Atto primo

 
Parte prima.
 

Scena prima

Spazioso terrapieno nella fortezza.
Si veggono alcune cinte, torri ed altre specie di fortificazioni con ponti levatoi ecc.
Da lontano si scorgono assai pittoresche montagne, che fanno bellissima e solenne veduta; mentre il sole, che nasce, va gradatamente illuminandole, siccome poi rischiara tutta la scena.
Sopra li baluardi si veggono scambiare le sentinelle.
Sentinelle fuori e dentro la fortezza, indi Bruno e coro di Soldati.

Bozzetti

 Q 

sentinelle

 
[Introduzione]

 N 

 

SENTINELLE

All'erta.  

IIº

All'erta.

TUTTE

L'alba apparì.

(il tamburo e le trombe suonano la sveglia)

SENTINELLE

La tromba...

IIº

Rimbomba...

TUTTE

Nunzia del dì.

 

<- Bruno, soldati

BRUNO E CORO DI SOLDATI

(che a poco a poco escono con attrezzi militari; puliscono ed acconciano le arme)

Quando la tromba squilla,  

ratto il guerrier si desta,

l'arme tremende appresta,

alla vittoria va!

Pari del ferro al lampo,

se l'ira in cor sfavilla,

degli Stuardi il campo

in cenere cadrà.

(odesi un preludio di armonia religiosa entro la fortezza)

BRUNO

O di Cromvel guerrieri,

pieghiam la mente e il cor

a' mattutini cantici

sacri al divin fattor.

(li soldati s'inginocchiano. La campana suona la preghiera)
 

CORO DI PURITANI
(dentro la fortezza)

La luna, il sol, le stelle,  

le tenebre e il fulgor

dan gloria al creator

in lor favelle!

La terra e i firmamenti

esaltano il signor:

a lui dian laudi e onor

tutte le genti!

 

SOLDATI

Udisti?  

IIº

Udii...

TUTTI

Finì!

BRUNO

Al re che fece il dì

l'inno de' puri cor

salì sui venti!

 

Scena seconda

Coro di Castellane e Castellani, che recano cestellini di fiori.

<- castellane, castellani

 

CORO

A festa!...  

IIº

A festa!...

TUTTI

A festa!...

BRUNO

(invitando i soldati a cantare)

Almo gioir s'appresta...

a tutti rida il cor.

Cantate un casto amor.

 

CORO
(in forma di canzone a ballo)

Garzon, che mira Elvira  

la bella verginella,

l'appella la sua stella...

regina dell'amor.

È il riso e il caro viso

beltà di paradiso;

è rosa in su lo stel,

è un angelo del ciel!

Sincero un cavaliero

in pianto a lei d'accanto,

ha il vanto altero e santo

d'innamorar quel cor.

Elvira allor sospira,

gli chiede eterna fede:

ed oggi dà mercede

a un sì fidato ardor.

 

A festa!...

IIº

A festa!...

TUTTI

A festa!...

BRUNO

Almo gioir s'appresta:

a tutti ride il cor

se a nozze invita amor.

 
(tutti partono; il solo Bruno, volgendo il capo e vedendo Riccardo che esce disperatamente afflitto, si ferma in disparte)

castellane, castellani, soldati, sentinelle ->

 

Scena terza

Riccardo, e Bruno.

<- Riccardo

 
[Cavatina di Riccardo]

 N 

 

RICCARDO

Or dove fuggo io mai?... Dove mai celo  

gli orrendi affanni miei? Come quei canti

rispondono al mio cor funerei pianti! ~

Oh Elvira, oh Elvira, oh mio sospir soave,

per sempre io ti perdei!

Senza speme ed amor... in questa vita

or che rimane a me?

BRUNO

La patria e il cielo.

RICCARDO

Qual voce?... Che dicesti? ~ È vero... è vero!

BRUNO

Apri il tuo core intero

all'amistà; n'avrai conforto...

RICCARDO

È vano:

ma pur t'appagherò. ~ Sai che d'Elvira

il genitor m'acconsentia la mano,

quando al campo volai.

Ieri alla tarda sera,

qui giunto con mia schiera,

pien d'amorosa idea,

vo al padre...

BRUNO

Ed ei dicea?

RICCARDO

«Sospira Elvira a Talbo cavaliero

e sovra il cor non v'ha paterno impero.»

BRUNO

Ti calma, o amico...

RICCARDO

Il duol, che al cor mi piomba,

sol calma avrà nel sonno della tomba.

 

Ah per sempre io ti perdei,    

fior d'amore, o mia speranza:

ah la vita che m'avanza

sarà vita di dolor...

sarà esempio di terror!

