Atto secondo

 

Scena unica

Il salotto in casa di Zazà. - Scena parapettata: a sinistra camino con sopra una specchiera, un orologio, un servizio per cognac, fotografie, eccetera; sulla campana dell'orologio sarà posto un cappello di Zazà. Subito dopo il camino una porta che conduce all'interno dell'appartamento; poi sul muro in isbieco una porta che dà in un gabinetto di sbarazzo; dalla porta aperta si scorge un portamantello con delle vesti, e per terra delle scatole di cappelli. Sul muro di fondo, nel mezzo una finestra che dà sulla via; a sinistra della finestra un tavolo da toletta; a destra un pianoforte verticale. Indi sulla destra, in fondo in isbieco, la porta che dà nell'anticamera; poscia un paravento; presso al paravento una chaise‑longue e verso la sinistra un tavolo. Qua e là sedie. Mobili modesti. È pieno giorno. Milio è mezzo sdraiato sulla chaise–longue, Zazà è presso a lui, in piedi, con un ginocchio appoggiato sul divano.

 Q 

Milio, Zazà

 

ZAZÀ

(con tristezza)  

È deciso: tu parti per questo gran viaggio?

MILIO

(con affetto)

Dovrei: ma di lasciarti ancor non ho coraggio.

ZAZÀ

Quanto starai lontano?

MILIO

...tre, quattro mesi...

ZAZÀ

Ahimè

che quattro lunghi mesi saranno senza te!...

Prendimi teco!

MILIO

Mia Zazà, mio bene,

ragiona dunque; che follie son queste?

Sai? L'America è lungi e sono modeste

le mie sostanze; lavorar conviene.

Perciò solo io me n' vado. Ed è già tardi!

ZAZÀ

(sedendo ed abbracciandolo stretto)

Amor mio, che farà non più vicina

a te, la tua Zazà, la tua piccina,

essa che vive solo dei tuoi sguardi?

Quando vai a Parigi e la sera ritorni,

ch'io non ti veggo, o Milio, mi sembran mille giorni...

Hai detto: quattro mesi... due piccole parole,

ma quanto strazio, amore, in queste voci sole!

Quattro mesi a domandarmi: tornerà? m'amerà ancora?

Tornerai, dimmi, ad amarmi? come un tempo? come allora

che mi desti il primo bacio? come adesso? Dimmi o mio

bene, mi farai soffrire?... No, tu m'ami!... e t'amo anch'io!

(si getta al collo di Milio profondamente commossa)

 

MILIO

(commosso)  

Zazà, Zazà, non ti attristare

sai che mi strazia questo abbandono!

sai, da tre mesi dovevo andare

e a te vicino ancora io sono...

Perché, s'io parto, l'ore del pianto

sul mio deserto cuor scenderanno,

e queste labbra baciate tanto

più le tue labbra non baceranno!

 

ZAZÀ

(quasi sperando)  

Tu pur sei triste!... Vedi? avrai coraggio

di partire?

MILIO

(levandosi serio)

L'avrò! questo viaggio

è necessario...

ZAZÀ

(con dolce rimprovero)

Ancora?

MILIO

(guardandola)

Ebbene, no...

se sarai buona...

ZAZÀ

(ansiosamente)

Che?

MILIO

Ritarderò.

ZAZÀ

(con impeto di gioia gettandosi nelle sue braccia)

Ah! lo sapevo! T'amo! sei buono.

MILIO

T'amo, ma troppo debole io sono!

Or tempo e baci per guadagnare

tosto a Parigi lasciami andare.

ZAZÀ

(lieta)

Oh, certo!

(chiamando)

Natalia!...

 
(Natalia entra dalla destra)

<- Natalia

 

 

Da' l'abito e il cappello  

al signore.

 
(Natalia eseguisce)
 

 

(a Milio)

Il bastone?... i guanti?... Tornerai?...

MILIO

Posdomani...

ZAZÀ

Due giorni? sono lunghi!... Ora vai!

MILIO

(con finto rimprovero)

Con che fretta mi scacci!

ZAZÀ

Ritornerai più presto.

MILIO

Passo per le valigie dall'albergo...

