Atto terzo

 

Scena unica

Il salotto di Milio Dufresne a Parigi, riva di Mazzarino: mobili elegantissimi; pianoforte a coda nel mezzo colla tastiera verso il fondo della scena; poltroncine, «causeuses», divanetti all'ingiro; a destra finestra che dà verso la Senna; innanzi alla finestra elegante scrivania, sulla quale, tra le altre carte, sarà una lettera colla busta lacerata; in fondo, nel mezzo, porta che dà nell'anticamera; altra porta a sinistra che dà negli appartamenti.

 Q 

Milio

 

MILIO

MILIO
(solo, in costume da viaggio, è seduto al tavolo presso la finestra a destra; sta ordinando alcune sue carte, sparse alla rinfusa sullo scrittoio; dopo rimane un momento come malinconico ed assorto, la testa fra le mani)

Oh mio piccolo tavolo ingombrato    

sì come è ingombro di sgomenti il cuore!

Domani a Saint-Etienne sarò tornato...

l'ultima volta... a salutar l'amore!...

Come dirle ch'io parto? oh come fare

a lasciarla? a mentire? il labbro mio

come le giurerà di ritornare

mentre che il cuore le dirà l'addio?...

S

Mai più, Zazà, raggiar vedrò  

da gli occhi tuoi la fiamma de l'amor!...

e mormorar mai più t'udrò

calde parole, stretta sul mio cor...

Oh baci, oh nostre tenere ebbrezze,

notti incantate, lunghe carezze,

sereni dì!

Il nostro amore è naufragato,

e ci ha travolti l'onda del fato!

Tutto finì!...

Brano musicale ()

 
(entrando dalla porta a sinistra, seguita da Marco, il cameriere)

<- Signora Dufresne, Marco

 

SIGNORA DUFRESNE

Ecco son pronta, Milio...  

(al cameriere)

la valigia è al suo posto?

MARCO

È giù nella carrozza.

MILIO

(si è alzato, ha preso il cappello, il soprabito, alcune carte)

Bene, scendiamo tosto...

SIGNORA DUFRESNE

(a Marco)

Vegliate a tutto...

(fa per avviarsi, poi si trattiene ancora)

oh, Marco... mi scordavo...

Aspetto una signora Dunoyer...

Se giunge, trattenetela: le dite

che tornerò... che sono alla stazione...

MARCO

Sta bene.

SIGNORA DUFRESNE

(fa qualche passo poi si rivolge)

Ricordate...

(sillabando)

Dunoyer...

 
(esce con Milio; Marco li accompagna e compare in anticamera con essi; poi ricompare)

Milio, Signora Dufresne, Marco ->

<- Marco

 

MARCO

Dunoyer?... Chi è?... Ora veniamo a noi!  

(va al tavolo a destra, apre il tiretto, prende la scatola dei sigari del padrone, ne sceglie uno e lo accende)

La fumatina solita...

(aspirando il fumo; da buon conoscitore)

Peuh! non c'è male, poi!...

(prende un giornale dal tavolo)

Ora un po' di notizie politiche: fa bene!...

 
(si sente il canto delle lavandaie, come venendo di sotto alla finestra, accompagnato dai colpi di battitoio, mentre Marco va ai canapè a sinistra e si allunga per leggere comodamente)
 

LE LAVANDAIE

(giù dalla Senna)  

Perché soletta sei laggiù?

Margot?

Sparve il riso

dal tuo viso.

Il tuo ben fuggì

né più torna qui!

E canti il labbro non ha più!

Ma rinnovare amor si può

Margot!

Prendi il mazzuol, ritorna ancor

come l'onda fugge amor.

Ridi con noi ~ Margot!

 
(risate e colpi di mazzuolo)

MARCO

Ecco la nenia solita che dalla Senna viene!

Oh, queste lavandaie!...

(si sprofonda nella lettura del giornale)

 
(scampanellata, Marco butta via sigaro e giornale ed esce dal fondo; entrano Zazà e Natalia con Marco dopo un istante)

Marco ->

<- Zazà, Natalia, Marco

 

MARCO

(introducendole, a Zazà)  

Lei dunque è la signora Dunoyer?

