sia più vaga

di celeste diletto,

sì ch'abbandoni il marital tuo letto.

 

SPIRITI INFERNALI

Pietate oggi e Amore    

trionfan ne l'inferno.

Ecco il gentil cantore,

che sua sposa conduce al ciel superno.

S

Ritornello

ORFEO

Qual onor di te fia degno,

mia cetra onnipotente,

s'hai nel tartareo regno

piegar potuto ogn'indurata mente?

<- Orfeo, Euridice

Ritornello

 

Luogo avrai fra le più belle

immagini celesti

ond'al tuo suon le stelle

danzeranno co' giri or tardi or presti.

Ritornello

 

Io, per te felice a pieno,

vedrò l'amato volto,

e nel candido seno

de la mia donna oggi sarò raccolto.

 

 

Ma mentre io canto, ohimè chi m'assicura  

ch'ella mi segua? Ohimè, chi mi nasconde

de l'amate pupille il dolce lume?

Forse d'invidia punte

le deità d'Averno

perch'io non sia qua giù felice a pieno

mi tolgono il mirarvi,

luci beate e liete,

che sol col guardo altrui bear potete?

Ma che temi, mio core?

Ciò che vieta Pluton, comanda Amore;

a nume più possente,

che vince uomini e dèi,

ben ubbidir dovrei.

 
(qui si fa strepito dietro alla scena)
 

 

Ma che odo, ohimè lasso?  

S'arman forse a' miei danni

con tal furor le Furie innamorate

per rapirmi il mio bene, ed io 'l consento?

(qui si volta)

O dolcissimi lumi, io pur vi veggio,

io pur... ma qual eclissi, ohimè, v'oscura?

UNO SPIRITO

Rott'hai la legge, e se' di grazia indegno.

EURIDICE

Ahi, vista troppo dolce e troppo amara!

Così per troppo amor dunque mi perdi?

Ed io, misera, perdo

il poter più godere

e di luce e di vita, e perdo insieme

te d'ogni ben mio più caro, o mio consorte.

SPIRITI INFERNALI

Torna a l'ombre di morte,

infelice Euridice,

né più sperar di riveder il sole,

ch'omai fia sordo a' prieghi altrui l'inferno.

 

Euridice ->

ORFEO

Dove te n' vai, mia vita? ecco i' ti seguo.  

Ma chi me 'l vieta, ohimè, sogno o vaneggio?

Qual poter, qual furor da questi orrori,

da questi amati orrori

mal mio grado mi tragge e mi conduce

a l'odiosa luce?

 

Orfeo ->

[Sinfonia]

 N 

 

SPIRITI INFERNALI

È la virtute un raggio  

di celeste bellezza,

fregio dell'alma ond'ella sol s'apprezza:

questa di tempo oltraggio

non teme, anzi maggiore

divien se più s'attempa il suo splendore.

Nebbia l'adombra sol d'affetto umano,

a cui talor invano

tenta opporsi ragion, ch'ei la sua luce

spegne, e l'uomo cieco a cieco fin conduce.

Orfeo vinse l'inferno e vinto poi

fu da gli affetti suoi.

Degno d'eterna gloria

fia sol colui ch'avrà di sé vittoria.

 
[Sinfonia]

 N 

 
Qui di nuovo si volge la scena.
 

Fine (Atto quarto)

Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto Atto quinto
Proserpina, Plutone, Spiriti infernali
 

[Sinfonia]

Signor, quell'infelice

Spiriti infernali, Orfeo
Pietate oggi e Amore
Proserpina, Plutone, Spiriti infernali
<- Orfeo, Euridice
 

Ma mentre io canto, ohimè, chi m'assicura

(strepito dietro alla scena)

Ma che odo, ohimè lasso?

Proserpina, Plutone, Spiriti infernali, Orfeo
Euridice ->

Dove te n' vai, mia vita? ecco i' ti seguo

Proserpina, Plutone, Spiriti infernali
Orfeo ->

[Sinfonia]

Spiriti infernali
È la virtute un raggio

[Sinfonia]

 
Scena unica
[Tocata] [Sinfonia] [Introduzione] [Sinfonia] [Sinfonia] [Sinfonia] [Sinfonia] [Sinfonia] [Sinfonia] [Sinfonia] [Sinfonia] [Sinfonia] [Sinfonia] [Sinfonia] [Sinfonia] [Moresca]
Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quinto

• • •

Testo PDF Ridotto