Atto primo

 
PARTE PRIMA
 

Scena prima

Orto cinto da mura diroccate nel più remoto angolo di Granata - Notte - Da un lato, fiancheggiata da melagrani e sicomori, sorge una vetusta casa di architettura bizzarra d'epoca assai anteriore alla moresca dominazione, ma sullo stile di questa, indi ricostrutta in parte ov'era crollata - nel fondo, in isfumatura, pinacoli e moschee a chiaro di luna.
Adèl-Muza entra guardingo nell'orto, e volgendosi ad un verone della casa fievolmente rischiarato, canta:

 Q 

<- Adèl-Muza

 
Serenata.
 

ADÈL-MUZA

Del Corano il sacro carme  

mi sta inciso sovra l'arme,

ma il tuo nome in questo core

scritto è pur, ~ mio dolce amore! ~

Fede eterna, intemerata

ad entrambi ho consacrata;

ma del brando, ahi! sento il core

più fedel, ~ mio dolce amore! ~

Brano musicale ()

 

 

Stella dell'alma mia,  

sorgi! di te la notte invidiosa

le sue stelle ridesta!

Sorgi, e degli astri pallido il chiarore

le tue luci faran, ~ mio dolce amore!

 

Vieni: fatal presagio  

lo spirito mi serra:

se al dì vegnente esanime

io mi cadessi in guerra?...

Di quest'acciaro estinguersi

il lampo allor dovrà;

ma il cor d'amore i palpiti

anco sotterra avrà. ~

Sfondo schermo () ()

Brano musicale ()

 

 

Oh! qual di paradiso  

lambe un'aura balsamica il mio viso?!...

Essa è nunzio, che l'orme tue previene,

mio dolce, unico bene! ~

 

Amarti, amarti, ed essere  

dell'amor tuo l'obbietto!...

Ecco l'eliso, o vergine,

a noi d'allah predetto;

né tal ch'io provo un giubilo

sanno apprestar le Urì...

ignoto ad esse un etere,

cara! il tuo amor m'aprì. ~

Brano musicale ()

 

Scena seconda

Leila trepidante dalla casa, e detto.

<- Leila

 

ADÈL-MUZA

Leila, ti veggo, e son felice...  

LEILA

Adèl,

parla sommesso: io temo

spiato il nostro amore, e... già l'estremo

convegno è questo...

ADÈL-MUZA

Ahi lasso!

Ma chi se' tu, che amarti a me non lice?...

I tuoi padri mi svela, il suol natio...

LEILA

A me pure mistero è il viver mio.

 

 

Adombrato da palme un ostello

io rimembro in un clima più ardente...

lentamente ivi pasce il cammello

triste un'erba pe 'l sole cocente.

Me bambina stringeva al suo petto,

mi baciava una donna amorosa;

il suo sguardo, l'accento diletto

nel mio core scolpito restò.

ADÈL-MUZA
(commosso)

Era dessa tua madre?!... oh pietosa!

Nel mio seno il suo spirto passò.

LEILA

Poi che fummi da ignota sventura

quella madre sì dolce rapita,

peregrina fra tacite mura

da lung'anni qui traggo la vita:

sol pensoso a me viene talora

uomo arcano, che figlia mi appella;

l'amo io pure, ma ignoto m'è ancora

qual ei meco divida destin.

ADÈL-MUZA

Sol d'amore, o gentil, mi favella;

taccia il resto il tuo labbro divin.

 

LEILA
(con trasporto)

Io t'amo...  

ADÈL-MUZA
(impetuoso)

Amarti, ed essere

dell'amor tuo l'obbietto!

Ecco l'eliso, o vergine,

a noi d'allah predetto.

Né tal ch'io provo un giubilo

sanno apprestar...

(s'ode un stormire di frasche)

LEILA

Mio dio!

ADÈL-MUZA

Quale terrore?...

LEILA

Involati...

è il padre!...

LEILA

Adèl, addio!

Insieme

ADÈL-MUZA

Leila, addio!

 
(scongiurato dall'amante il saraceno parte. Leila, scossa nuovamente da rumore fra le macchie, e da un ruggito come di belva, sviene pello spavento)

Adèl-Muza ->

 

Scena terza

Leila svenuta, indi Issàchar dal nascondiglio.

<- Issàchar

 

ISSÀCHAR

(con sarcasmo)

Va' pur tranquillo, o moro abominato,  

se al mio furor ti è dato

or qui campar, la morte, e ignominiosa,

t'aspetta entro l'Alhambra. ~ Ecco l'indegna!