ZAZÀ

Io mi vesto

e vengo alla stazione a vederti... mi vuoi?

MILIO

Vieni...

ZAZÀ

(prendendolo fra le braccia)

Ma prima baciami forte... laggiù non puoi!

A me tu pensa! Baciami!... Addio!...

MILIO

Fanciulla mia.

T'amo e ti penso: addio!...

 
(esce strappandosi da Zazà)

Milio ->

 

ZAZÀ

Fa' presto, Natalia!  

gli stivaletti, il velo, il mantello...

NATALIA

(correndo allo spogliatoio)

Ecco qua...

Il signor Milio parte?

ZAZÀ

No, va a Parigi.

(con un grido)

Ah!

Lascia che ancor lo veda alla finestra!

(corre alla finestra e la spalanca per seguire Milio coll'occhio)

 

Come mi batte il cuore, o Natalia!  

Ecco... traversa già la via maestra...

che nobiltà nel passo e che malìa...

Si capisce che è un uomo, al portamento,

buono, franco, leale... un uomo raro!

E' tiene alta la testa! Ecco, un momento

si volge; vedi, s'è voltato... Caro!

(mandandogli dei baci)

Non manca di voltarsi... mi ha sentito...

Sa ch'io lo guardo! È all'angolo... È sparito!

(sospira)

 

NATALIA

Ecco gli stivaletti, signora...

ZAZÀ

Ed il cappello?

fa' presto...

NATALIA

È là; lo vede? sul caminetto...

ZAZÀ

Quello?

Vuoi che Milio mi creda un istrice od un riccio!...

(va da sé, trascinandosi con una sola scarpa ad un piede a prendere il cappello che le conviene nello spogliatoio)

NATALIA

(seguendola)

Signora! mia signora... che fa?...

ZAZÀ

Così mi spiccio.

NATALIA

Ma signora!...

 
(suono di campanello)
 

ZAZÀ

(spaventata)

Si suona? Non ci sono: partita,

ammalata... defunta... tutto!...

 
(Natalia esce)

Natalia ->

 

 

Sarei spedita!

Una visita!...

(cercando i guanti)

i guanti dove sono? Oh, disdetta!

Fa nulla...

 

<- Natalia

NATALIA

(annunciando)

È la signora Anaide.

 

<- Anaide

ANAIDE

(a Zazà, entrando, cerimoniosa)  

Benedetta...

ZAZÀ

(lieta, ma rapidamente)

Mamma, se avete fame, mangiate! Avete sete?

Bevete! Avete sonno? un letto troverete:

avete da parlarmi? Ritornerò!

(esce correndo)

Zazà ->

 

ANAIDE

(interdetta)

Zazà!...

(a Natalia)

Adesso dove corre quella saetta?

NATALIA

Va

a salutar l'amico alla stazione...

ANAIDE

(lieta)

Parte?

NATALIA

Sì.

ANAIDE

Oh! non ritornasse mai, da nessuna parte!

NATALIA

Torna domani l'altro...

ANAIDE

(seccata, sedendo presso il tavolo)

Maleducato!

 
(suonano)
 

NATALIA

Vado ad aprir...

 

Natalia ->

ANAIDE

Che noia!...

(visto il cognac sul camino va a versarsene un bicchierino che beve rapidamente)

 
(entrano Cascart e Natalia)

<- Natalia, Cascart

 

CASCART

(a Natalia)  

Non c'è? perché vorrei...

NATALIA

Fra poco... la signora

(accenna Anaide)

l'aspetta ancora lei...

CASCART

(con spiacevole sorpresa, salutando)

Signora...

ANAIDE

(con affettata amabilità)

Riverenza!

CASCART

(a Natalia)

Aspetterò... Pazienza!

 
(Natalia esce dalla destra.)

Natalia ->

 
(Cascart siede sul divano; Anaide siede presso al caminetto facendo il possibile perché Cascart attacchi la conversazione; momento di silenzio; poi, visto il fermo proposito di Cascart nel suo silenzio, non potendone più, Anaide si alza decisa e va a sedere sul divano accanto a Cascart)
 

ANAIDE

Che ne dite, Cascart? suvvia, parlate!

CASCART

E voi, che cosa dunque ne pensate?

