Atto terzo

 

Parte prima

Una alcova nel castello.
Porta con cortinaggi. Un inginocchiatoio; vari altri mobili; un ritratto del Re appeso alla parete.
Il Re, poscia Amleto.

 Q 

Re

 
How now! A rat?
 

RE

O nera colpa! Orribilmente inflitta  

entro l'occhio dell'anima! Perenne

immutabil ricordo! ~ E non fia mai

ch'io mi rimondi, o che dal core io tolga

la nota del rimorso?... O spaventosa

coscienza mia, cui tanto leppo ammorba,

prega! La dolce orazione è un fresco

lenimento al dolor... prega... e voi rudi

ginocchia vi piegate, e tu cuor duro

apriti a caritade, e tu mia lingua

tremante e balda, mormora una santa

preghiera a dio per un poco di pace.

(s'inginocchia ~ passa Amleto con un pugnale in mano)

<- Amleto

AMLETO

(Ecco il momento... ei sta pregando... All'opra!...  

No! Ché nel cielo il lancerei d'un colpo...

folle, e vendetta non avrei. ~ Nel buio

inferno io vo' precipitarlo. Andiamo.)

(esce)

Amleto ->

 

RE

O padre nostro ~ che sei nel cielo  

sii benedetto ~ nel tuo splendor...

Pregan le labbra ~ ma son di gelo

anima e cor.

Venga il tuo regno ~ e sulla terra

si compia l'alta ~ tua volontà...

Ah! Che un demonio ~ pe 'l crin m'afferra.

Pietà, pietà!

Ne dona il pane ~ quotidiano

o padre santo ~ dolce sovran...

Di sangue lorda ~ ho ancor la mano

e prego un pan!

Perdona al tristo ~ le sue peccata

com'ei perdona ~ all'offensor...

Ciel! La mia morte ~ ho qui segnata.

Pietà, signor!

(s'alza inorridito)

Non ascoltarmi ~ e' fu il demonio

che di mie labbra ~ gioco si fe'.

Non ascoltarmi ~ quest'orazione

non è per me.

(fugge)

Re ->

 
Entrano Polonio, la Regina, poscia Amleto.

<- Polonio, Regina

 

POLONIO

Qui l'attendete e con forti rampogne  

quel bizzarro cervel dite che ammansi;

dite che il suo celiar già passa il segno,

e che no 'l soffre il re.

REGINA

N'andate, ei viene.

(Polonio esce)
 

<- Amleto

AMLETO

Madre?  

REGINA

Signor, grave un'offesa all'alta

maestà scagliaste.

AMLETO

Grave offesa, o madre,

al padre mio scagliaste.

REGINA

Orsù, frenate

la pazza lingua.

AMLETO

E la lingua perversa

frenate voi.

REGINA

Tant'osi, Amleto! E dunque

chi mi sia tu obliasti?

AMLETO

Oh per lo cielo!

Ben v'ho a mente regina, che la sposa

voi siete del fratel del padre mio,

ben v'ho a mente che madre a me voi siete.

Togliesse 'l dio!

REGINA

Principe!

AMLETO

Or via, tranquilla

dimorate e tacete, infin che tutta

l'anima vostra in un immondo specchio

io v'addimostri... né fuggir tentate.

REGINA

Ciel! Che? Vuoi forse trucidarmi? Aiuto!...

Aiuto!...

POLONIO

(dietro l'arazzo)

Aiuto!... Alla Regina! Aiuto...

AMLETO

Cos'è codesto? Un topo... un topo... un topo...

scommetto ch'io l'infilzo.

(sguaina la spada e trapassa l'arazzo)

POLONIO

Oh dio!...

REGINA

Che festi?

AMLETO

No 'l so da senno! Oh... forse il re!  

(corre e solleva l'arazzo)

REGINA

Polonio!...

AMLETO

Morto. Messere, mal vi consigliaste

di torvi briga di soperchio: tale

dell'arti vostre è il frutto. Eh! Non ciarlate?