(guatando alla figlia, indi côlto da una rimembranza)

L'unico pegno del più santo amore

sol per l'infamia, o donna del mio core,

tu m'affidavi nello istante estremo?

(la sua mano corre al pugnale: in questo punto Leila rinviene e sclama piangendo)

LEILA

Padre! padre!

ISSÀCHAR

Tu piangi?...

LEILA

Io gelo...

ISSÀCHAR

Io fremo.

 

 

(poi ricomponendosi a stento, prosegue con affettata dolcezza e commosso mal suo grado)

Romito fior nel tramite  

tu sei della mia vita;

de' lumi i più reconditi

la mente io t'ho fornita;

le oscene danze e i cantici

delle odalische ignori,

ma un dio verace ed unico

tu genuflessa adori;

e la caduta Solima

un inno ha sol da te.

LEILA

Fiore son io, che il turbine

divelse dallo stelo.

Poi che una madre tenera

non mi serbava il cielo;

ne' preghi, nelle lagrime

mi volgeranno l'ore.

L'affetto mio colpevole

fu noto al genitore...

(prostrandosi)

Madre, il tuo santo spirito

vegli su lui, su me!

 

ISSÀCHAR

(prorompendo con voce tonante, e afferrandola pell'omero ferocemente)

Ti leva dalla polvere,

e ai perfidi oppressori

tu maledici... ai mori,

o figlia d'Israel.

LEILA

Io maledire!...

ISSÀCHAR

Perfida.

Te maledico...

LEILA

(con grido straziante)

Ciel!!!

 

 

Ahi! fu velo all'ira estrema

di tue labbra il molle accento.

Ma a ritrarre l'anatèma

ti commova il mio sgomento...

ISSÀCHAR

Ami il moro miscredente,

e figliuola a me tu sei!

Dio mi plachi il cor furente,

qui svenare or ti dovrei!

LEILA

Sì, il pugnal mi vibra in petto,

sì, mi squarcia a brani il cor:

se la figlia hai maledetto,

tu la svena, o genitor.

ISSÀCHAR

No: ~ vivrai ~ la tua persona

sacro obbietto è già per me.

(Pegno al sire d'Aragona

deggio offrirla di me fé.)

(parte strascinando la figlia perplessa, stupita)

Issàchar, Leila ->

 
 
PARTE SECONDA
 

Scena quarta

Luogo interno del padiglione reale nel campo spagnuolo attendato sotto Granata - Tutto giace nel massimo silenzio ed oscurità.
Avvolti in brune cappe vengono i Giudici del supremo tribunale, parlando a voce sommessa con mistero.

 Q 

<- giudici

 

CORO

Dovrà per tale infamia  

finir così la guerra?

 
IIº

Le saracene soglie

un petto vil disserra! ~

 
tutti

Spegne l'onore ibero

nefando vitupero:

non aborria d'accogliere

empio messaggio il re!

Vegliamo! ~ Irresistibile

possanza il ciel ne diè.

(si ritirano misteriosamente)

giudici ->

 

Scena quinta

Ferdinando d'Aragona, il Gran giudice, uno Scudiere.

<- Ferdinando, Gran giudice, scudiere

 

FERDINANDO
(allo scudiere)

Lo straniero m'adduci.  

(lo scudiere che parte)

scudiere ->

GRAN GIUDICE
(con severità)

Qui un ebreo!

FERDINANDO

A te il consegno, vecchio venerando:

quella, ch'io m'ebbi idea di stratagemma

pe' tuoi savi consigli ora detesto,

né a quest'empio, che or viene, io più m'affido...

GRAN GIUDICE

O figlio, il ciel t'illumini la mente.

FERDINANDO

Or vanne... ei m'ha ispirato...

 
(il Gran giudice si ritira; Ferdinando rimane misurando a passi concitati il suolo)

Gran giudice ->

 

Scena sesta

Vengono introdotti Issàchar e Leila velata. Detto.

<- Issàchar, Leila

 

ISSÀCHAR

O re possente,  

ier di mia fé dubbioso

uno statico hai chiesto, or lo t'arreco:

(toglie il velo a Leila)

essa è mia figlia. - Al nuovo dì in Alhambra

sarà Muza prigione, onde scorati

nemici avrai...

LEILA

(Che intesi!)

ISSÀCHAR

Son fermi in questo piego

i patti...

(presenta a Ferdinando un rotolo di pergamena, ma questi con indifferenza lo rifiuta)

FERDINANDO

E a che franchigie

vai chiedendo pe' l popolo di Giuda?...

