Atto terzo

 

Scena prima

Valle boschereccia romantica nei monti andalusi - è sul finire della notte - di prospetto, adombrata da annose quercie sorge una vetusta abbazia, sulle cui mura nereggianti spande ancora un fievol chiarore la luna; regna profonda calma; quel santo asilo sembra disabitato.
Dopo vari rintocchi di sacra squilla si illumina a poco a poco nell'interno il tempio, ed escono in lungo stuolo processionalmente da chiostro attiguo Eremiti e Matrone.

 Q 

(nessuno)

<- eremiti, matrone

 

CORO

Era travolta un'anima  

nell'oceàn del mondo,

e procellosi vortici

già la traeano al fondo;

ma onnipossente un aere

a lido la recò:

spiro d'iddio, che l'anima

redenta a sé chiamò.

(entrano nell'abbazia)

eremiti, matrone ->

 

Scena seconda

Ferdinando d'Aragona, Leila, Isabella di Castiglia, e Séguito dal chiostro.

<- Ferdinando, Leila, Isabella, séguito

 

FERDINANDO

O venturosa vergine, il dio vero,  

cui ti votasti, alfine

ti schiude il tempio suo.

ISABELLA

Sparsa sul crine

or ti fia l'onda, che la prima colpa cancella...

LEILA

Ah sì! e per essa ogni altra menda

si terga di quest'alma, ed ogni affetto

terren sia spento. (E l'amorosa fiamma,

che Adèl-Muza m'apprese!)

FERDINANDO E ISABELLA

Vieni...

(si avviano tutti al tempio, Leila si tinge di pallore)

 

Ma quale mai t'arresta

sul santo limitar cura funesta? ~

 

LEILA

(Da quell'augusta soglia  

m'arretra un sacro orrore,

fatal, diletta immagine

sgombrare il cor non può.

Gran dio! di questa misera

spegni l'insano amore,

o al tempio tuo sacrilega,

spergiura io moverò.)

Sfondo schermo () ()

FERDINANDO E ISABELLA

Che mormori? qual nugolo

offusca la tua fronte?

Il vero dio t'accoglie

ed hai mestizia in cor?!

 

Scena terza

Sul vestibolo dell'abbazia si presentano gli Eremiti, il Gran giudice e le Matrone velate.

<- eremiti, Gran giudice, matrone

 

GRAN GIUDICE
(a Leila)

Che vai cercando, o figlia?  

(Leila si rasserena, e prorompe con gioia)

LEILA

La vera fede!

GRAN GIUDICE

Al fonte

vien della vita, e l'anima

riprenda il suo candor.

LEILA
(come invasa da celeste apparizione)

Tra i beati in paradiso

possa arcana mi conduce!

Qual m'inonda mar di luce?

Oh visione!... il ciel s'aprì!

Move d'angioli una schiera

a discior la mia catena;

ogni immagine terrena

dal mio spirito fuggì.

 
(entrano tutti nell'abbazia)

Ferdinando, Leila, Isabella, séguito, eremiti, Gran giudice, matrone ->

 

Scena quarta

Il luogo rimane deserto alcuni istanti, poi Adèl-Muza, travestito in bruna armatura a foggia degli spagnuoli.

<- Adèl-Muza

 

 

Guida a me fra' dirupi  

or sull'ale dei venti un suon giungea

di squilla mattutina,

onde a pregar s'inchina

il nazzareno. ~ Da lung'ora in pianto

per inospita via

vo cercando di lei che mi tradìa. ~

Ecco l'eremo alfin!... sol mio desire

è scorgerla una volta, a poi morire.

Morire? sì! ~ che più resta al guerriero.

Se spenta è la sua gloria?... qual mai vita

avrà un fedele e disperato cuore,

se il tradiva l'oggetto del suo amore? ~

 

Meste d'incerto raggio  

talor vid'io le stelle,

e udii pe 'l cielo fremere

terribili favelle:

«Non ti fidare, o misero,

di chi ti giura amor;

non li fidar di Leila,

ell'ha spergiuro il cor.»

Ma sol credea d'intendere

per que' fatali accenti,

geloso anch'esso l'etere

fosse de' miei contenti...

Ah sì! menda la perfida,

che mi giurava amor.

Mai più spergiuro in Leila

avrei pensato il cor.

Sfondo schermo () ()

Brano musicale ()

 

Scena quinta

Intanto un uomo in veste lacera, trafelato per lungo aspro cammino, sarà sbucato come una belva d'infra le piante, egli è Issàchar.

