Intermezzo terzo

 

Scena unica

Pericca, e poi Varrone.

Pericca

 

PERICCA

Oh che cosa graziosa!  

Oh che vista gustosa!

Non posso più dal ridere.

Viva, viva Varrone

ch'è maestro di ballo di Scipione.

 

<- Varrone

VARRONE

Ma io...  

PERICCA

Eh taci matto,

non ne sai niente affatto.

VARRONE

In quella stanza dove noi ballammo,

v'era tanta la gente,

che di pulito

non potei far niente.

PERICCA

Dunque or qui:

che non è luogo stretto,

vedrò se sai ballare.

VARRONE

(Più non mi so scusare.)

PERICCA

Ed assieme balliamo un minuetto.

VARRONE

Come vuoi. (Son confuso.)

PERICCA

Oh questo sì è un bell'uso!

Tu a man dritta vuoi star?

Passa di qua.

VARRONE

Hai ragione,

è verità.

 
(qui ballano un minuetto)
 

PERICCA

O sciocco, o sciagurato;  

chi è quel che t'ha insegnato?

VARRONE

Che? bene non ballai?

PERICCA

Eh vanne via,

che affatto non ne sai.

 

Che bel movimento    

di braccia che hai,

osservami attento

si muovan così.

Un passo col tempo

tu muover non sai,

apprendi a pigliare

il moto di qui.

(parte)

S

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Pericca ->

 

VARRONE

Va bene, va bene:  

e dove sei?

Col così...

Pericca si partì.

Oh povero Varrone

pieno di confusione!

Sien maledetti il ballo,

la scherma, e poesia,

ch'andar fecero in fallo

ogni fortuna mia.

 

Non serve la testa  

ch'è dura qual sasso,

le gambe, le braccia

non servono più.

Il braccio si ferma,

il piede fa fallo,

la testa è restia,

Varrone è un cù cù.

 
Pericca esce fuori coperta, e travestita.

<- Pericca

 

VARRONE

Oh chi sarà mai questa!  

Molto buona è la mina,

e assai lesta cammina.

Io voglio pormi un poco in bizzarria,

che questa forse, è la fortuna mia.

È garbata, è cortese:

pare che a sé mi chiami.

Uso questo sarà qui del paese.

PERICCA

Digame cavallero tam bizzarro

su nombre?

VARRONE

Signora, non son ombra,

ma son uomo da vero.

PERICCA

Es un hombre seguro,

digo como s'ellama.

VARRONE

Se io son secura lama.

(Non sbaglia in opinione.)

Basti sol dir

ch'io sono il gran Varrone.

PERICCA

Que muy

bien me parece don Varrone.

VARRONE

Il don

ho già acquistato

col passare il golfo di Lion.

PERICCA

Digame senor mio

usted toma tabaco?

VARRONE

Secondos l'occasiones.

PERICCA

Prueve el mio que es de Varro.

(tira fuori una tabacchiera)

VARRONE

Se è di Varro, è eccellente,

perché Varrone

al certo è mio parente.

PERICCA

(gli porge la tabacchiera)

Bien puode ustè servirse

del tabaco y la caxa.

VARRONE

(prende il tabacco)

Obligato al favores,

a me pare che sii di male odores.

PERICCA

Tomela cavalleros.

VARRONE

Oh no signoras.

PERICCA

Non sea tan discortes.

VARRONE

Dico non posso.

PERICCA

Tengo poca fortuna.

(ripone la tabacchiera)

VARRONE

(Animal che son stato.

Potea aver un regalo

e l'ho lasciato.)

PERICCA

Dicame que hora es?

VARRONE

Che oras? or la servos.

Ecco l'orloggio, veggas.

(lo prende)

PERICCA

(guardando l'orologio)

Sieche, ocho, nueve,

diez y onze?

VARRONE

Ben altro che dieci once!

PERICCA

Es muy famoso?

VARRONE

Al certo,

e non tiene alcun vizio:

sta però al suo servizio.

PERICCA

Lo tomo

que non quiero esser ingrata.

VARRONE

(Ho fatto la frittata!)

PERICCA

Però mucho me pesa

el no poder a ora

corrisponderle con galanteria.

VARRONE

Signoras se le pesas

di portarglielo a casa,

è cura mia.

PERICCA

A mi casas?

Ningun puede venir.

VARRONE

Non può venirvi alcuno?

(Ora son fritto al certo:

per non esser deriso

voglio vederla in viso.)

Almen pria di partire

facci l'onor il viso suo scoprire.

PERICCA

Para que non mi diga

que soy tiranna ingrata

es menester le hag'avermi cara.

VARRONE

(Se la minestra è cara

andrò ad un'altra osteria!)

Via si scopri sì sì.

(Pericca si scopre, ma non del tutto)

 

Uh mamma mia!

Oh che vecchia, ch'arpia!

Rendi l'orologio or via

o ti mando in buon'ora.

Non rispondi? l'orloggio...

PERICCA

(qui si scopre tutta)

Prendi

non voglio ciò che fu mio dono.

VARRONE

Come? Pericca!

(Oh ciel! confuso io sono.)

Ah mia bella perdono.

PERICCA

Io t'ho già perdonato,

e finora con te così ho burlato,

però non mi dispiaci.

VARRONE

Pur lo dicesti alfin labbri vivaci!

PERICCA

Altro non vo' cercare,

(io me lo vo' sposare,

perché veggio ben io

ch'ogni cosa farà a modo mio):

sì che non mi dispiaci.

VARRONE

Presto dunque la mano

avanti che ti penti.

(si porgono la mano)

PERICCA

Eccola per caparra

de' futuri prossimi contenti.

VARRONE

Ed è pur vero, o cara;

e come mai...

PERICCA

Il vero poi saprai.

 

 

Il tuo gran merito,    

S

VARRONE

anzi demerito

PERICCA

tua dolce grazia,

VARRONE

anzi disgrazia

PERICCA

il tuo sembiante

VARRONE

non gir più avante

mia sposa vaga

PERICCA

m'ha stretto

fra' lacci il cor.

VARRONE

Per te nel petto

larga una piaga

m'ha fatto amor.

Donna Pericca

tu mia consorte

PERICCA

tu don Varrone

il mio consorte.

VARRONE

Al certo cara

troppo è l'onor.

Insieme

PERICCA

Al certo caro

troppo è l'onor.

 

Fine (Intermezzo terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Intermezzo primo Intermezzo secondo Intermezzo terzo
Pericca
 

Oh che cosa graziosa!

Pericca
<- Varrone

Ma io... / eh taci matto

(ballano un minuetto)

O sciocco, o sciagurato

Varrone
Pericca ->

Va bene, va bene

Varrone
<- Pericca

(Pericca travestita)

Oh chi sarà mai questa!

(Pericca si rivela)

Pericca, Varrone
Il tuo gran merito
 
Scena unica
Atto primo Atto secondo Atto terzo Intermezzo primo Intermezzo secondo

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