Or siete lieta!

ANAIDE

Io, lieta! dio buono!...

CASCART

Non m'odiavate?

ANAIDE

(con dignità)

Domando perdono!

Voi di Zazà m'avevate rubato

il cuore!...

CASCART

(ridendo)

Il cuore?...

ANAIDE

(levandosi)

Perciò, nel mio stato

di madre, v'odio, e vi copro di fango!...

Uomo, vi stimo, v'ammiro e compiango!

Con voi non fece pazzie...

CASCART

Voi trovate

ch'ora ne faccia?

ANAIDE

Pazzie da legnate...

(sedendo nuovamente)

E dove corre?

Che cosa pesca?

CASCART

(levandosi serio)

Chi può supporre?

Vattelapesca!...

Sapete; è sdrucciolevole

la strada della vita:

quando una donna ruzzola...

buona notte, è finita!...

ANAIDE

(sospirando)

Purtroppo!

(levandosi)

Ma conoscere

almen la verità!

Saper di quel suo Milio

le generalità!

CASCART

(con mistero)

Io ne so qualche cosa...

ANAIDE

(balzando)

Davvero? oh dio, parlate!

salvatemi la figlia!

CASCART

Dirò... non dubitate...

 
(Zazà entra lieta e si arresta ridendo francamente come colta da un'idea comica vedendo Cascart e Anaide accanto)

<- Zazà

 

ZAZÀ

(ad Anaide e Cascart)  

Ah, ah, ah! Che quadretto! È molto, è poco

che m'aspettate insieme?... Ed i vicini

non han gridato al fuoco...

ai ladri... agli assassini?...

Non credo alla mia vista...

ANAIDE

(offesa)

L'hai sempre avuta trista!

Ma tua madre e Cascart sono persone

piene d'educazione,

e fra noi sedie o tazze non sono mai volate!

ZAZÀ

(sorridendo)

Eh!

ANAIDE

(seria)

Basta ~ Ei vuol parlarti ~ Io vo di là.

(a Cascart)

Scusate!

(saluta ed esce dalla sinistra)

Anaide ->

 

ZAZÀ

Cascart, mio camerata, mi piace il rivederti...  

Siedi...

CASCART

Son qui a proporti affari...

ZAZÀ

(sedendo distratta)

Ah!

CASCART

(sedendo a sua volta presso al tavolo)

M'hanno offerti

dei buoni patti.

ZAZÀ

(sempre con aria sbadata)

Ah!

CASCART

(serio)

È tempo di mettere giudizio

o tutte le scritture ci vanno a precipizio!

ZAZÀ

Offrono?

CASCART

Da Marsiglia...

ZAZÀ

(balzando)

Non vado in capo al mondo!

Perché non al Tonkino, allora?

CASCART

(perdendo la calma)

Cioè

come lui vuole!

ZAZÀ

(severamente)

Questo riguarda solo me!

(siede volgendo le spalle a Cascart)

 

CASCART
(dopo un momento cercando riprendere la calma)

Buona Zazà del mio buon tempo ascolta:    

è il vecchio amico che ti parla al cuore:

non è il geloso che domanda amore...

ma l'uom che a la miseria un dì t'ha tolta!

Per te sola son qui: per te m'increbbe

di veder l'arte tua da te tradita!

Hai avuto un capriccio!... e chi non l'ebbe?

ma il capriccio è di un dì... lunga è la vita!...

S

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Brano musicale ()

 

ZAZÀ

(come assorta)

Peggio se questa dolce ~ illusion non dura!

CASCART

(incalzando)

T'inganni! se durasse sarebbe una sventura!

ZAZÀ

(estasiata)

Fosse tal gaudio eterno com'ei me l'ha giurato.

CASCART

Ricco non è: che aspetti? che t'abbia abbandonato?

ZAZÀ

Niuna promessa: amore solo Zazà gli chiese!

CASCART

E s'anco ti sposasse? saresti... una borghese!

No: resta libera: resta la limpida

gola squillante del rosignuolo:

serbati all'ilare tuo ritornello

irresistibile e civettuolo!...

Serbati al plauso, alla vertigine,

dea della folla china al tuo piè.

È questo il vivere, è questo il bello!