Voi che di ciance eravate maestro

eccovi tutto grullo e incamuffito!

REGINA

Oh assassinio crudel!

AMLETO

Meno crudele

che d'uccidere un re, madre, per poscia

isposarne il fratello!

REGINA

Oh tu vaneggi.

AMLETO

No, per mia fé, madre pudica, il vero

io parlo, e quella sozza e laida

voi siete.

REGINA

Amleto!

AMLETO

A incestuoso imene

voi vi gettaste col fratel, che porta

lo scettro di mio padre. ~ Oh re fetente!

Turpe omicida incoronato, e drudo...

 

 

(quasi farnetico rivolto verso il ritratto del Re)  

O Re ladrone!

Che rubi e insudici

troni e corone,

rasciuga il tetro

sangue che sgocciola

dal regio scettro,

o Re ladrone!

REGINA

Cessa, pietà!

AMLETO

(sghignazzando)

Ah! Ah! Ah! Ah!

O Re assassino!

T'indraca in sordide

orge nel vino,

poi co' la sposa

corri alla coltrice

lussuriosa,

o Re assassino!

REGINA

Figlio, pietà!

AMLETO

Ah! Ah! Ah! Ah!

Re pulcinella!

L'hai fatta orribile

la gherminella.

Ma in verità

che qualche diavolo

ti pagherà:

Re pulcinella!

(sghignazzando)

Ah! Ah! Ah!

(apparisce lo Spettro)

<- Spettro

AMLETO

(interrompe le risa con un grido di spavento)  

Ah!

SPETTRO

Figliuol, dal cieco furiar rimanti,

smetti le vote grida, e in mezzo al core

nutri il pensier che dée trarreti avanti.

Io vegno a te per drizzarti l'ardore

a retto segno, e innovarti il proposto

che ti chiama di me vendicatore.

Non disviar da quel sentier che posto

ti se' per meta, e allenta il desio

quando il reo sangue avrà pagato il costo.

Prega per me che mi perdoni iddio.

 

AMLETO

Celesti spirti! O lugubre  

spettro del padre morto,

perdon se in vana furia

m'ebbi un istante assorto,

alla tua vista un igneo

pensiero mi divampa,

e di terribil vampa

sento affocarmi il cor.

REGINA

Figlio vaneggi; orribile

pazzia t'invade l'alma.

Deh torna ai queti, ai teneri

dì della dolce calma.

Irti i capelli, e pallido,

e gli occhi spalancati,

dimmi, che spettro guati

che t'empie di terror?

AMLETO

Colà, colà, quel morto

ch'è dall'avel risorto

non scerni, o madre?

(lo Spettro s'allontana)

Spettro ->

REGINA

Io no.

AMLETO

No 'l vedi? In sepoltura

ei serba l'armatura

che vivo egli portò.

Or ei dispare...

REGINA

Oh vano!...

AMLETO

Laggiù lontan, lontano...

già tutto ei dileguò...

Spettro dolente e pio

ti placa... Or madre addio.

(esce)

Amleto ->

 

REGINA

Ah che alfine all'empio scherno  

mi ribello, o snaturato!

La pietà del cor materno,

falso pazzo, hai cancellato.

Fingi pur deliri e spasmi,

io non simulo il furor:

bada a te, d'ombre e fantasmi

o bugiardo evocator!...

Ah! Che dissi? Io rea, che il padre

spensi al figlio e tolsi il trono,

non son madre, ah non son madre!...

Vien, m'uccidi, io ti perdono.

Di regina e di consorte

profanato ho i nomi, il so:

corri Amleto, e dammi morte,

madre almeno io morirò.

