Atto primo

 

Scena prima

Lo studio di un pittore.
Porta a sinistra; altra piccola porta nel fondo della scena; tavoli, quadri; un cavalletto per dipingere, sul quale posa un ritratto di donna.
Giuliano che sta dipingendo, coro di Pittori e di Amici.

 Q 

Giuliano, pittori, amici

 

GIULIANO

(volgendosi agli amici che lo circondano)

Or bene: che vi pare?  

CORO

Ecco un tipo ideale!

Impossibile al mondo trovar bellezza uguale.

GIULIANO

Credete? Eppure, in questa beltà meravigliosa

godo di presentarvi la mia futura sposa.

CORO

Ah! Ah!... tu prender moglie! E sul serio lo dici?

GIULIANO

Sul serio...

CORO

Come vedi fai ridere gli amici...

Ah! Ah!...

GIULIANO

(alzandosi)

Vi prego... in grazia... le celie risparmiate.

CORO

Di' che in un chiostro chiuderti e farti abate;

le favole più assurde a tuo capriccio inventa,

noi fingerem di crederle, se questo ti talenta.

Ma che tu prenda moglie...

GIULIANO
(bruscamente)

Finitela, vi dico!

Il ver parlai, chi dubita ancor non m'è più amico.

CORO

E questa irresistibil maga, questa sirena

che al genio tuo volubile vuol metter la catena,

si chiama?

GIULIANO

Stella...

CORO

Il nome davver risponde al viso.

GIULIANO
(con entusiasmo)

Un angelo più puro non vanta il paradiso...

CORO

Dal palazzo reale, dal Louvre una tal stella

è caduta di certo.

GIULIANO

No: povera orfanella...

 

GIULIANO

Fiore gentil, nel vortice  

della città travolto,

giglio dai puri balsami

in sulla via raccolto;

mille ignorati gaudi

nel petto mio versò.

CORO
(sottovoce)

A tal miracolo

creder chi può?

Costui davvero

s'innamorò?

GIULIANO

Brillò fra le mie tenebre

stella dal raggio santo:

la sua beltà fu un'iride,

la sua parola un canto;

dessa al mio stanco genio

l'ali di Dio prestò.

CORO
(sottovoce)

Con egual enfasi

spesso ei parlò,

ma poi qual nebbia

l'amor passò.

 

GIULIANO

Amici: il vostro incredulo sorriso  

assai chiaro mi dice

che voi prendete a scherno

le mie parole... È naturale... è giusto!

Da quel ch'io fui... da quelli che voi siete.

Giudicar non potete

qual sono adesso. Fra sei giorni, spero

cangerete d'avviso... allorché tutti

qui ci uniremo a festeggiar il rito...

CORO

Sta ben!... Sta ben! Tutti accettiam l'invito.

GIULIANO

A domani, miei cari...

CORO

Addio, Giuliano!...

GIULIANO

(mentre gli amici si allontanano)

(Ella non giunge ancora...)

CORO

(nell'uscire)

Il caso è strano!

pittori, amici ->

 

Scena seconda

Giuliano indi la Contessa d'Egmont.

 

GIULIANO

(riprendendo i pennello e contemplando la tela)

No... vana è l'arte!... In questa effigie muta  

non brilla il raggio di innocenza e calma

che sulla fronte le riflette il cielo!

Qui trovo un freddo volto... e assente è l'alma.

(si odono tre colpi leggeri alla porticciuola)

 

Ecco l'anima alfin!

(corre ad aprire)

 

<- Contessa

CONTESSA

(in abito semplicissimo da modista con un velo bianco sul capo)

Giuliano!...

GIULIANO

Stella!...

Angelo mio!

CONTESSA

Mio ben!

GIULIANO

(fissandola con trasporto)

Sempre più bella!...

 

CONTESSA

Vedesti mai risplendere  

giornata più serena?

D'inusitato giubilo

ho l'anima ripiena...

Ai Pocherons ne attendono

feste, tripudi e canti.

Preziosi son gli istanti:

vieni, Giuliano, usciam!...

Del sol, dell'aure libere

la vita respiriam!

 

GIULIANO

E alfin tu mi dirai?...  

CONTESSA
(con ingenuità)

Sì... tutto io ti dirò...

GIULIANO

E il giorno fisserai?...

CONTESSA

Il giorno fisserò...

CONTESSA E GIULIANO

Fra le piante, tra i fiori loquaci,

nell'ebbrezza dei canti e dei baci,

precorriamo la gioia avvenir! ~

Io darei per quest'ora beata

fin del cielo l'eterno gioir!

 

Scena terza

Il Conte di Egmont, e detti.

<- Conte

 

CONTE

(sulla soglia)

Il pittore Daville...  

CONTESSA

(abbassando prontamente il velo)

Qual voce!... Il Conte!...