<- Issàchar

 

ISSÀCHAR

(osservando l'abbazia)

Giunto io fossi alla meta?!  

(e ravvisando il cavaliero al chiarore dell'alba nascente; forse con sarcasmo)

In amore

di Granata l'invitto campione

va struggendosi dunque?...

ADÈL-MUZA

Oh furore!...

Se' ancor vivo, aborrito stregone?...

Vil profeta, che m'hai calunniato,

e tradisti il caduto mio re!

ISSÀCHAR

Or che giova tornar sul passato?...

Sol pensier, dimmi, è Leila per te?

ADÈL-MUZA

Del mio cor penetrato hai l'arcano,

l'amo io sì, quella vergine adoro;

essa è un ente per me sovrumano,

ma tradimmi la perfida, e... io moro!...

ISSÀCHAR
(ironico, e in accento quasi convulso)

Infelice? ~ a te forse... colei

nuovo rito... ebbe resa infedel?...

ADÈL-MUZA
(con disperazione)

Sì!

ISSÀCHAR
(prorompendo con fuoco)

Vendetta, Jeowha!!

ADÈL-MUZA
(sorpreso e adirato)

Tu... chi sei?...

ISSÀCHAR

Della schiatta son io d'Israel.

Uomo ignoto, qual ebbero ognora

saraceni ed iberi nemico,

ho percosso l'un l'altro talora,

fido solo al mio popolo antico...

ADÈL-MUZA

Muori adunque! non deve più freno

il furor di quest'alma soffrir.

(per trafiggerlo)

ISSÀCHAR

(incrocia il suo brando con quello di Muza, e combatte)

Da lung'ora covato nel seno

del tuo sangue mi strugge un desir.

(s'ode armonia religiosa di organo - i combattenti tralasciano la pugna)
 

CORO
nel tempio

Vergin, che l'alma hai candida  

omai per l'acque sante,

di chi per noi fu vittima

ti prostra all'ara innante.

Vieni, fanciulla! or sciolgasi

il labbro tuo che è puro,

e profferisca il giuro,

che ti riscatta al ciel.

 

ISSÀCHAR
(fremendo)

Quei canti!!

ADÈL-MUZA

In me ridestano

sensi di duolo atroce...

Leila forse!...

ISSÀCHAR
(con grido e soprassalto)

Mia figlia?!...

ADÈL-MUZA
(estremamente sorpreso a tale rivelazione)

Tua figlia!!!

ISSÀCHAR

(quasi delirante va per entrare nel tempio, ma arrestatone sul vestibolo come da una potenza arcana, soprannaturale, esclama)

Ah!... la sua voce!...

(unitamente al Coro, che riprenderà, si ode la voce di lei)

LEILA
di dentro

Beata io son: lo spirito

per l'acque sante è puro:

scioglier poss'io quel giuro,

che mi riscatta al ciel.

ISSÀCHAR
(fuori di sé)

Or l'odi tu la perfida?...

Dividi il mio dolore...

o maledetta, o reprobi,

vi sperda il mio furore...

Figlia, straziata ho l'anima,

da ambascia la più dura...

Oh infamia! il dì m'oscura

truce di sangue un vel. ~

ADÈL-MUZA

Taci, inuman! le furie

d'un aspide ho nel seno!

Ma a che da noi s'indugia?...

rapiamla al nazzareno...

(vorrebbe entrare nell'abbazia - Issàchar lo ferma)

ISSÀCHAR
(cupamente)

Me di vendetta orribile

coglie un pensier ~ gran dio! ~

(irresoluto, indi attraversando il passo al saraceno)

Là solo entrar degg'io,

arretrati, infedel! ~

(rapido come il baleno si spinge entro l'abbazia; si interrompono i sacri cori, e vi succede uno strido di allarme e di spavento; Adèl-Muza accorre... indarno)

Issàchar ->

 

Scena ultima

Sbuffante di gioia brutale esce Issàchar dal tempio, strascinando la Figlia pallida sparuta, e sui gradini della soglia la trafigge; indi Ferdinando d'Aragona, Isabella di Castiglia, il Gran giudice e lo stuolo religioso, accorrono in confusione pallidi di terrore, e costernati.

<- Issàchar, Leila

 

ISSÀCHAR

Se indegna vittima ~ a te immolai,  

Jeowha, perdona! ~

(e volgendosi con sogghigno infernale al desolato Adèl-Muza)

è tua... la prendi...