Quando errai per anni ed anni

al poter della ventura,

io sfidai sciagura e affanni

nella speme del tuo amor...

Oh qual sogno ingannator!

S

Sfondo schermo () ()

Brano musicale ()

 
(sentesi una breve marcia; li soldati trapassano la scena per andare alle rassegne)

<- soldati

soldati ->

 

BRUNO

T'appellan le schiere  

a lor condottier.

RICCARDO

Di gloria il sentiere

m'è chiuso al pensier.

BRUNO

A patria e ad onore

non arde il tuo cor?...

RICCARDO

Io ardo... e il mio ardore

è amore, è furor!

BRUNO

Deh poni in oblio

l'età, che fioriva

nei sogni d'amor.

RICCARDO

Mi è in mente ognor viva,

mi accresce il desio,

m'addoppia il dolor.

Bel sogno beato  

d'amore e contento

o cangia il mio fato,

o cangia il mio cor.

Oh come è tormento

nei dì del dolore

la dolce memoria

d'un tenero amor!

Brano musicale ()

 
 

Scena quarta

Stanze di Elvira.
Le finestre gotiche sono aperte: si vedono le fortificazioni, ecc.
Elvira, e sir Giorgio.

Bozzetti

 Q 

Elvira, Giorgio

 
[Duetto Giorgio ed Elvira]

 N 

 

ELVIRA

O amato zio, o mio secondo padre!  

GIORGIO

Perché mesta così?... M'abbraccia, Elvira.

ELVIRA

Deh chiamami tua figlia!

GIORGIO

Oh figlia... oh nome,

che la vecchiezza mia consola e alletta,

pe 'l dolce tempo ch'io ti veglio accanto,

e pe 'l soave pianto,

che in questo giorno d'allegrezza pieno,

piove dal ciglio ad inondarmi il seno...

Oh figlia mia diletta,

oggi sposa sarai!

ELVIRA

Sposa?... No: mai!

 

 

Sai come arde in petto mio  

bella fiamma onnipossente,

sai ch'è puro il mio desio,

che innocente è questo cor.

Se tremante ~ all'ara innante

strascinata ~ un dì sarò...

forsennata ~ in quell'istante

di dolore io morirò!

GIORGIO

Scaccia ormai pensier sì nero.

ELVIRA

Morir sì... Sposa no mai!

GIORGIO

Che dirai, se il cavaliero

qui vedrai... se tuo sarà?...

ELVIRA

Ciel!... Ripeti, chi verrà?

GIORGIO

Egli stesso...

ELVIRA

Egli... Chi?...

GIORGIO

Arturo.

ELVIRA

E fia vero!...

GIORGIO

Oh figlia... il giuro!

ELVIRA

Desso?... Arturo?

GIORGIO

Arturo.

ELVIRA

Oh gioia!

ELVIRA

Non è un sogno... oh Arturo, oh amor!

Insieme

GIORGIO

Non è un sogno... oh Elvira, oh amor!

(Elvira s'abbandona tra le braccia dello zio)

GIORGIO

Piangi, o figlia, sul mio seno,

piangi, ah piangi di contento,

ti cancelli ogni tormento

questa lacrima d'amor.

E tu mira, o dio pietoso

l'innocenza in uman velo:

benedici tu dal cielo,

questo giglio di candor!

ELVIRA

Quest'alma, al duolo avvezza,

sì vinta è dal gioir,

che ormai non può capir

sì gran dolcezza!

Chi mosse a' miei desir

il genitor?...

GIORGIO

Ascolta.

Sorgea la notte folta,

tacea la terra e il ciel;

parea natura avvolta

d'un fosco e mesto vel.

L'ora propizia a' miseri,

il tuo pregar, tue lagrime

m'avvalorar sì l'anima,

ch'io corsi al genitor.

ELVIRA

Oh mio consolator!

GIORGIO

Incominciai: «Germano»,

né più potei parlar;

allor bagnai sua mano

d'un muto lagrimar.

Poi ripigliai, tra gemiti:

«L'angelica tua Elvira

al prode Artur sospira;

se ad altre nozze andrà...

la misera... morrà.»

ELVIRA

Oh! Spirto di pietà,

sceso dal ciel per me.

(con ansietà)

E il padre?...

GIORGIO

Ognor tacea...

ELVIRA

Poscia?...

GIORGIO

Sclamò: «Riccardo

chiese e ottenea mia fé:

ei la mia figlia avrà!»

ELVIRA

Ciel! Sol a udirti io palpito!...

E tu?...