(esce)

Regina ->

 
 

Parte seconda

Luogo romito nel parco d'Elsinora.
Nell'estremo fondo a sinistra s'erge un fianco del castello. Alte macchie di pini e d'abeti sparse qua e là. A mezzo della scena scorre un ruscello alle di cui sponde sinuose s'assiepano cespugli di fiori. Un salice piangente bagna i suoi rami nell'onda. L'ora è il tramonto, una luce calda indora il paesaggio.
Il Re seguìto dai Soldati percorre smarrito la scena, come per cercare un rifugio. Laerte e Ofelia: strepito di rivolta nel lontano.

 Q 

(nessuno)

<- Re, soldati

 
Hey non nonny, nonny, hey nonny!
 

GRIDA
(lontane)

Morte al re! Morte al re!  

RE
(ai soldati)

Guardie! Le mura

del castel custodite, a ferro e foco

sterminate i rubelli.

(le guardie partono)

soldati ->

GRIDA

Morte! Morte!  

ALTRE GRIDA

Laerte è nostro re.

GRIDA
(più vicine)

Viva Laerte!

RE

Fuggiam... la folla irrompe...

 

<- Laerte

LAERTE

Ove s'appiatta  

codesto re? ~ Compagni, e voi sostate,

e niun mi segua. ~ E tu mi rendi il padre!

RE

Pace, Laerte, pace...

LAERTE

Ov'è mio padre?...

RE

Morto. Ma non da me, morto.

LAERTE

E chi dunque,

e chi dunque l'uccise? Ah! Per satana!

Vendetta io vo' del padre mio!

UNA VOCE DI DENTRO

Sgombrate

il passo a lei.

LAERTE

Chi giunge?... Ofelia! Ofelia!

 
(Ofelia passa, ornata stranamente di fiori, e col grembiale pieno d'erba e di pianticelle, cantando)

<- Ofelia

 

OFELIA

La bara involta  

d'un drappo nero

move alla volta

del cimitero.

Zitto! Chi passa,

chetate l'orme,

che in quella cassa

v'ha un che dorme.

Ma voi di riso

pingete il viso

e di pietà.

E dite a questa

orfana mesta:

chi è nella cassa

per un che passa

non s'alzerà.

È un sonno forte

quel della morte!

 

 

Ma quando sarem giunti al camposanto  

e che ci avran levato il bruno manto,

e che l'avran calato nella fossa,

tutto cosparsa di viole e d'ossa,

m'assetterò tranquilla a lui vicino,

per piantar sulla fossa il mio giardino.

E là... su que' capelli bianchi e lustri

ci metterò un boschetto di ligustri;

sugli occhi tanto azzurri e tanto belli

seminerò due grani di napelli...

e sui denti d'avorio, un bianco fiore

di giglio... e qui dove gli batte il core...

vo' posare una rossa pianticina

di quel bel fior che chiaman vedovina;

e là... sul petto dov'ha la ferita

vo' che nasca una triste margherita,

mista a un po' di pervinca e di genziana,

che è un'erba per le piaghe tanto sana...

E quando avrò di fior cosparso l'orto

vo' inginocchiarmi e dire un requie al morto.

LAERTE

Sventura orrenda! Ofelia mia gentile,

dolce sorella... io vo' pagare a sangue

la tua demenza. Udisti, Re?

RE

Fu Amleto

che trafisse tuo padre.

LAERTE

Oh! Per lo cielo!

RE

Deh, buon Laerte, al tuo dolor profondo

io son commosso, e se vendetta brami,

vendetta avrai. La sicurtà del regno

il vuole anch'essa. Intanto tu racqueta

la ciurmaglia che mugge, e fa che salva

sia d'ogni insulto la maestà danese;

alla tua voce obbediran sommessi

i rivoltosi.

LAERTE

Amleto! Dov'è Amleto?

Ove s'asconde?

RE

Ebben, se il vuoi, mi segui.

(partono il Re e Laerte)

Re, Laerte ->

 
(i tumulti lontani svaniscono e si spande il silenzio del tramonto. Ofelia, errando mestamente verso il ruscello)
 

OFELIA

(sola)  

Amleto! Amleto! Chi parlò d'Amleto?