ISSÀCHAR

(sorpreso del nuovo linguaggio, e sdegnato)

Figlia, partiam...

FERDINANDO

T'arresta!

Un infedel tu sei,

né da merlata pena campar déi.

 

Scena settima

Escono i Giudici e gli Arcieri del supremo tribunale, i quali si accingono a legare Issàchar; questi è furibondo, imperterrito, Leila muta per lo spavento.

<- giudici, arcieri

 

ISSÀCHAR
(a Ferdinando)

Mio nume è Jeowha! ~ Serpe ti sfido...  

Mi colga un fulmine; ~ fidai di te.

A me quei ceppi, ~ io ti derido...

Abbietta insidia ~ tendesti a me.

CORO

A morte!!

LEILA

Oh crudi... ~ oh padre mio!...

ISSÀCHAR

Figlia, a sterminio ~ degli empi io vo.

(e ponendole sul capo solennemente la destra)

Sia teco ognora ~ di Giuda il dio,

e a te sollecito ~ redir saprò.

(viene strascinato al tribunale supremo: momenti di orribile silenzio)

Issàchar, giudici, arcieri ->

 

Scena ottava

Leila e Ferdinando.

 

LEILA

(prorompendo in lagrime)

Se cor non serri ~ di tigre in seno,  

i dì risparmia ~ al genitor.

Pietà non senti!! ~ Oh! lascia almeno

ch'io pur dei barbari ~ sfidi il furor.

(muove per andarsene colà dove fu tratto suo padre)

(in quella si vede da quel lato nell'interno il tetro splendore di una luce rossa sanguigna)

 
(inorridendo)

Qual mai s'accende ~ vampa funesta?...

Un rogo!... o padre, ~ con te morrò.

FERDINANDO

Ah! sconsigliata ~ che fai? t'arresta...

ei muor, ma padre ~ io ti sarò.

 

Scena nona

D'improvviso il Gran giudice, i Giudici, gli Arcieri escono nella massima costernazione dal loro tribunale, e detti.

<- Gran giudice, giudici, arcieri

 

GRAN GIUDICE E CORO

Satan, fuggì! ~  

FERDINANDO

Che v'impaura?...

GRAN GIUDICE E CORO

(prostrandosi al suolo inorriditi)

Preghiam!

FERDINANDO

Che avvenne? ~

CORO

L'ebreo sparì...

era un maliardo!! ~

VOCI NEL CAMPO

Oh ria sventura...

Al foco!!

 
«Noi non vogliamo dire con ciò» (così Bulwer nel romanzo da cui è tratto il presente melodramma) «che Almame» (da noi chiamato Issàchar) «si fosse acquistata quell'arte che le leggende e le superstizioni segnano col nome di magia; poiché egli non poteva signoreggiare gli elementi, né squarciare il velo del futuro, né annientare con una sola parola intiere armate, né per mezzo di incantagione trasportarsi repentinamente in un luogo lontano. Ma uomini che per secoli aveano passato la vita in tentare tutti gli effetti che possono meravigliare e imporre al volgo, dovevano pure apprendere segreti, che tutta la più posata saggezza dei tempi moderni invano tenterebbe di spiegare o di richiamare in vita. Ed alcune di quelle arti apprese empiricamente, ché spesso possono essere effetti di leggi chimiche ancora sconosciute, rimasero inesplicabili anche a coloro che ne aveano scoperto, e che ne creavano i fenomeni, di modo che questi dal proprio inganno tratti in errore, spesso s'immaginavano d'essere i padroni della natura, quando non ne erano che i vaganti discepoli. Di tal fatta era lo studioso della terribile caverna». (Bulwer - Leila, o L'assedio di Granata, capitolo IV).
E dove si parla dell'incendio del campo spagnuolo operato dell'ebreo:
«Il vento che pochi minuti prima aveva scherzato solamente con vittoriose bandiere, cacciava la fiamma divoratrice di tenda in tenda, come lampo che guizza fra le ammucchiate nubi. Prima che qualcuno potesse pensare a frenar l'incendio il campo era una fiamma sola». (Bulwer - Leila, o L'assedio di Granata, capitolo XXIII).
 

Scena decima

Squillano le trombe, il campo d'ogni dove si desta; la tenda si riempie di Guerrieri, che accorrono spaventati, indi Isabella di Castiglia, Dame spagnuole, Ancelle, Valletti, ecc., ecc., grande è il subbuglio, il terrore.