Illusa! destati, ritorna in te!

 

ZAZÀ

(animandosi)

Bello è soltanto il vivere

sempre con l'uomo amato!

CASCART

(impaziente)

Tutte le cose passano...

ZAZÀ

(rivoltandosi)

Io non ho ancor mutato!

CASCART

(incalzando sempre)

Ma puoi cangiare!...

ZAZÀ

Amare un altro?...

CASCART

E perché no.

ZAZÀ

Tu scherzi!

CASCART

(prorompendo)

Un dì m'amasti!

ZAZÀ

(gridando)

Io? non t'ho amato, no!

CASCART

(stupito)

Neghi?

ZAZÀ

(sorridendo quasi con compassione)

M'illusi, amore non conoscevo: tutto

che mi cresceva intorno era cattivo e brutto.

Ti conobbi, eri buono; ti piacqui e mi piacesti...

fui tua... com'ero d'altri; né tu te ne dolesti...

(nervosa)

E dici che t'amavo? e amor questo è per te?

Cascart, lasciami ridere... ridi tu pur con me!

 

CASCART

(irritato)  

Pazza! tu sogni.

ZAZÀ

Lasciami sognar! son paga, e basta.

CASCART

No! l'ora del risveglio sarìa per te nefasta:

un'altra può rapirtelo, Zazà!

ZAZÀ

(con impeto di passione)

Io sfido iddio

a togliermelo! È mio, e non lo cedo! è mio!...

CASCART

Cieca e stolta! e se avesse un'amante?

ZAZÀ

(come folle lo afferra disperatamente per le mani)

Menti!...

CASCART

(concitato)

No, dissi il vero, e costante

fido amico ti son nel dolore!

Ha un'amante a Parigi...

ZAZÀ

(tremante di emozione, portando le mani al cuore, quasi senza voce)

Ah!... mio core!...

Come sai?... Chi t'ha detto?...

CASCART

(commosso e turbato)

Sei bianca...

Sei tremante... la voce ti manca...

ZAZÀ

(insistendo)

Chi t'ha detto? la prova! la prova!...

CASCART

Ti dirò: ma sii calma, disperarsi che giova?

A Parigi una sera ero alle «Varietà».

Milio vid'io con una donna...

ZAZÀ

Una donna...

CASCART

Ma

elegante, distinta... Pareva una moglietta...

Li rividi all'uscita; poi montarono in fretta

in carrozza... e ridevano!...

ZAZÀ

Ridevano! e non sai

altro?

CASCART

Non basta!

ZAZÀ

(al colmo dell'orgasmo)

Infatti, chi potrebbe esser mai

fuor che un'amante?

(scoppiando)

e questo sapevi? e me lo dici

ora soltanto! Adesso che sono là, felici,

a Parigi ad amarsi!

CASCART

Non m'ascoltavi!

ZAZÀ

Ed io

son qui a rodermi!...

(urlando)

Bene non finirà, per dio!

 
(Anaide appare sull'uscio a sinistra e si avanza)

<- Anaide

 

ANAIDE

Dite figliuoli... che mai succede?  

ZAZÀ

(disperatamente)

Egli ha un'amante...

ANAIDE

(stupefatta)

Cascart!

ZAZÀ

(in collera)

Si vede

che voi vivete dentro la luna!

Milio ha un'amante!

ANAIDE

(scattando)

Oh! che fortuna.

(correggendosi tosto)

Cioè che scandalo!...

ZAZÀ

Che infamia, intendi?...

CASCART

Non sei sua moglie, poi...

ZAZÀ

(furente)

Lo difendi?

Ah! Cascart... quanto soffro... quanto male mi fa!

 
(scoppia in pianto e cade fra le braccia di Cascart)
 

CASCART

(commosso)

Hai ragione; ti calma, è una malvagità...

ZAZÀ

(sempre piangendo)

Oh! sì.

CASCART

Convien punirlo!...

ZAZÀ

Sì, sì!

CASCART

Piantarlo!

ZAZÀ

(decisa sciogliendosi dall'abbraccio)

Ah no!

CASCART

Che farai?

ANAIDE

Figlia mia, la dignità...

