Atto secondo

 
PARTE PRIMA
 

Scena prima

Sotterranei nella dimora di Issàchar - le ampie volte rozzamente intagliate nella roccia sormontano pilastri informi e giganteschi, a ' quali come trofei pendono armi rugginose d'un'epoca assai remota - qua e là stanno alla rinfusa strumenti di alchimia di forme svariate e bizzarre - un'enorme lampada di metallo irrugginito pende dall'alto, rischiarando fiocamente quel luogo di magica e selvaggia apparenza.
Issàchar e varii suoi Famigliari sono intenti ad affilare e fornire armi; di lì a pochi istanti si ode un romore allo esterno. Issàchar va nel fondo, e spia per un forame.

 Q 

Issàchar, famigliari

 

ISSÀCHAR
(ad alta voce)

Dessi ~ chi viene? ~  

VOCI
(al di fuori)

Giuda, e vittoria!

 

Scena seconda

Issàchar preme una pietra, che girando leggermente sovra una molla apre l'entrata ad Uomini di vari paesi ivi convenuti con fiaccole per via sotterranea.

<- uomini di vari paesi

 

CORO

(mirando all'intorno con entusiasmo)

Oh l'armi avite!! ~  

TUTTI

(si prostrano)

Oh padri!! oh gloria!! ~

(sorgono, si abbracciano a vicenda presi da veemente commozione)

ISSÀCHAR
(in tuono profetico)

Or voi, degli avi nostre ombre, sorgete!...

e là 've di Sionne le ruine

lambe il Cedron traete!...

da que' salci immortali

l'arpe spiccate, onde le mosse corde

dall'aure... mesta istoria

gemon di troni e popoli caduti!...

Or voi gli accordi dell'antica gloria

sovr'esse a noi temprate...

CORO
(con fuoco)

Sì ~ dell'antica gloria!...

ISSÀCHAR

A noi parlate...

di Gedeon...

CORO

(con entusiasmo sempre crescente)

Di Gedeon!

ISSÀCHAR

Parlate...

di Giosuè...

CORO

Di Giosuè!...

ISSÀCHAR

Di Jefte...

CORO

Di Jefte!

ISSÀCHAR

(rimane colpito da lugubre memoria - e niuno ignora il voto di Jefte, onde questi sacrificò a dio la propria figlia)

Al pensier mio

qual mai lampo baleni, eterno iddio?!

(resta concentrato, indi con terrore)

Al tuo cenno m'inchino devoto,  

che brillare in quel lampo discerno...

tu di sangue terribile un voto

forse chiedi ad un core paterno?!

(piange)

Ho una figlia!! ~ a lei guarda, o signore,

serbi intatta de' padri la fé. ~

(come inspirato)

Ma, se il chiegga di Giuda l'onore,

pur fia spenta la figlia da me.

CORO
in disparte

Egli pianse; ma spersa è la nube,

lo circonda celeste splendore...

ora ad esso favella il signore

quale un tempo sul Sinai a Mosè. ~

 

ISSÀCHAR

Sotto il velame di melati accenti,  

onde franchigie promettea, l'ibero

mi celava un'insidia, che sfuggire

io ben potei; ma l'unica mia prole

restò del vile fra gli artigli...

CORO

Il ratto

di lei s'imprenda!

ISSÀCHAR

Or noi

da calle sotterraneo

nel campo penetrar dell'inimico

deggiamo...

(s'ode uno squillo lontano di trombe)

 

È questa l'ora

ove di mille e mille saraceni

duce Adèl-Muza irromper dée sull'oste...

UNO DEL POPOLO
(con sorpresa)

Adèl?... fia vero!

ISSÀCHAR

Alla vermiglia rocca,

che un dì l'ebbe prigione,

dalle sommosse squadre ei fu sottratto;

né più di lui diffida

il re moresco ~ provvida è la sorte ~

Muza è sommo, invincibile guerriero...

Or tutti all'armi!

CORO

Sì, ~ morte all'ibero! ~

 

TUTTI

Per l'etra rimbomba  

la bellica tromba,

quell'armi stringiamo,

a guerra moviamo.

(cingendosi le armi antichissime degli avi)

Balenan tremende

dal prisco fulgor,

lo spirito ne accende

l'antico valor.