GIORGIO

«La figlia misera!»,

io ripetea, «morrà!».

«Ah, viva!» ei mi dice,

e stringemi al cor,

«Sia Elvira felice,

sia lieta d'amor».

(mentre Elvira nuovamente corre fra le braccia dello zio e vuol parlare, odesi fuori della fortezza un suono di corni di caccia)

ELVIRA

Odi... oh ciel, qual suon si desta?  

GIORGIO

Ascoltiam: ti rassecura.

ELVIRA

Vien lo suon dalla foresta...

GIORGIO

È il segnal di gente d'arme,

che dal vallo nelle mura

chiede forse penetrar.

ARMIGERI
(fuori della fortezza)

Viene il prode e nobil conte,

Artur Talbo cavalier!

GIORGIO

Non te 'l dissi?

ELVIRA

(abbracciando Giorgio)

Ah padre mio!...

GIORGIO

Pago alfin è il tuo desio?

ARMIGERI
(dentro la fortezza)

Lord Arturo varchi il ponte,

fate campo al pro' guerrier!

GIORGIO

A quel suono, al nome amato,

al tuo core or presta fede;

questo giorno venturato

d'ogni gioia è bel forier!...

ELVIRA

A quel nome, al mio contento,

al mio core io credo appena:

tanta gioia, oh dio, pavento,

non ho lena ~ a sostener!

 
Coro d'Armigeri, Araldi e Castellane dentro le scene, dal lato per ove si crede che Arturo faccia il suo ingresso nella fortezza.

<- armigeri, araldi, castellane

Ad Artur de' cavalieri,  

bel campione in giostra e amor,

le donzelle ed i guerrieri

fanno festa e fanno onor!

 
 

Scena quinta

Sala d'arme con logge vaste, ove l'architettura gotica mostra la intera sua pompa.
Il fondo della scena è aperto.
Fra le colonne si veggono sempre alcune tracce delle fortificazioni, ecc.
Elvira, Valton, sir Giorgio, lord Arturo, Bruno.

Bozzetti

 Q 

(nessuno)

 
[Coro e Cavatina]

 N 

 
Dal lato destro esce lord Arturo con alcuni Scudieri e Paggi, li quali recano vari doni nuziali; e tra questi si vedrà un magnifico velo bianco.

<- scudieri, paggi

<- damigelle, castellani, castellane

<- soldati

Dal lato sinistro escono Elvira, Valton, sir Giorgio, Damigelle con Castellani e Castellane che portano festoni di fiori e gl'intrecciano alle colonne.
Dal fondo della scena escono li Soldati guidati da Bruno che fanno corteggio e danno compimento al decoro della festa.
N. B. Tutti li principali attori vengono in scena alla fine del coro.
 
Coro generale.
 

UOMINI

Ad Arturo.  

DONNE

Onor!

TUTTI

A Elvira

coroniam beltà e valor!

 
Coro di Scudieri d'Arturo, e di Damigelle d'Elvira.
 

DAMIGELLE

Ella è fior di verginelle,

bella al par di primavera,

com'è l'astro della sera

spira all'alma pace e amor!

 

SCUDIERI

Bello egli è tra cavalieri,

com'è il cedro alla foresta:

in battaglia egli è tempesta:

è campione in giostra e amor.

 

<- Arturo, Elvira, Valton, Giorgio, Bruno

ARTURO

A te, o cara, amor talora    

mi guidò furtivo e in pianto,

or mi guida a te d'accanto

tra le feste e l'esultar!

Al brillar di sì bell'ora,

se rammento il duol passato,

vo in ebbrezza... e son beato,

m'è celeste il giubilar!

Il mio fremito, il mio sguardo,

questo palpito frequente

ti diran la fiamma ond'ardo,

come amor m'inebria il cor.

Sempre assorto al tuo sembiante,

o mio angelo d'amore,

vivrò ognor felice amante...

sul tuo seno io spirerò.

S

Sfondo schermo () ()

Brano musicale ()

 

CORO GENERALE

Tregua ai sospiri  

pace al dolore

imene e amore

vi arriderà.

A chi è fedele

dopo il tormento

ogni contento

divin si fa.

 

GIORGIO E VALTON

Senza occaso questa aurora  

mai null'ombra, o duol vi dia:

santa in voi la fiamma sia:

pace ognor v'allieti il cor!

ELVIRA

Oh mio Arturo!...

ARTURO

Ah Elvira mia!...

ELVIRA

Or son tua...

ARTURO

Sì, mia tu sei!...