ZAZÀ

(coglie l'occasione)

Sì, si,

Dunoyer...

MARCO

Sia buona di trattenersi qui

un istante: madama è andata alla stazione;

accompagna il signore che parte per Lione.

ZAZÀ

Grazie: l'aspetterò.

 
(Marco saluta ed esce dal fondo chiudendo la porta)

Marco ->

 

NATALIA

Che turbamento!...

ZAZÀ

Tremi?

Perché?

NATALIA

Se dalla casa ci scacciano?...

ZAZÀ

Che temi?

Non son io forse teco?

NATALIA

Voi? che potreste fare?

in casa sua?

ZAZÀ

La loro casa la puoi chiamare!

Il domestico ha detto: il signore... madama...

qui fiorisce l'idillio! qui si sorride ed ama!

NATALIA

Ebben, fuggiam, signora: ormai tutto, v'è noto...

ZAZÀ

Perché fuggir? sei folle: tutto m'è invece ignoto!...

NATALIA

(dopo una pausa, guardando il salotto)

Han scelto un incantevole elegante soggiorno...

ZAZÀ

Più del mio... Troppo bello!...

NATALIA

Perché?

ZAZÀ

Guardati intorno:

 

Non odi la tacita stanza  

da un'onda di baci pervasa?

non senti l'acuta fragranza

d'amore, che corre la casa?

È un'orma invisibile, un segno

di giunco sul lido del mare...

ché dove la donna ha suo regno

un nulla può tutto svelare!...

Lo vedi quel cantuccio? i cuscini!... il divano?

là s'abbraccian la sera, si stringon la mano

e si parlan d'amore!... Oh, li vedo, son là,

e non posso dividerli!... ~ Folle divengo già!

 

NATALIA

Posson udir, calmatevi... signora!...  

ZAZÀ

(mal contenendosi)

Chi sarà

questa donna?... Se il servo interrogassi...

(gli occhi suoi cadono sulla lettera ch'è sul tavolo; sordamente)

Ah!

NATALIA

Che è?

ZAZÀ

Guarda: una lettera... sopra quel tavolino...

NATALIA

(si avvicina al tavolo e si china a leggere la soprascritta)

«A madama Dufresne, riva di Mazzarino».

(spaurita)

È ammogliato!... signora, signora... andiamo via!

ZAZÀ

(fissando la lettera, convulsa, angosciata, con voce spenta)

Ammogliato? No, è l'uso, vivendo in compagnia

di dare il proprio nome...

(poi afferrando convulsamente la lettera)

Tra poco lo saprò!

NATALIA

(spaurita, supplichevole)

Non l'oserete!

ZAZÀ

(risoluta)

È aperta... e poi?... Venni per ciò!

(legge rapidamente)

«Quando, amica, a Parigi verrà vostro marito».

(lascia cadere la lettera, accorata dalla subìta rivelazione)

Dunque è vero?... Ammogliato!... Non aveva mentito

quel povero Cascart... Ammogliato!...

NATALIA

Signora,

buona signora, andiamo... Perché soffrire ancora?

tutto è scoperto...

ZAZÀ

(come pazza)

Andare? No: qui restar conviene:

egli è certo già stanco di queste sue catene!

Me sola ama! io l'aspetto ferma; egli giungerà,

lascerà la sua sposa... e meco partirà!

NATALIA

(bruscamente scuotendola)

Ah! vengono...

 
(la porta a sinistra si apre; una bambina entra senza vedere le due donne e va verso l'etagére vicino al piano per cercare della musica.)

<- Totò

 

 

(a bassa voce, rapidamente)  

Signora... guardate: una bambina.

ZAZÀ

(nello spavento)

Dove? chi è?

NATALIA

Signora... certo è la sua piccina:

è sua figlia!...

ZAZÀ

Sua figlia!...

 
(la bambina si accorge delle straniere e resta interdetta)
 

NATALIA

Le abbiam fatto paura...