GIULIANO

(volgendosi)

Che si vuole da me?

CONTE

(avanzandosi e vedendo la donna velata)

Da quanto io vedo,

importuno qui giungo... D'ammirare

l'opre vostre stupende qui mi trasse

vaghezza. A corte, nelle illustri sale

di Versailles risuona ad ogni istante

il vostro nome glorioso...

GIULIANO

Fama

ch'io non merto...

CONTE

Modestia al genio unita

fu sempre... Or via, di stringervi la mano

per or mi onoro...

(accennando alla donna)

I vostri dolci studi

proseguite...

(si inchina in atto di partire)

CONTESSA

(Respiro!...)

GIULIANO

(accompagnando il Conte verso la porta)

Qui rivedervi io spero...

CONTE

Addio!...

(arrestandosi dinanzi al quadro)

Che miro!

 

 

(Quai sembianze!...)  

CONTESSA

(Io son perduta!)

GIULIANO

(Onde mai tal meraviglia?)

(al Conte)

Questa donna conosciuta

forse avete?...

CONTE

Rassomiglia

a una dama della corte

nota assai...

GIULIANO
(con indifferenza)

Voi lo credete?

La mia sposa in lei vedete...

CONTE

Sposa a voi!...

GIULIANO

Fra pochi dì.

(avvicinandosi alla Contessa)

È di ghiaccio la tua mano...

qual terrore ti colpì?

CONTESSA

(Simulare io tento invano

il terror che mi colpì.)

CONTE

(esaminando attentamente il quadro)

Fu illusion... fu un sogno strano...

fu una larva che mentì.

I tratti nobili

qui non ravviso,

i lampi fulgidi

di sua beltà;

l'aristocratico

fiero sorriso,

lo sguardo d'aquila

costei non ha.

Questa è una tortora,

quella un serpente;

là c'è il demonio,

qui il cherubin;

l'altra è più giovane,

più seducente,

l'occhio ha più languido,

più nero il crin.

(volgendosi a Giuliano)

Deh perdonatemi

lo strano error.

 

GIULIANO

(inchinandosi)

Nulla...

CONTESSA

(Dall'ansie

respira, o cor!)

CONTE

(nell'uscire)

Sia dolce l'estasi

del vostro amor!

Conte ->

 

Scena quarta

I suddetti meno il Conte.

 

CONTESSA

(sollevando il velo e prorompendo in una risata)  

Ah! Ah!

GIULIANO
(preoccupato)

Puoi dunque ridere?...

CONTESSA

(prorompendo in una risata)

E chi non rideria?

GIULIANO
(preoccupato)

Ciò che ora udii...

CONTESSA

Sul serio

ci pensi?... È una follia!

Fu un'importuna visita,

e già scordata io l'ho.

(dando il braccio a Giuliano con abbandono)

Ai liberi campi

festosi accorriamo,

uniti voliamo

ai regni del sol.

Siccome farfalle

nell'aure natanti,

quai tortore amanti

che spiegano il vol!

GIULIANO

Ai liberi campi

uniti accorriamo,

sparisca ogni nube

d'affanno e di duol.

Siccome farfalle

nell'aure natanti,

quai tortore amanti

che spiegano il vol!

 
 

Scena quinta

Il giardino ai Pocherons.
Viale con alberi foltissimi. A sinistra un tavolo circondato da sedili di pietra. Nel fondo della scena diverse coppie di studenti, artisti e soldati che passeggiano, ciascuno co' la sua donna al braccio. Nell'interno musica da ballo.

 Q 

studenti, artisti, soldati, donne

 

UOMINI

Danzate! Cantate, fanciulle giulive!  

Di danze, di canti l'amore sol vive;

farfalle vezzose ~ suggete le rose,

fin quando vi arrida degli anni l'april!

DONNE

Cantiamo! Danziamo! Fugaci son l'ore

segnate al diletto, segnate all'amore;

farfalle vezzose ~ suggiamo le rose,

fin quando vi arrida degli anni l'april!

(si disperdono)

studenti, artisti, soldati, donne ->

 

Scena sesta

Marta in abito da modista, indi il Conte di Egmont e il Marchese di Arras.

<- Marta

 

MARTA

Perché delle sante canzoni native  

la dolce armonia nell'alma rivive?

Degli altri la festa ~ più cruda ridesta

la pena fatale che m'arde nel cor.

Ma il pianger che giova? Segnata è la via;

beviamo il diletto, beviam la follia!

Corriamo alla meta che i palpiti acqueta,

che in placido sonno converte il dolor!

Sfondo schermo () ()

 

<- Marchese, Conte

MARCHESE

(additando Marta al Conte)

Oh! Ve', una colomba, che forse va in traccia

di liete avventure...

CONTE

Ti giova tentar...

MARCHESE

È giovane, è bella... Proviam!...

CONTE

Buona caccia!