ELVIRA, ARTURO, VALTON, GIORGIO, BRUNO, CORO

Cielo arridi a' voti miei,

benedici e fede e amor!

 

Scena sesta

Arturo, Valton, Giorgio, Elvira, poi Bruno ed Enrichetta.

 
[Recitativo dopo la Cavatina d'Arturo]

 N 

 

Bruno ->

VALTON

(dopo aver piano detto un motto a Bruno che s'inchina e parte)

Tu m'intendesti. ~ Fia mortal delitto  

a chi s'attenta escir da queste mura

se non abbia il mio assenso. ~ O cari figli,

si compia senza me l'augusto rito.

(ad Arturo cui dà un foglio)

Mercé di questo scritto

voi, sino al tempio, aperto passo avrete.

(a Giorgio)

Tu gli accompagnerai. ~

(Bruno giunge con Enrichetta)

<- Bruno, Enrichetta

 

Oh nobil dama,  

l'alto anglican sovrano parlamento

ti chiama al suo cospetto: io ti son scorta!

ENRICHETTA

(Ahimè, che sento!) E che da me si chiede?...

VALTON

(esitando; poi colla figlia s'accosta ai doni nuziali guardandoli)

A me s'addice

obbedir e tacer. ~ Altro non lice.

ARTURO
(a Giorgio in disparte)

È de' Stuardi amica?

GIORGIO
(ad Arturo in disparte)

È prigioniera

da molte lune, e fu da ognun creduta

amica de' Stuardi e messaggera,

in mentito abito e nome.

(Valton gli fa cenno colla mano e gli parla all'orecchio)

ARTURO

(da sé, ma guardando pietosamente Enrichetta)

(Oh dio! Che ascolto!

È deciso il suo fato: essa è perduta.

Oh sventurata!...)

ENRICHETTA

(accorgendosi del guardar pietoso di Arturo)

(Qual pietà in quel volto!...)

VALTON

Oh figli: al tempio e alle pompose feste

accorra ognun.

(ad Elvira, poi alle damigelle)

La nuziale veste

va' o diletta, a indossar. Ite voi seco.

(a Bruno)

Fuori del vallo i miei destrier sien presti;

ché in breve io qui sarò.

(ad Enrichetta)

La nostra andata

ci è forza d'affrettar!

(ai figli)

Com'io v'unisca

e a voi sorrida il cielo, o coppia amata.

 
(Valton unisce nuovamente le destre di Elvira e di Arturo, li benedice e parte co' le guardie: Giorgio ed Elvira partono co' le damigelle. Arturo fa sembiante di partire, ma guarda attentamente all'intorno, quasi per assicurarsi che tutti sono andati)

Valton, scudieri, paggi, Giorgio, Elvira, damigelle, castellani, castellane, soldati, Bruno ->

 

Scena settima

Enrichetta, ed Arturo.

 

ENRICHETTA

(guardando attentamente lord Arturo)

(Pietà e dolore  

ha in fronte e fanno sicurtà del core.)

Cavalier!

ARTURO

(torna ad Enrichetta)

S'or ti è d'uopo di consiglio,

di soccorso e d'aita, in me t'affida!

(con franchezza leale)

ENRICHETTA

(con mistero e fiducia)

Se mi stesse sul capo alto periglio?...

ARTURO

Deh, parla; oh dio!... Che temi?

ENRICHETTA

Breve ora... e sarò spenta!...

(Arturo fa un segno di fremito)

 

Ah tu ne fremi!...

ARTURO

(con risoluzione)

Sì, fremo... io fremo

per te, per me... pe 'l padre mio, che spento

cadea fido a' Stuardi! ~ E tu chi sei?...

(con entusiasmo)

Oh chi tu sii, ti vuò salvar...

ENRICHETTA

È tardi!

 
[Finale I]

 N 

 

ENRICHETTA

Figlia a Enrico, e a Carlo sposa,  

pari ad essi avrò la sorte...

ARTURO

(s'inginocchia)

Oh... regina...

ENRICHETTA

Attendo morte!

ARTURO

(alzandosi)

Taci, ah taci per pietà!...

Fuor le mura... a tutti ascosa

ti trarrò per vie sicure...

tu n'andrai di qui...

ENRICHETTA

Alla scure!

Scampo e speme... Oh Artur, non v'ha.

ARTURO

No, reina, ancor v'è speme:

o te salva... o spenti insieme.

ENRICHETTA

Cangia, o Arturo, il pio consiglio,

pensa al tuo mortal periglio;

pensa a Elvira, il tuo tesoro,

che ti attende al sacro altar!

ARTURO

Non parlar di lei che adoro:

di valor non mi spogliar!