 
(corrono precipitosi alla pugna: succederà lontano il rombo della battaglia)

Issàchar, famigliari, uomini di vari paesi ->

 
 
PARTE SECONDA
 

Scena terza

Padiglione in una foresta presso il campo spagnuolo; il fondo ne è aperto, e fra lo spessore della boscaglia si veggono da lontano i dorati cocuzzoli di Granata.
Strepito, suoni guerreschi, indi voci festive in lontananza.

 Q 

 

CORO
di dentro

Viva Spagna!  

 
Isabella di Castiglia, Dame spagnuole, Ancelle, ed il Gran giudice reduce dal campo.

<- Isabella, dame, ancelle, Gran giudice

 

ISABELLA E CORO

(movendogli incontro ansiose)

Ben giungi!... o vegliardo

venerando, che rechi?

GRAN GIUDICE

Offuscata

è la luna: l'ibero stendardo

sfolgoreggia sull'empia Granata.

ISABELLA E CORO

Oh! fia ver?

GRAN GIUDICE

Di letizia il concento

or sentite nell'aura echeggiar.

ISABELLA

Trionfante è lo sposo... oh contento!!

TUTTI

La sua destra corriamo a baciar.

 
(tutti escono)

Isabella, dame, ancelle, Gran giudice ->

 

Scena quarta

Al suono di una lieta musica procede l'esercito spagnuolo, a capo del quale diffilano primi i Gonfalonieri co' le insegne di Aragona, Castiglia, Calatrava, poi Ferdinando, Isabella, il Gran giudice e la real corte.

<- gonfalonieri, esercito, Ferdinando, Isabella, Gran giudice, corte

 

CORO

Ogni lido, ogni spera, o Fernando,  

dell'immense tue glorie risuoni,

al balen dell'invitto tuo brando

crollan tutti dell'Africa i troni.

Vivi eterno! del fier saraceno

fu la benda squarciata per te;

e una zolla del patrio terreno,

ove l'empio trionfi, non è.

 

FERDINANDO

Sì, guerrieri, dell'Idra a noi nemica  

rintuzzato è l'orgoglio: per lei resta

l'Alhambra ultimo covo, e a patti scende

l'altero Boabdil, onde fra poco

verran messaggi a noi...

Cessato il guerreggiar proclamo, o eroi.

 

 

Fu iddio, che disse: «O figlio,  

stringi l'acciaro usato;

alla regal tua clamide

manca una gemma ancor.»

Io venni, e m'ebbi il soglio...

dagli arabi usurpato...

mi trasse alla vittoria

l'accento del signor.

ISABELLA E CORO

Lo trasse alla vittoria

l'accento del signor.

 

FERDINANDO

O sposa, e la diletta  

Leila dov'è?

ISABELLA

Sturbar non la voll'io

quando pregava or ora

atteggiata di pianto...

FERDINANDO

O giudice supremo,

dia freno al suo martire

divin consiglio.

 
(il Gran giudice parte)

Gran giudice ->

 

Scena quinta

Uno squillo annunzia l'ambasciata moresca, Adèl-Muza ne è a capo; ei s'avanza dignitoso, altero; tutti gli aprono con riguardo la via.

<- Adèl-Muza, ambasciata moresca

 

ADÈL-MUZA

O prence nazzareno,  

regal saluto Boabdil t'invita,

e parla pe 'l mio labbro onde una tregua

si fermasse fra noi...

FERDINANDO

(interrompendolo sdegnato e sorpreso)

Giammai! la guerra

desiate ancora? O miseri, v'accieca

il rio destino!! e tu sui rovinati

torrion della città non hai veduto

ondeggiar le mie insegne?...

ADÈL-MUZA

Resiste ancor l'Alhambra,

e sperdere di là saprem gl'ispani

effimeri trofei...

FERDINANDO

La tua baldanza

troppo io soffersi; vattene, o straniero...

ADÈL-MUZA
(in accento di sfida)

All'Alhambra!

FERDINANDO

Verremo!

(Adèl-Muza nell'atto di partire s'incontra in Leila, che esce dall'interno del padiglione accompagnata dal Gran giudice; gli amanti con estrema sorpresa si ravvisano)

<- Leila, Gran giudice

LEILA

(sgomentata e con grido)

Adèl?!  

ADÈL-MUZA

Fia vero?