ZAZÀ

Parlale tu... non oso...

NATALIA

(osservando Totò)

Che dolce creatura!

(parlando alla bambina)

Signorina, vi abbiamo spaurita?

TOTÒ

(sempre semplicemente)

No, signora, venivo al pianoforte...

NATALIA

Vi disturbiamo...

TOTÒ

No... la mamma è uscita:

l'aspettate?

NATALIA

Da un pezzo... Ora più corte

saran l'ore con voi...

TOTÒ

(confusa)

Signora, come

siete gentile...

 
(fa cenno a Zazà ed a Natalia di sedere e siede anch'essa nel mezzo)
 

ZAZÀ

(facendosi forza)

Angioletto, il tuo nome?

TOTÒ

Antonietta Dufresne è il nome mio...

ma mi dicon Totò...

ZAZÀ

(con soavità)

Totò... Perché?

TOTÒ

Voi mi date del tu? Perché?

ZAZÀ

Perché...

tu rassomigli... voi rassomigliate

ad uno... che amo tanto...

TOTÒ

Uno che amate?

io somiglio a papà... lo conoscete?

ZAZÀ

(con slancio)

No!...

TOTÒ

Mi vuol tanto bene... è tanto buono...

io da sei mesi no 'l vedea, sapete...

ZAZÀ

Sei mesi!...

TOTÒ

Or lo rivedo e lieta sono...

Presso la nonna in Algeria siam stati...

babbo, al ritorno, al circo ci ha portati...

Ma insieme a noi tra breve partirà.

ZAZÀ

(ansiosa)

E dove andate?

TOTÒ

In America.

ZAZÀ

(commossa)

Ah!...

TOTÒ

Voi non avete dunque una Totò?

ZAZÀ

No, il cielo, Totò, non me l'ha data!

S'io l'avessi, Totò, l'adorerei...

come adorata dal tuo babbo sei...

TOTÒ

Certo che mamma e babbo amano assai

la piccola Totò!... V'ama, signora,

la vostra?

ZAZÀ

(con profonda tristezza)

Mamma? io non l'ho avuta mai!

Mamma usciva di casa in sull'aurora...

ed ero sola... fin che ritornava...

Ma la sera... al ritorno...

Brano musicale ()

TOTÒ

(interessandosi)

Vi baciava?

ZAZÀ

(dolorosamente)

No: non volea destarmi... Avea ragione:

c'era sì poco da vedere al mondo!

Lo sai, piccina mia? ci son persone

che devi amare d'un amor profondo!

sono cattive... e il mondo le disprezza...

pure han tanto sofferto... in fanciullezza...

TOTÒ

(con interesse crescente)

I bimbi senza pane e senza tetto?

ZAZÀ

(amaramente)

Vi sono bimbi ai quali manca molto

più!...

TOTÒ

(alzandosi ed andando verso di lei)

Sono i bimbi che non han l'affetto

del babbo?...

ZAZÀ

I bimbi senza padre... hai colto!

(con le lacrime agli occhi abbracciando Totò)

Questa per un fanciullo è la maggior sventura!

Ma tu... vivi tranquilla... soave creatura;

il padre tuo... nessuno... ti strapperà!...

TOTÒ

(guardandola)

Signora...

piangete?...

ZAZÀ

No, non piango... Un ricordo m'accora...

(levandosi come per nascondere la sua angoscia)

A studiar tu venivi... Ti prego: suona un poco...

TOTÒ

Non oso: di me certo voi vi farete gioco!...

ZAZÀ

(protestando)

Totò, che dici!...

TOTÒ

Allora, suono un'«Ave Maria»;

è bella e piace tanto alla mammina mia.

 
(Totò parlando si è accostata al pianoforte, lo apre, sceglie un foglio di musica, e siede)
 

ZAZÀ

(mal frenando il pianto)

Sì, Totò, va!

 
(cade sul divano a sinistra piangendo a dirotto mentre Totò comincia a suonare l'«Ave Maria» di Cherubini)
 

NATALIA

(piano, sorreggendo Zazà)

Coraggio!...