ENRICHETTA

Sventurata prigioniera,

il mio fato io seguirò:

giunse a me l'estrema sera...

per te l'alba incominciò!...

ARTURO

Sarai salva, o sventurata,

o la morte incontrerò...

e la vergin mia adorata

nel morire invocherò!

 

Scena ottava

Elvira, Giorgio, Arturo, Enrichetta.

<- Elvira, Giorgio

 
Elvira ha il capo coronato di rose: ha un bellissimo monile di perle al collo: si vede per altro che le manca il compimento della pompa nuziale. Entra in scena avendo nelle mani il magnifico velo bianco regalatole da Arturo.
 

ELVIRA

Son vergin vezzosa ~ in veste di sposa?    

Son bianca ed umil ~ qual giglio d'april?

Ho chiome odorose ~ cui cinser tue rose;

ho il seno gentile ~ del tuo bel monil.

S

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Brano musicale ()

 

ENRICHETTA E ARTURO

Se miro il suo candor,  

mi par la luna, allor

che tra le nubi appar

la notte a consolar.

GIORGIO

Se ascolto il suo cantar

un angelo mi par,

che intoni al primo albor

inni al superno amor.

ELVIRA

Dama, s'è ver che m'ami...

ENRICHETTA

Dimmi, o gentil: che brami?

ELVIRA

Qual mattutina stella

bella vogl'io brillar:

del crin le molli anella

mi giova ad aggraziar.

ENRICHETTA

Elvira mia diletta

son presta al tuo pregar.

(Elvira si accosta ad Enrichetta invitandola ad insegnarle di acconciare il velo)

ARTURO E GIORGIO

(ad Enrichetta, quasi scusando la infantile preghiera di Elvira)

Fanciulla e semplicetta,

ognor desia scherzar:

scusare a te s'aspetta

suo troppo vezzeggiar.

ELVIRA

A illeggiadrir mia prova

deh, non aver a vil

il velo in foggia nova

sul capo tuo gentil!

(Elvira vuol porre il velo sul capo d'Enrichetta, Arturo no 'l vorrebbe: ma la regina gli fa cenno d'allontanarsi: e risponde scherzando ad Elvira)

ENRICHETTA

Il vezzo tuo m'alletta,

mi è caro secondar.

ELVIRA

O bella, ti celo

le anella del crin,

com'io nel bel velo

mi voglio celar.

Ascosa, o vezzosa,

nel velo divin,

or sembri la sposa

che vassi all'altar.

(Arturo nel ritornello dell'aria d'Elvira, alle parole "or sembri la sposa" fa un gesto rimarchevole, e quasi d'idea che gli corre per la mente)

ENRICHETTA

(Ascosa in bianco vel,

or posso, oh dio, celar

l'affanno, il palpitar,

l'angoscia del mio cor!...

Deh, tu pietoso ciel,

raccogli con favor

la prece di dolor

ch'osai a te levar!)

ARTURO

(Oh come da quel vel,

che le nasconde il crin,

veggio un splendor divin

di speme a balenar!

Deh tu pietoso ciel,

m'avviva il tuo favor,

mi fa da reo furor

la vittima salvar!)

GIORGIO

(guardandola con paterna compiacenza)

(Elvira col suo vel

un zeffiretto appar,

un'iride sul mar,

un silfo in grembo ai fior.

T'arrida, o cara, il ciel

col roseo suo favor,

tal ch'io ti veggia ognor

tra vezzi a giubilar!)

 
Valton dentro le scene, e coro di Damigelle che compariscono sulle soglie degli appartamenti, ripetendo le parole di Valton.

<- damigelle

VALTON

Elvira... mia Elvira,  

il dì l'ore avanza!

Insieme

CORO

Elvira... deh Elvira,

il dì l'ore avanza!

 

ELVIRA

Se il padre s'adira...

io volo a mia stanza.

(con vezzo semplice)

Ma poscia, o fedel,

tu posami il vel!

ARTURO, GIORGIO E ENRICHETTA

Se il padre s'adira...

ah riedi a tua stanza!

Sarà il tuo fedel,

che t'orni del vel!

 
(Elvira parte co' le damigelle e con Giorgio)

Elvira, damigelle, Giorgio ->

 

Scena nona

Enrichetta, ed Arturo.

 
(Arturo guarda con grande sospetto all'intorno nuovamente, e trae dalla cintura il foglio avuto da Valton)

ENRICHETTA

(in atto di deporre il velo)

(Sulla virginea testa  

d'una felice un bianco vel s'addice.

A me non già...)

