Atto secondo

 

Scena prima

Reggia.
Penelope, Melanto.

 Q 

Penelope, Melanto

 

PENELOPE

Donate un giorno, o dèi  

contento a' desir miei.

MELANTO

Cara amata regina,

avveduta e prudente

per tuo sol danno sei:

men saggia io ti vorrei.

A che sprezzi gli ardori

dei viventi amatori

per attender conforti

dal cenere de' morti?

Non fa torto chi gode a chi è sepolto.

L'ossa del tuo marito

estinto, incenerito,

del tuo dolor non san poco né molto;

e chi attende pietà da morto è stolto.

La fede e la costanza

son preclare virtù; le stima amante

vivo, e non l'apprezza

perché de' sensi privo

un uom che fu. D'una memoria grata

s'appagano i defunti,

stanno i vivi coi vivi in un congiunti.

Un bel viso fa guerra,

il guerriero costume al morto spiace,

ché non cercan gli estinti altro che pace.

Langue sotto i rigori

de' tuoi sciapiti amori

la più fiorita età,

ma vedova beltà di te si duole,

ché dentro ai lunghi pianti

mostri sempre in acquario un sì bel sole.

Ama dunque, ché d'amore

dolce amica è la beltà.

Dal piacere il tuo dolore

saettato caderà.

PENELOPE

Amor è un idol vano,

è un vagabondo nume,

all'incostanze sue non mancan piume;

del suo dolce sereno

è misura il baleno. Un giorno solo

cangia il piacer in duolo.

Sono i casi amorosi

di Tesei e di Giasoni ohimè son pieni:

incostanza e rigore,

pene e morte e dolore,

dell'amoroso ciel splendori fissi

san cangiar in Giason anche gli Ulissi.

MELANTO

Perché Aquilone infido

turbi una volta il mar

distaccarsi dal lido

animoso nocchier non dée lasciar?

Sempre non guarda in ciel

torva una stella,

ha calma ogni procella.

Ama dunque, ché d'amore

dolce amica è la beltà.

Dal piacere il tuo dolore

saettato caderà.

PENELOPE

Non dée di nuovo amar

chi misera penò:

torna stolta a penar chi prima errò.

Penelope, Melanto ->

 
 

Scena seconda

Boscareccia.
Eumete solo.

 Q 

Eumete

 

 

O come mal si salva un regio amante  

da sventure e da mali.

Meglio i scettri regali

che i dardi de' pastor imperla il pianto.

Seta vestono ed ori

i travagli maggiori.

È vita più sicura

della ricca ed illustre

la povera ed oscura.

Colli, campagne e boschi,

se stato uman felicità contiene,

in voi s'annida il sospirato bene.

Erbosi prati, in voi

nasce il fior del diletto,

frutto di libertade in voi si coglie,

son delizie dell'uom le vostre foglie.

 

Scena terza

Iro ed Eumete.

<- Iro

 

IRO

Pastor d'armenti può  

prati e boschi lodar,

avvezzo nelle mandre a conversar.

Quest'erbe che tu nomini

sono cibo di be... pastor, di bestie e

non degli uomini.

Colà fra regi io sto,

tu fra gli armenti qui.

Tu godi e tu conversi tutto il dì

amicizie selvatiche,

io mangio i tuoi compagni, pastor,

e le tue pratiche!

EUMETE

Iro, gran mangiatore,

Iro, divoratore,

Iro, loquace!

Mia pace non perturbar,

corri, corri a mangiar!

Corri, corri a crepar!

Iro ->

 

Scena quarta

Eumete, poi Ulisse in sembianze di vecchio.

 

EUMETE

Ulisse generoso!  

Fu nobile intrapresa

lo spopolar, l'incenerir cittadi;

ma forse il ciel irato

nella caduta del troiano regno

volle la vita tua

per vittima al suo sdegno.

 

<- Ulisse

ULISSE

Se del nomato Ulisse  

tu vegga in questo giorno

desiato il ritorno,

accogli questo vecchio

povero ch'ha perduto

ogni mortal aiuto

nella cadente età, nell'aspra sorte;

gli sia la tua pietà scorta alla morte.

EUMETE

Ospite mio sarai,

cortese albergo avrai. Sono i mendici

favoriti del ciel, di Giove amici.

ULISSE

Ulisse, Ulisse è vivo!

La patria lo vedrà,

Penelope l'avrà;

ché il fato non fu mai d'affetto privo,

maturano il destin le sue dimore,

credilo a me pastore.

EUMETE

Come lieto t'accoglio,

mendica deità.

Il mio lungo cordoglio

da te vinto cadrà.

Seguimi amico pur,

riposo avrai sicur.

Eumete, Ulisse ->

 

Scena quinta

Telemaco e Minerva sul carro.

<- Minerva, Telemaco

 
Sinfonia
 

TELEMACO

Lieto cammino,  

dolce viaggio,

passa il carro divino

come che fosse un raggio.

MINERVA E TELEMACO

Gli dèi possenti

navigan l'aure,

solcano i venti.

 

MINERVA

Eccoti giunto alle paterne ville,  

Telemaco prudente.

Non ti scordar già mai de' miei consigli,

ché se dal buon sentier travia la mente

incontrerai perigli.

TELEMACO

Periglio invan mi guida

se tua bontà m'affida.

Minerva ->

 

Scena sesta

Eumete, Ulisse, Telemaco.

<- Eumete, Ulisse

 

EUMETE

O gran figlio d'Ulisse  

è pur ver che tu torni

a serenar della tua madre i giorni,

e pur sei giunto al fine

di tua casa cadente

a riparar l'altissime ruine?