ZAZÀ

Non l'ho,

me ne infischio! Lasciarlo?... ora vi mostrerò.

(chiama mentre corre alla toletta)

Natalia!

ANAIDE

Che vuoi fare?

CASCART

Ma insomma...

ZAZÀ

Natalia!

 
(Natalia entra dalla destra)

<- Natalia

 

 

Il cappello, il mantello... fa presto... vado via!

 
(Natalia esce dallo spogliatoio e torna con gli effetti di Zazà.)
 

ANAIDE

Ma pensa...  

CASCART

Rifletti!

ZAZÀ

Io parto.

ANAIDE

Che tenti?

ZAZÀ

Lo seguo a Parigi!

CASCART

Ma calmati, senti!...

ZAZÀ

Saper voglio il vero!

ANAIDE

E sola tu vai?

ZAZÀ

(a Natalia che le ha portato il cappello e il mantello)

Su, su, Natalia, tu meco verrai;

ma spicciati presto!

 
(Natalia esce)

Natalia ->

 

CASCART

Zazà, via, m'ascolta,

t'invito a riflettere un'ultima volta.

 

<- Natalia

ZAZÀ

(a Natalia che ritorna in cappello e scialle con una valigia)

Sei pronta? partiamo!

CASCART

Zazà!...

ANAIDE

Figlia mia!...

ZAZÀ

Bisogna ch'ei scelga. ~ O me o l'altra... Via!

 
(prende per la mano Natalia e la trascina rapidamente; Anaide levando le braccia va verso l'uscio donde Zazà è partita; Cascart siede con un gesto desolato.)

Zazà, Natalia ->

 
Cala la tela.
 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto

Il salotto in casa di Zazà; scena parapettata: a sinistra camino con sopra una specchiera, un orologio, un servizio per cognac, fotografie, eccetera; sulla campana dell'orologio sarà posto un cappello di Zazà; subito dopo il camino una porta che conduce all'interno dell'appartamento; poi sul muro in isbieco una porta che dà in un gabinetto di sbarazzo; dalla porta aperta si scorge un portamantello con delle vesti, e per terra delle scatole di cappelli; sul muro di fondo, nel mezzo una finestra che dà sulla via; a sinistra della finestra un tavolo da toletta; a destra un pianoforte verticale; indi sulla destra, in fondo in isbieco, la porta che dà nell'anticamera; poscia un paravento; presso al paravento una chaise‑longue e verso la sinistra un tavolo; qua e là sedie; mobili modesti; è pieno giorno.

Milio, Zazà
 

È deciso: tu parti per questo gran viaggio?

Tu pur sei triste!... Vedi? avrai coraggio

Milio, Zazà
<- Natalia

Da' l'abito e il cappello

Zazà, Natalia
Milio ->

Fa' presto, Natalia!

Zazà
Natalia ->

Zazà
<- Natalia

Zazà, Natalia
<- Anaide

Benedetta... / Mamma, se avete fame, mangiate! Avete sete?

Natalia, Anaide
Zazà ->

Anaide
Natalia ->

Anaide
<- Natalia, Cascart

Non c'è? perché vorrei...

Anaide, Cascart
Natalia ->

Anaide, Cascart
<- Zazà

Ah, ah, ah! Che quadretto! È molto, è poco

Cascart, Zazà
Anaide ->

Cascart, mio camerata, mi piace il rivederti...

Pazza! tu sogni / Lasciami sognar! son paga, e basta.

Cascart, Zazà
<- Anaide

Dite figliuoli... che mai succede?

Cascart, Zazà, Anaide
<- Natalia

Cascart, Zazà, Anaide
Natalia ->
 
Cascart, Zazà, Anaide
<- Natalia
 
Cascart, Anaide
Zazà, Natalia ->
 
Scena unica
Il palcoscenico dell'Alcazar di st. Etienne, visto lateralmente; una buona metà della scena a sinistra... Il salotto in casa di Zazà; scena parapettata: a sinistra camino con sopra una specchiera, un orologio, un... Il salotto di Milio Dufresne a Parigi, Riva di Mazzarino: mobili elegantissimi; pianoforte a... Il salotto di Zazà.
Atto primo Atto terzo Atto quarto

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