ARTURO

(correndo a lei, e trattenendola)

T'arresta!

È chiaro don del ciel! Così ravvolta,

deluderai la vigilante scolta...

tu mia sposa parrai...

(con risolutezza)

Vieni...

ENRICHETTA

Che dici mai?

Tu corri a tua ruina, a orribil sorte!...

(Arturo le afferra la mano in atto di forzarla a partire)

ARTURO

Vieni... Ah vieni... T'involo a certa morte.

 

Scena decima

Riccardo, e detti.

<- Riccardo

 
[Terzetto nel finale]

 N 

 
Riccardo con spada ignuda e con aspetto e accento disperato.
 

RICCARDO

Ferma. Invan rapir pretendi  

ogni ben ch'io aveva in terra:

qui ti sfido a mortal guerra...

trema, ah trema del mio acciar!

ARTURO

Sprezzo, o audace, il tuo furore:

la mortal disfida accetto:

questo ferro nel tuo petto

fino all'elsa io vuò piantar.

(per battersi: Enrichetta si frappone: il velo si scompone, e il suo volto si scuopre)

ENRICHETTA

Pace... pace... ah v'arrestate,

per me sangue non versate.

ARTURO

Ah che fai!...

RICCARDO

(con stupore, e appoggiandosi alla spada)

La prigioniera?

ENRICHETTA

Dessa io son!

ARTURO
(a Riccardo)

Tua voce altéra

or col ferro sosterrai.

Vien...

RICCARDO
(freddamente)

Con lei, tu illeso andrai.

ARTURO

E fia ver?...

ENRICHETTA

(Qual favellar?)

RICCARDO
(freddamente)

Più non vieto a voi l'andar.

ARTURO

(Se il destino a te m'invola,

o mia Elvira, o amor mio santo,

un sospiro a te se n' vola,

e ti dice in suon di pianto:

«Ti consola!»... ~ Io lungi e in guai

t'amerò com'io t'amai.)

RICCARDO

(Parti, o stolto, e prova intanto

quel dolor che a me serbavi;

tu vivrai deserto e in pianto

giorni oscuri, eterni e gravi.

Patria e amor tu perderai...

fia tua vita un mar di guai!)

ENRICHETTA

(Sogno... o avrò conforto al pianto,

avrò tregua a dì sì gravi?

Sogno, o andrommi al figlio accanto

tra gli amplessi suoi soavi?

Tanto ben, se, oh dio, sognai...

non mi far destar giammai!)

 
[Seguito del finale]

 N 

 

CORO
(dentro le scene)

Genti, a festa! Al tempio andiamo!  

ENRICHETTA E ARTURO

Gente appressa?... Oh ciel fuggiamo!

RICCARDO

Sì fuggite... il vuole un dio!

ARTURO

(per partire, poi si volta)

Pria che siam oltre le mura

parlerai?...

RICCARDO

No t'assecura.

ARTURO

Tu lo giura.

RICCARDO

Il giuro!

ENRICHETTA, ARTURO E RICCARDO

Addio.

 
(Arturo ed Enrichetta partono)

Arturo, Enrichetta ->

 

Scena undicesima

Riccardo, poi Valton, Bruno, Elvira con Damigelle in pompa di nozze.
Indi Soldati, Puritani, Castellani e Castellane.

 
Riccardo con estrema ansietà guarda dalle loggie, e quasi segue coll'occhio i passi dei due fuggiaschi.
 

RICCARDO

È già al ponte... ~ Passa il forte...  

È alle porte... ~ Già n'andò!...

 

<- Valton, Bruno, Elvira, Giorgio, damigelle

CORO

(uscendo)

Al tempio, al tempio, a festa!

ELVIRA

Dov'è Artur?

RICCARDO

Dianzi fu qui...

ELVIRA

Ove sei, o Artur?...

RICCARDO

Partì!...

(suono di tamburo nella fortezza: tutti guardano fuori delle loggie)

ELVIRA, GIORGIO E RICCARDO

Già fuor delle mura... Laggiù alla pianura.

CORO
Iº (a Valton)

La tua prigioniera... La rea messaggera

col vil cavaliero?

IIº

Ciascun su un destriero...

spronando... volando...

TUTTI

Mirate colà!...

(quadro generale. Elvira getta un grido)

VALTON

Soldati accorrete ~ coi bronzi tuonate

all'armi appellate ~ correte... volate.

Pe 'l crin trascinate i due traditor!

 
Si vede gran movimento di Soldati e di Gente. Poi, dopo il grido «All'arme» che si ripete dentro le scene, si sente battere la generale. La campana del forte suona a stormo: il cannone spara a lenti intervalli. Elvira fa alcuni passi meccanicamente, poi resta immota dopo qualche doloroso grido.