Schiava all'ispan sei tu?... Leila, amor mio!...

FERDINANDO, ISABELLA, GRAN GIUDICE E CORO

Forsennato, che ardisci?... ella è di dio.

 

ADÈL-MUZA
(furibondo a Leila)

Ella è mia!! solo un accento  

profferisci, e li confondi.

Qual ti coglie mai sgomento?...

sei tu mia, gli è ver?... rispondi...

Perché tremi? io più non reggo.

Perché il labbro s'ammutì?...

Sei tu Leila, od io traveggo?...

o il tuo core a me fallì?

LEILA
(mal celando la guerra di orribili affetti)

(Lui rivedo, e il primo amore

fatal possa in me rinnova.

Ben la misera, o signore,

tu sommetti ad ardua prova!

Mi proteggi! eterno affetto

se giurar mie labbra un dì,

non mentivano al diletto,

che quest'anima invaghì.)

FERDINANDO, ISABELLA, GRAN GIUDICE E CORO

Ahi! Pe 'l barbaro d'amore

empio foco in sen le cova.

Ben la misera, o signore,

tu sommetti ad ardua prova!

Lei consiglia, che a profano

turpe affetto il core aprì. ~

(e a Muza con isdegno)

Vanne, o reprobo pagano,

cui l'eterno maledì.

LEILA

Cessa!...

ADÈL-MUZA

Il tuo core ha i palpiti

ad un ibero offerti?!...

(la respinge)

FERDINANDO, ISABELLA, GRAN GIUDICE E CORO

Leila, fermezza! o stranio,

ritorna a' tuoi deserti.

Lascia costei che l'anima

al vero dio votò.

ADÈL-MUZA

(prorompendo)

Sii maledetta!!...

LEILA

Oh strazio!...

reggere il cor non può. ~

FERDINANDO
(furibondo al saraceno)

Vanne, o l'acciar vermiglio

del sangue tuo farò.

ISABELLA, GRAN GIUDICE E CORO

Né ancor dal cielo un fulmine

sul perfido piombò! ~

 
(Adèl-Muza viene respinto, Leila smarrisce i sensi; tumulto, commiserazione, imprecazione)
 

Fine (Atto secondo)

Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo

Sotterranei nella dimora di Issàchar; le ampie volte intagliate nella roccia sormontano pilastri informi e giganteschi, a ' quali pendono armi rugginose.

Issàchar, famigliari
 

Dessi, chi viene?

Issàchar, famigliari
<- uomini di vari paesi

Oh l'armi avite! / Oh padri! Oh gloria!

Sotto il velame di melati accenti

Issàchar, famigliari, uomini di vari paesi ->

Padiglione in una foresta; fra lo spessore della boscaglia si veggono da lontano i dorati cocuzzoli dì Granata.

(voci in lontananza)

Viva Spagna!

<- Isabella, dame, ancelle, Gran giudice

Isabella, dame, ancelle, Gran giudice ->
<- gonfalonieri, esercito, Ferdinando, Isabella, Gran giudice, corte

Sì, guerrieri, dell'Idra a noi nemica

Ferdinando, Coro e Isabella
Fu iddio, che disse

O sposa, e la diletta Leila

gonfalonieri, esercito, Ferdinando, Isabella, corte
Gran giudice ->
gonfalonieri, esercito, Ferdinando, Isabella, corte
<- Adèl-Muza, ambasciata moresca

O prence nazzareno

gonfalonieri, esercito, Ferdinando, Isabella, corte, Adèl-Muza, ambasciata moresca
<- Leila, Gran giudice

Adèl?! / Fia vero?

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta
Granata; appartamenti reali nell'Alhambra; nel mezzo arcate, donde si vede la corte dei Leoni. Orto cinto da mura diroccate; notte; da un lato, fiancheggiata... Luogo interno del padiglione reale nel campo spagnuolo attendato sotto Granata; silenzio ed oscurità. Sotterranei nella dimora di Issàchar; le ampie volte intagliate nella roccia sormontano pilastri informi e... Padiglione in una foresta; fra lo spessore della boscaglia si veggono da lontano i dorati cocuzzoli dì... Valle boschereccia romantica nei monti andalusi; è sul finire della notte; di prospetto, adombrata...
Prologo Atto primo Atto terzo

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