ZAZÀ

È finita!... Ammogliato...

e un angiolo ha per figlia!... ho sognato... ho sognato...

 
(Totò tutta assorta nel pezzo non s'accorge di Zazà che accasciata dal dolore piange dirottamente)
 

ZAZÀ

Dir che ci sono al mondo creature    

nate fra gli agi e contro il mal protette,

che a l'uom prescelto se ne vanno pure

spose felici e madri benedette!

E non son paghe! E ignorano i dolori

di noi cresciute al freddo ed alla fame

che stanche alfine di cotanti orrori

cerchiamo scampo ne la vita infame!

Noi siam le maledette! il nostro cuore

alla speranza invano si aprirà:

il mondo ci rifiuta anche l'amore!...

Quanto dolor!... di me che addiverrà?

S

Sfondo schermo () ()

 

TOTÒ

(levandosi dal pianoforte)  

Ho finito!... baciatemi...

(Zazà la bacia ardentemente)

Non piangete!

(in ascolto, udendo rumore nell'anticamera)

È mammà.

 
(va verso l'uscio del fondo)
 

NATALIA

Dio! che succede adesso?

ZAZÀ

(levandosi e rassicurandola)

Nulla.

 
(la porta si apre; la signora Dufresne appare e resta un po' interdetta vedendo delle straniere, poi si avanza mentre Zazà a parte)

<- Signora Dufresne

 

Oh, come  

è bella!

(salutando)

Voi, signora, aspettavate

una signora Dunoyer... È il nome mio.

Noi di porta ci siamo sbagliate...

Volli spiegar l'equivoco e restai.

Intanto con la bimba conversai...

È un angiolo!... Felice voi... Me n' vo...

(andando verso l'uscio seguita da Natalia)

Scusate!

TOTÒ

(presso alla sua mamma)

Addio, signora...

ZAZÀ

(rivolgendosi con intensa emozione)

Addio, Totò!...

 
(Zazà e Natalia escono; Totò corre ad abbracciare la madre che sembra interrogarla confusa)

Zazà, Natalia ->

 
Il sipario cala lentamente.
 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto

Il salotto di Milio Dufresne a Parigi, Riva di Mazzarino: mobili elegantissimi; pianoforte a coda nel mezzo colla tastiera verso il fondo della scena; poltroncine, «causeuses», divanetti all'ingiro; a destra finestra che dà verso la Senna; innanzi alla finestra elegante scrivania, sulla quale, tra le altre carte, sarà una lettera colla busta lacerata; in fondo, nel mezzo, porta che dà nell'anticamera; altra porta a sinistra che dà negli appartamenti.

Milio
 
Milio
<- Signora Dufresne, Marco

Ecco son pronta, Milio... la valigia è al suo posto?

Milio, Signora Dufresne, Marco ->
<- Marco

Dunoyer?... Chi è?... Ora veniamo a noi!

(si sente il canto delle lavandaie)

Le lavandaie, Marco
Perché soletta sei laggiù?

(scampanellata)

Marco ->
<- Zazà, Natalia, Marco

Lei dunque è la signora Dunoyer?

Zazà, Natalia
Marco ->

Posson udir, calmatevi... signora!...

Zazà, Natalia
<- Totò

Signora... guardate: una bambina

Ho finito!... baciatemi... Non piangete! È mammà

Zazà, Natalia, Totò
<- Signora Dufresne

Oh, come / è bella!

Totò, Signora Dufresne
Zazà, Natalia ->
 
Scena unica
Il palcoscenico dell'Alcazar di st. Etienne, visto lateralmente; una buona metà della scena a sinistra... Il salotto in casa di Zazà; scena parapettata: a sinistra camino con sopra una specchiera, un orologio, un... Il salotto di Milio Dufresne a Parigi, Riva di Mazzarino: mobili elegantissimi; pianoforte a... Il salotto di Zazà.
Atto primo Atto secondo Atto quarto

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