<- soldati, gente

 

TUTTI

All'arme!  

VALTON
(a Bruno)

T'affretta.

TUTTI
(di dentro)

All'arme!...

TUTTI

Vendetta!

(Valton, gridando vendetta, snuda la spada e alla testa d'un drappello di soldati parte)

Valton, soldati ->

 

RICCARDO

Oh come si pasce ~ d'affanni e d'ambasce  

l'ardor di vendetta ~ che m'ange e m'alletta:

oh come nel seno ~ si mesce il veleno

di sdegno e d'amor ~ di speme e dolor!

ELVIRA

La dama d'Arturo ~ è a bianco velata...

la guarda e sospira ~ sua sposa la chiama:

Elvira è la dama?... ~ Non sono più Elvira?

(Elvira è immobile; con gli occhi fissi e spalancati si tocca la testa quasi per verificare se ha il velo. Tutto in lei indica una subitanea follia. Grida «no» con voce disperata, poi resta immobile e mesta come prima)

GIORGIO E CORO

Elvira! Che dici?

ELVIRA

Io Elvira? Ah no... No... No!...

UOMINI

La misera è pallida...

DONNE

È immobile e squallida...

UOMINI

Le luci non gira...

DONNE

Sorride e sospira...

UOMINI

Demente si fa...

TUTTI

Oh cieli, pietà.

ELVIRA

Arturo, ah già ritorni? Dunque sei fido ancor!

(nel suo delirio crede vedere Arturo, e dice questi versi con la più grande mestizia e delirante passione. Poi torna immobile come prima)

 

 

Ah vieni al tempio ~ fedel Arturo...    

Eterna fede, mio ben ~ ti giuro!

Come oggi è puro ~ sempre avrò il core,

vivrò d'amore ~ morrò d'amor.

S

Brano musicale ()

DONNE

Si crede all'ara...

UOMINI

Giura ad Arturo...

DONNE

Ella sì tenera...

UOMINI

Ei sì spergiuro...

DONNE

Ella sì candida...

UOMINI

Ei traditor!...

TUTTI

Misera vergine... ~ morrà d'amor!

RICCARDO E CORO

Oh come ho l'anima trista e dolente,

udendo i gemiti dell'innocente:

oh come perfido ~ fu il traditore,

che in tanti spasimi lasciò quel cor!

GIORGIO

Dio di clemenza, t'offro mia vita,

se all'innocenza giovi d'aita:

deh sii clemente a un puro core...

deh sii possente sul traditor!

RICCARDO

Più la miro, ho più doglia profonda,

e più l'alma s'accende in amore!...

Ma più inaspra ed avvampa il furore

contro chi tanto ben m'involò!

GIORGIO

La mia prece pietosa e profonda,

che a te vien sui sospir del dolore,

tu clemente consola, o signore,

per la vergin cui l'empio immolò!

ELVIRA

(fa un moto quasi tornando a vedere Arturo che fugge)

Ti veggo... già fuggi?... O ingrato, abbandoni

chi tanto t'amò!... Arturo... Oh dio!... No!

CORO

Ahi dura sciagura ahi lutto e dolor!

Sì bella, sì pura ~ del ciel creatura,

nel dì del diletto ~ schernita, tradita!

Andrà maledetto ~ il vil traditor!

ELVIRA

Qual febbre vorace ~ m'uccide... mi sface...

qual fiamma, qual ira m'avvampa e martira!

Fantasmi perversi fuggite dispersi!...

O in tanto furor ~ sbranatemi il cor.

 

CORO D'ANATEMA
tutti

Non casa, non spiaggia raccolga i fuggenti!

In odio del cielo, in odio a' viventi,

battuti dai venti, da orrende tempeste,

le odiate lor teste ~ non possan posar!

Erranti, piangenti ~ in orrida guerra

col cielo, la terra ~ il mar, gli elementi...

ognor maledetti in vita ed in morte,

sia eterna lor sorte ~ eterno il penar!

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Spazioso terrapieno nella fortezza; si veggono cinte, torri ed altre fortificazioni con ponti levatoi; da lontano si scorgono pittoresche montagne; nasce il sole, che va gradatamente illuminando.

sentinelle
 

[Introduzione]

(il tamburo e le trombe suonano la sveglia)

 
sentinelle
<- Bruno, soldati
Bruno e Coro di soldati
Quando la tromba squilla

(odesi un preludio di armonia religiosa entro la fortezza)

 

(la campana suona la preghiera)

Coro di puritani (dentro la fortezza)
La luna, il sol, le stelle
sentinelle, Bruno, soldati
<- castellane, castellani
Coro, poi Bruno
A festa! / A festa!
 