Io vo' d'altra parte le reti a spiegar.

(il Conte si allontana)

Conte ->

 

Scena settima

Marta e il Marchese di Arras.

 

MARCHESE

(avvicinandosi a Marta con galanteria)  

Come mai, gentil donzella,

così sola vi aggirate?...

Se il mio braccio non sdegnate,

vi farò da cavalier.

MARTA

Siete amabile, galante...

MARCHESE

(con popolarità)

Hai marito?

MARTA

Son zitella...

MARCHESE

Certo, avrai più di un amante.

MARTA

Che mai dite? ~ No davver!

Voi credete nell'amore?

MARCHESE

Tu non credi, o mia fanciulla?

MARTA

Ma... vi pare? Io credo a nulla...

MARCHESE

Proprio a nulla?... E all'oro?...

MARTA

Ohibò?...

MARCHESE

Se ti offrissi, o bella, il core

che diresti?...

MARTA

Riderei.

MARCHESE

Del denar?

MARTA

Mi sdegnerei...

MARCHESE

Tu sei ricca...

MARTA

Io ricca? No!...

Nella povera stanzetta

io lavoro notte e dì:

quando puro il sol m'alletta,

a danzar io vengo qui.

E qui oblio, fra i lieti balli,

fra le larve del piacer,

le mie genti, le mie valli,

che non deggio riveder.

 

MARCHESE

Dunque straniera sei?  

MARTA

Sono cresciuta

presso Losanna, in povero villaggio...

MARCHESE

Come... e perché a Parigi sei venuta?

MARTA

(sospirando)

Allor la fede m'infondea coraggio...

quando appena in Parigi ho posto il piede...

Il coraggio mancò... mancò la fede!

 
(musica interna. Marta dà il braccio al Marchese)
 

MARTA
(vivacemente)

Ma i tristi pensieri  

dall'alma sgombriamo!

De' suoni il richiamo

ci invita a danzar!

MARCHESE

Più strana fanciulla

giammai non si vide;

se piange, se ride,

mi fa delirar!

(muovono per uscire)
 

Scena ottava

La Contessa di Egmont che attraversa la scena, e detti.

<- Contessa

 

CONTESSA

(rapidamente)

Ove fuggo?... I miei passi egli seguia...  

Riconosciuta forse...

(si allontana)

Contessa ->

 

MARCHESE

(arrestandosi sorpreso)

La Contessa

d'Egmont!

MARTA

La mia rivale!

MARCHESE

(Come mai

sola... con quel vestito... a una tal festa?...)

MARTA

Ah! Nel vederla, un brivido di morte

mi corse per le vene...

MARCHESE
(a Marta)

Al ballo andiamo?

Sì pallida perché?... Tu soffri...

MARTA

Nulla!

Quella giovane conoscete,

o signore?

MARCHESE

Qual v'è dama alla corte

ch'io non conosca?

MARTA
(sorpresa)

Dama?

MARCHESE

Anzi... contessa...

MARTA

Voi di me vi burlate?...

La fidanzata è dessa...

d'un giovane... pittore...

(ritirandosi in disparte, e accennando a Giuliano che s'avanza)

Vedete... ecco lo sposo!

MARCHESE

(ridendo)

Davvero?...

MARTA

(Com'è pallido e pensoso!)

 

Scena nona

Giuliano, e detti.

<- Giuliano

 

GIULIANO

(avanzandosi meditabondo)  

Qual poter di avverso fato

nell'abisso mi ripiomba?...

Io l'eliso avea sognato

sovra l'orlo di una tomba...

Ho terror della mia voce

buio immenso il ciel m'appar:

e mi uccide un dubbio atroce

che non oso interrogar.

MARTA
(con dolore)

(Per un'altra... ei soffre e piange...

sol per lei... vivea l'ingrato!...

Pur quel duolo il cor mi frange...

perché molto ho anch'io penato...

Chiesi invano al mondo e a dio

di morire o d'obliar;

non si cangia il fato mio:

viver deggio e deggio amar.)

MARCHESE

Mai non piacquesi la sorte

d'intrecciar casi più strani;

co' le dame della corte

voglio riderne domani...

Questa rosa... questa perla

io sperava conquistar,

e sì tosto ho da vederla

per un altro delirar!

 

Scena decima

Soldati e Studenti co' le loro Dame a braccio.
Il Conte d'Egmont, e detti. Giovani che recano bottiglie e bicchieri.

<- soldati, studenti, dame, Conte, giovani

 

CORO

Sia tregua alle danze ~ corriamo al banchetto!  

Di nuovo diletto ~ ci inondi il bicchier!...

(gli uomini si dispongono in giro; le donne si pongono a sedere)

MARCHESE
(a Marta)

Sediamo cogli altri ~ la cura affannosa

discaccia o vezzosa ~ rivivi al piacer!