Fugga, fugga il cordoglio e cessi il pianto.

Facciam, o peregrino,

all'allegrezze nostre onor col canto.

 

EUMETE E ULISSE

Verdi spiagge, al lieto giorno  

rabbellite erbette e fiori,

scherzin l'aure con gli amori,

ride il ciel al bel ritorno.

 

TELEMACO

Vostri cortesi auspici a me son grati.  

Manchevole piacer però m'alletta,

ch'esser calma non puote alma ch'aspetta.

EUMETE

Questo che tu qui miri

sopra gli omeri stanchi

portar gran peso d'anni e mal involto

da ben laceri panni, egli m'accerta

che d'Ulisse il ritorno

fia di poco lontan da questo giorno.

ULISSE

Pastor, se no 'l fia ver, ch'al tardo passo

si trasformi in sepolcro il primo sasso,

e la morte che meco amoreggia d'intorno

ora porti a miei dì l'ultimo giorno.

 

EUMETE E ULISSE

Dolce speme il cor lusinga,    

lieto annunzio ogni alma alletta,

s'esser paga non puote alma ch'aspetta.

S

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TELEMACO

Vanne pur tu veloce,  

Eumete, alla reggia e del mio arrivo

fa' ch'avvisata sia

la genitrice mia.

Eumete ->

 

Scena settima

Telemaco, Ulisse.

 
Scende dal cielo un raggio di fuoco, sopra il capo d'Ulisse, s'apre la terra e Ulisse si profonda.

Ulisse ->

 

TELEMACO

Che veggio, ohimè, che miro?  

Questa terra vorace i vivi inghiotte,

apre bocche e caverne

d'umano sangue ingorde, e più non soffre

del viator il passo,

ma la carne dell'uom tranghiotte il sasso.

Che prodigi son questi?

Dunque, patria, apprendesti

a divorar le genti?

Rispondono anco ai vivi i monumenti.

Così dunque, Minerva,

alla patria mi doni?

Questa è patria comune

se di questo ragioni?

Ma se presta ho la lingua,

ho la memoria pigra.

Quel pellegrin ch'or ora

per dar fede a menzogne

chiamò sepolcri ed invitò la morte

dal giusto ciel punito

restò qui seppellito. Ah, caro padre,

dunque in modo sì strano

m'avvisa il tuo morire

il ciel di propria mano?

Ahi, che per farmi guerra

fa stupori e miracoli la terra.

 
Qui risorge Ulisse in sua propria forma.

<- Ulisse

 

TELEMACO

Ma che nuovi portenti, ohimè, rimiro?  

Fa cambio, fa permuta

con la morte la vita?

Non sia più che più chiami

questa caduta amara,

se col morir ringiovanir s'impara.

ULISSE

Telemaco, convienti

cangiar le meraviglie in allegrezze,

ché se perdi il mendico il padre acquisti.

TELEMACO

Benché Ulisse si vanti

di prosapia celeste,

trasformarsi non puote uomo mortale,

tanto Ulisse non vale.

O scherzano gli dèi,

o pur mago tu sei.

ULISSE

Ulisse, Ulisse sono:

testimonio è Minerva,

quella che te portò per l'aria a volo.

La forma cangia a me come le aggrada,

perché sicuro e sconosciuto vada.

 

TELEMACO

O padre sospirato.    

S

ULISSE

O figlio desiato.

TELEMACO

Genitor glorioso.

ULISSE

Pegno dolce amoroso.

TELEMACO

T'inchino o mio diletto.

ULISSE

Ecco ti stringo al petto.

TELEMACO

Filiale dolcezza...

ULISSE

Paterna tenerezza...

TELEMACO

...a lagrimar mi sforza.

ULISSE

...il pianto in me rinforza.

TELEMACO E ULISSE

Mortal tutto confida e tutto spera,

ché quando il ciel protegge

natura non ha legge:

l'impossibile ancor spesso s'avvera.

 

ULISSE

Vanne alla madre, va';  

porta alla reggia il piè.

Sarò tosto con te,

ma pria canuto il pel ritornerà.

Telemaco ->

 

Fine (Atto secondo)

Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto Atto quinto

Reggia.

Penelope, Melanto
 

Donate un giorno, o dèi

Penelope, Melanto ->

Boscareccia.

Eumete
 

O come mal si salva un regio amante

Eumete
<- Iro

Pastor d'armenti può

Eumete
Iro ->

Ulisse generoso!

Eumete
<- Ulisse

(Ulisse in sembianze di vecchio)

Se del nomato Ulisse

Eumete, Ulisse ->

(Minerva e Telemaco su carro divino)

<- Minerva, Telemaco
Telemaco, Minerva
Lieto cammino

Eccoti giunto alle paterne ville

Telemaco
Minerva ->
Telemaco
<- Eumete, Ulisse

O gran figlio d'Ulisse

Vostri cortesi auspici a me son grati

Vanne pur tu veloce

Telemaco, Ulisse
Eumete ->

(scende dal cielo un raggio di fuoco, sopra il capo d'Ulisse, s'apre la terra e Ulisse si profonda)

Telemaco
Ulisse ->

Che veggio, ohimè, che miro?

Telemaco
<- Ulisse

(Ulisse in sua propria forma)

Ma che nuovi portenti, ohimè, rimiro?

Telemaco e Ulisse
O padre sospirato
Ulisse
Telemaco ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima
Cielo. Reggia. Marittima. Reggia. Boscareccia. Reggia. Boscareccia. Reggia. Deserto. Reggia. Marittima. Reggia.
Prologo Atto primo Atto terzo Atto quarto Atto quinto

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