<- guerrieri, Isabella, dame, ancelle, valletti

 

CORO

Tutto ~ per noi finì.  

Onnipossente ~ in ogni loco

un uom le fiamme ~ spargendo va.

Preda all'incendio ~ un mar di foco

fia tutto il campo. ~

TUTTI

Cielo, pietà!! ~

GRAN GIUDICE

(afferrando Leila)

Ma tu, del mago ~ figlia aborrita,

trema per esso ~ del mio furor.

LEILA
(ad Isabella)

Sono innocente! ~ oh! tu m'aita,

di cui men crudo ~ è forse il cor.

FERDINANDO E ISABELLA
(in tuono assoluto al Gran giudice)

Di nostra fede ~ a lei si schiuda

per te il velame. ~

LEILA

Oh accenti!...

(intanto vie più andrà avvicinandosi il crepitio dell'incendio, il fondo del padiglione precipita con fracasso)

TUTTI

Orror!! ~

 

Scena undicesima

Si veggono le tende spagnuole riboccanti di fuoco, in mezzo a cui da lontano si scorge Issàchar, brandendo una fiaccola accesa in atto terribile, che grida:

<- Issàchar

 

ISSÀCHAR

Spagnuol! paventa ~ l'ira di Giuda,  

angelo io sono ~ sterminator.

(sparisce in mezzo ai nugoli dell'incendio)

 

FERDINANDO

Soldati, all'armi! ~ or se pe 'l foco

il campo in cenere ~ tutto ne andrà,

l'empia Granata ~ a noi fra poco

splendido asilo ~ dischiuderà.

GUERRIERI

(sguainando con anima le spade)

Soldati, all'armi! ~ or se pe 'l foco

il campo in cenere ~ tutto ne andrà,

l'empia Granata ~ a noi fra poco

splendido asilo ~ dischiuderà.

 
(sdegno, confusione, terrore ne' singoli affetti)
 

Fine (Atto primo)

Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo

Orto cinto da mura diroccate; notte; da un lato, fiancheggiata da melagrani e sicomori, sorge una vetusta casa; nel fondo pinacoli e moschee a chiaro di luna.

<- Adèl-Muza

Stella dell'alma mia

Oh! qual di paradiso

Adèl-Muza
<- Leila

Leila, ti veggo, e son felice

Leila
Adèl-Muza ->

(Leila sviene)

Leila
<- Issàchar

Va' pur tranquillo, o moro abominato

(Leila rinviene)

Issàchar, Leila
Romito fior nel tramite
Issàchar, Leila ->

Luogo interno del padiglione reale nel campo spagnuolo attendato sotto Granata; silenzio ed oscurità.

<- giudici
giudici ->
<- Ferdinando, Gran giudice, scudiere

Lo straniero m'adduci

Ferdinando, Gran giudice
scudiere ->

Ferdinando
Gran giudice ->
Ferdinando
<- Issàchar, Leila

(Leila velata)

O re possente

Ferdinando, Issàchar, Leila
<- giudici, arcieri

Mio nume è Jeowha! Serpe ti sfido

Ferdinando, Leila
Issàchar, giudici, arcieri ->

Se cor non serri di tigre in seno

(si vede da lato dove è stato portato Issàchar il tetro splendore di una luce rossa sanguigna)

Ferdinando, Leila
<- Gran giudice, giudici, arcieri

Satan, fuggì! / Che v'impaura?

(squillano le trombe e il campo si desta)

Ferdinando, Leila, Gran giudice, giudici, arcieri
<- guerrieri, Isabella, dame, ancelle, valletti

Tutto per noi finì

Ferdinando, Leila, Gran giudice, giudici, arcieri, guerrieri, Isabella, dame, ancelle, valletti
<- Issàchar
Issàchar, Ferdinando e Coro di guerrieri
Spagnuol! paventa ~ l'ira di Giuda
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima
Granata; appartamenti reali nell'Alhambra; nel mezzo arcate, donde si vede la corte dei Leoni. Orto cinto da mura diroccate; notte; da un lato, fiancheggiata... Luogo interno del padiglione reale nel campo spagnuolo attendato sotto Granata; silenzio ed oscurità. Sotterranei nella dimora di Issàchar; le ampie volte intagliate nella roccia sormontano pilastri informi e... Padiglione in una foresta; fra lo spessore della boscaglia si veggono da lontano i dorati cocuzzoli dì... Valle boschereccia romantica nei monti andalusi; è sul finire della notte; di prospetto, adombrata...
Prologo Atto secondo Atto terzo

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