Da brava!...

MARTA

(facendo violenza a sé stessa si avvicina alla tavola)

L'invito ~ mi torna gradito...

Si beva!...

UOMINI

(versando il sciampagna)

Signori, levate il bicchier!...

CONTE
(a Giuliano sottovoce)

Parlare in segreto vi debbo...

GIULIANO

(riscuotendosi)

Vi ascolto...

(il Conte e Giuliano si allontanano)

Conte, Giuliano ->

 

CORO

Chi il brindisi intona?

MARCHESE

(Del Conte nel volto

divampa lo sdegno ~ la tresca ei scoprì...)

MARTA

Il calice è pronto ~ versate il liquore!...

MARCHESE

(versando da bere a Marta)

Beviamo!

MARTA

Tocchiamo! ~

MARCHESE

Cangiato è l'umore!

MARTA

Fu nube leggera ~ che tosto sparì!

 

 
(con accento convulso)

Evviva la spuma  

che inebria e consuma,

che esalta, che uccide,

che l'anima a vol

trasporta nei regni

beati del sol!

TUTTI

Libiamo la spuma

che inebria e consuma,

che l'alma trasporta

nei regni del sol!

MARTA
(come sopra)

Ben giunta l'ebbrezza

che i vincoli spezza

d'un triste passato

vissuto al dolor!

Beviam la follia

che uccide l'amor!

(il coro ripete la strofa)
 

<- Giuliano

GIULIANO

(rientrando vivamente commosso)

Che intesi mai!... Quali minacce!... come  

qui mi trovo... e perché?... Tutto è mistero...

MARTA

Giuliano!... Ancora lui!... Compagne... amici...

si ricolmin le tazze... ed il licor

ogni cura, ogni affanno ammorzi in cor!

 

MARTA
(come sopra)

Beviamo! Cantiamo!

La terra scordiamo...

L'amore è una fola

di barbare età:

la fede è parola

che senso non ha...

 
(il coro lo ripete)
 

GIULIANO

Qual folle mi aggiro

per tenebra orrenda.

Mi toglie il respiro

l'affanno crudel!

(vedendo Marta e rifuggendo atterrito)

Qui... Marta!... O tremenda

giustizia del ciel!...

 

Fine (Atto primo)

Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo

Lo studio di un pittore; porta a sinistra; altra piccola porta nel fondo della scena; tavoli, quadri; un cavalletto per dipingere, sul quale posa un ritratto di donna.

Giuliano, pittori, amici
 

Or bene: che vi pare? / Ecco un tipo ideale!

Amici: il vostro incredulo sorriso

Giuliano
pittori, amici ->

No... vana è l'arte!... In questa effigie muta

Giuliano
<- Contessa

Giuliano e Contessa
E alfin tu mi dirai?
Giuliano, Contessa
<- Conte

(la Contessa abbassa prontamente il velo)

Il pittore Daville / Qual voce! Il Conte

Conte, Contessa e Giuliano
Quai sembianze! / Io son perduta!
Giuliano, Contessa
Conte ->

Il giardino ai Pocherons; Viale con alberi foltissimi; a sinistra un tavolo circondato da sedili di pietra.

studenti, artisti, soldati, donne
 

(nell'interno musica da ballo)

studenti, artisti, soldati, donne ->
<- Marta
Marta, poi Marchese e Conte
Perché delle sante canzoni native
Marta
<- Marchese, Conte
 
Marta, Marchese
Conte ->

Dunque straniera sei?

(musica interna)

Marta e Marchese
Ma i tristi pensieri
Marta, Marchese
<- Contessa

Ove fuggo?... I miei passi egli seguia

Marta, Marchese
Contessa ->

Marta, Marchese
<- Giuliano
Giuliano, Marta e Marchese
Qual poter di avverso fato
Marta, Marchese, Giuliano
<- soldati, studenti, dame, Conte, giovani
Marta, Marchese, soldati, studenti, dame, giovani
Conte, Giuliano ->
 
Marta e Coro, poi Giuliano
Evviva la spuma
Marta, Marchese, soldati, studenti, dame, giovani
<- Giuliano

Che intesi mai!... Quali minacce!

 
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima
Interno della casa del pastore Vansen; un gran camino a sinistra; a destra una porta che mette sulla... Lo studio di un pittore; porta a sinistra; altra piccola porta nel fondo della scena; tavoli, quadri; un... Il giardino ai Pocherons; Viale con alberi foltissimi; a sinistra un tavolo circondato da sedili di pietra. Gabinetto da toeletta; a destra una porta, a sinistra un grande specchio, quattro poltrone di foggia antica. Interno del Louvre; a destra una galleria con statue e vasi di fiori; a sinistra... Una strada di Parigi; a destra una muraglia con piccola porta; a sinistra una cappella della...
Prologo Atto secondo Atto terzo

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