(Leila volge uno sguardo appassionato al saraceno, un sorriso le sfiora il labbro, e quasi cadavere si abbandona nelle di lui braccia. Isabella e lo stuolo muliebre soccorrono a lei pietosamente)

<- Ferdinando, Isabella, Gran giudice, matrone, eremiti

FERDINANDO, GRAN GIUDICE E CORO

(scagliandosi sovra Issàchar)

Al rogo, o infame, ~ al rogo omai!...

La terra, il cielo ~ ti maledì.

LEILA
(scossa a tale imprecazione, con voce anelosa)

Dio! su quai labbra ~ un grido iroso

di sangue ascolto, ~ e di anatèma?!...

È a voi ben noto ~ un dio pietoso...

quell'ira ei certo ~ non suggerì...

Pietà vi dèstino ~ pe 'l genitore

questi singulti ~ di vita... estrema...

(e volgendosi a Muza amorosamente)

Il vero nume ~ ti... parli al... core,

e... in ciel... beati ~ saremo un... dì.

ADÈL-MUZA

Deh! vivi, o misera ~ quaggiù l'amore

ben altro cielo ~ a noi prepara! ~

Ohimè!... ti copre ~ mortal pallore...

Empio è il destino, che ci colpì!! ~

ISABELLA E CORO MULIEBRE

Sol pensa, o vergine ~ che iddio nel cielo

eterno un gaudio ~ a te prepara. ~

Ohimè!... la copre ~ di morte il gelo...

empio è l'acciaro, ~ che la colpì! ~

FERDINANDO, GRAN GIUDICE E CORO
(ad Issàchar)

Mira... qual sangue ~ versasti, o indegno,

l'orror degli uomini, ~ del ciel tu sei!...

Ma a te sovrasta ~ superno sdegno;

del tuo supplizio ~ venuto è il dì.

ISSÀCHAR
(disperato)

Sì, trucidatemi... ~ al rogo! al foco!

Sebben fuggirvi ~ ancor potrei;

ma dal mio cenere ~ un'ombra invoco

che di me vindice ~ vi sperda un dì! ~

 
(Leila muore - sgomento generale)
 

TUTTI

È spenta!! ~

ADÈL-MUZA

Oh strazio! ~ il parricida

ch'io sveni...

(s'avanza sovra Issàchar)

GRAN GIUDICE

(fermandolo)

Incognito guerrier, chi sei?

TUTTI

(ravvisandolo, con sorpresa)

Adèl!!

ADÈL-MUZA

Sì!!

GRAN GIUDICE

Al rogo...

ISABELLA
(commossa al gran giudice)

Che amor l'uccida

ti basti...

TUTTI

Oh truce, ~ e infausto dì!!!

 
Quadro, e cala la tela.
 

Fine (Atto terzo)

Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo

Valle boschereccia romantica nei monti andalusi; è sul finire della notte; di prospetto, adombrata da quercie sorge una vetusta abbazia.

 
<- eremiti, matrone
eremiti, matrone ->
<- Ferdinando, Leila, Isabella, séguito

O venturosa vergine

Leila, Ferdinando e Isabella
Da quell'augusta soglia
Ferdinando, Leila, Isabella, séguito
<- eremiti, Gran giudice, matrone
Gran giudice e Leila
Che vai cercando, o figlia?
Ferdinando, Leila, Isabella, séguito, eremiti, Gran giudice, matrone ->
<- Adèl-Muza

Guida a me fra' dirupi

Adèl-Muza
<- Issàchar

Giunto io fossi alla meta?!

Coro nel tempio, Issàchar, Adèl-Muza, poi Leila nel tempio
Vergin, che l'alma hai candida
Adèl-Muza
Issàchar ->
Adèl-Muza
<- Issàchar, Leila
Adèl-Muza, Issàchar, Leila
<- Ferdinando, Isabella, Gran giudice, matrone, eremiti
 

(Leila muore)

 
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena ultima
Granata; appartamenti reali nell'Alhambra; nel mezzo arcate, donde si vede la corte dei Leoni. Orto cinto da mura diroccate; notte; da un lato, fiancheggiata... Luogo interno del padiglione reale nel campo spagnuolo attendato sotto Granata; silenzio ed oscurità. Sotterranei nella dimora di Issàchar; le ampie volte intagliate nella roccia sormontano pilastri informi e... Padiglione in una foresta; fra lo spessore della boscaglia si veggono da lontano i dorati cocuzzoli dì... Valle boschereccia romantica nei monti andalusi; è sul finire della notte; di prospetto, adombrata...
Prologo Atto primo Atto secondo

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