Cala queto ~ vespero, la brezza

è una carezza ~ un bacio, una favella,

la brezza è quella ~ che cantò quel nome.

O come, o come ~ tutto io mi rammento!...

I miei pensieri tornan col vento ~ a frotte

quando imbruna la notte ~ allora io sento

quasi un concento ~ che si rinnovella!...

Ei mi dicea: Va'! Fatti monachella!...

Va' fatti monachella!... Va' le anella...

del tuo capo recidi... ed io non volli

(me lassa!) udir la parola profonda!

Ed or me n' vo co' sospir tronchi e folli...

per troppo amor della mia chioma bionda.

(si adagia sul salice)

 
(aurora lunare)

Ahimè! Chi piange? È il salice  

che piange, e piange tanto

che l'acqua del suo pianto

formò questo ruscel.

Bello alberel dolente

la vergine piangente

ti chiamerà fratel.

E i rami tuoi (patetica

di due dolor catena)

alla mia franta lena

saran blando guancial,

mentre con pio lamento

verrà a cullarmi il vento

dal cielo oriental!...

(il ramo si spezza, Ofelia cade lievemente nel ruscello, cantando sempre, mentre il suo corpo, circondato di fiori, viene trascinato dal corso dell'acque)

Sfondo schermo () ()

Ofelia ->

 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto

Una alcova nel castello; porta con cortinaggi; un inginocchiatoio; vari altri mobili; un ritratto del Re appeso alla parete.

Re
 

O nera colpa! Orribilmente inflitta

Re
<- Amleto

Ecco il momento... ei sta pregando... All'opra!

Re
Amleto ->
Re ->
<- Polonio, Regina

Qui l'attendete e con forti rampogne

(Polonio si nasconde dietro un arazzo)

Polonio, Regina
<- Amleto

Madre? / Signor, grave un'offesa all'alta

(Amleto sguaina la spada e trapassa l'arazzo uccidendo Polonio)

No 'l so da senno! Oh... forse il re!

Amleto, Regina
O re ladrone!
Polonio, Regina, Amleto
<- Spettro

Figliuol, dal cieco furiar rimanti

Polonio, Regina, Amleto
Spettro ->
 
Polonio, Regina
Amleto ->
Polonio
Regina ->

Luogo romito nel parco d'Elsinora; nell'estremo fondo a sinistra s'erge un fianco del castello; alte macchie di pini e d'abeti sparse qua e là; a mezzo della scena scorre un ruscello alle di cui sponde sinuose s'assiepano cespugli di fiori; un salice piangente bagna i suoi rami nell'onda; l'ora è il tramonto, una luce calda indora il paesaggio.

 
<- Re, soldati

Morte al re! Morte al re! / Guardie! Le mura

Re
soldati ->

Morte! Morte! / Laerte è nostro re

Re
<- Laerte

Ove s'appiatta codesto re?

Re, Laerte
<- Ofelia

Ma quando sarem giunti al camposanto

Ofelia
Re, Laerte ->

(i tumulti lontani svaniscono; tramonto)

Amleto! Amleto! Chi parlò d'Amleto?

(aurora lunare)

(Ofelia cade lievemente nel ruscello)

Ofelia ->
 
Parte prima Parte seconda
Gran sala reale nel castello di Elsinora. Una piattaforma, è oscura notte; a destra il castello d'Elsinora; gli alberi e i culmini del... Una sala nel castello. La sala degli spettacoli sontuosissimamente adorna, e da splendidi candelabri illuminata; nel fondo un breve... Una alcova nel castello; porta con cortinaggi; un inginocchiatoio; vari altri mobili; un ritratto del Re... Luogo romito nel parco d'Elsinora; nell'estremo fondo a sinistra s'erge un fianco del castello; alte macchie... Un cimitero; è notte oscura.
Atto primo Atto secondo Atto quarto

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