Bruno
castellane, castellani, soldati, sentinelle ->
Bruno
<- Riccardo

[Cavatina di Riccardo]

Or dove fuggo io mai?

(sentesi una breve marcia)

Bruno, Riccardo
<- soldati
Bruno, Riccardo
soldati ->
Bruno e Riccardo
T'appellan le schiere

Stanze di Elvira; dalle finestre gotiche si vedono le fortificazioni.

Elvira, Giorgio
 

[Duetto Giorgio ed Elvira]

O amato zio, o mio secondo padre!

Elvira, poi Giorgio
Sai come arde in petto mio

(odesi fuori della fortezza un suono di corni di caccia)

Elvira e Giorgio, Armigeri da fuori
Odi... oh ciel, qual suon si desta?
Elvira, Giorgio
<- armigeri, araldi, castellane
Coro d'Armigeri, Araldi e Castellane
Ad Artur de' cavalieri

Sala d'arme con logge vaste, ove l'architettura gotica mostra la intera sua pompa; il fondo della scena è aperto; fra le colonne si veggono le fortificazioni.

 

[Coro e Cavatina]

<- scudieri, paggi
scudieri, paggi
<- damigelle, castellani, castellane
scudieri, paggi, damigelle, castellani, castellane
<- soldati
scudieri, paggi, damigelle, castellani, castellane, soldati
<- Arturo, Elvira, Valton, Giorgio, Bruno
Coro generale
Tregua ai sospiri

[Recitativo dopo la Cavatina d'Arturo]

scudieri, paggi, damigelle, castellani, castellane, soldati, Arturo, Elvira, Valton, Giorgio
Bruno ->

Tu m'intendesti. Fia mortal delitto

scudieri, paggi, damigelle, castellani, castellane, soldati, Arturo, Elvira, Valton, Giorgio
<- Bruno, Enrichetta

Oh nobil dama

Arturo, Enrichetta
Valton, scudieri, paggi, Giorgio, Elvira, damigelle, castellani, castellane, soldati, Bruno ->

Pietà e dolore

[Finale I]

Arturo, Enrichetta
<- Elvira, Giorgio
Enrichetta, Arturo, Elvira e Giorgio
Se miro il suo candor
Arturo, Enrichetta, Elvira, Giorgio
<- damigelle
Arturo, Enrichetta
Elvira, damigelle, Giorgio ->

Sulla virginea testa

Arturo, Enrichetta
<- Riccardo

[Terzetto nel finale]

Riccardo, Arturo e Enrichetta
Ferma. Invan rapir pretendi

(Riccardo e Arturo stanno per battersi: Enrichetta si frappone)

 

[Seguito del finale]

Coro dentro le scene, Enrichetta,Arturo e Riccardo
Genti, a festa! Al tempio andiamo!
Riccardo
Arturo, Enrichetta ->
Riccardo
<- Valton, Bruno, Elvira, Giorgio, damigelle
 

(suono di tamburo)

 
Riccardo, Valton, Bruno, Elvira, Giorgio, damigelle
<- soldati, gente

(grido di «All'arme», si sente battere la generale, la campana del forte suona a stormo: il cannone spara a lenti intervalli)

Riccardo, Bruno, Elvira, Giorgio, damigelle, gente
Valton, soldati ->
Riccardo e Elvira, poi Tutti
Oh come si pasce, d'affanni e d'ambasce
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima
Spazioso terrapieno nella fortezza; si veggono cinte, torri ed altre fortificazioni con ponti levatoi;... Stanze di Elvira; dalle finestre gotiche si vedono le fortificazioni. Sala d'arme con logge vaste, ove l'architettura gotica mostra la intera sua pompa;... Gran sala con porte laterali: vedesi per una di esse il campo inglese e qualche fortificazione. Loggia in un giardino e boschetto vicino alla casa d'Elvira: questa casa ha la porta e le finestre con vetri...
[Introduzione] [Cavatina di Riccardo] [Duetto Giorgio ed Elvira] [Coro e Cavatina] [Recitativo dopo la Cavatina d'Arturo] [Finale I] [Terzetto nel finale] [Seguito del finale] [Coro ed Aria di sir Giorgio] [Recitativo dopo l'introduzione] [Scena d'Elvira] [Duetto. Finale II] [Scena d'Arturo] [Finale III]
Atto secondo Atto terzo

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