Atto primo

 
[Preludio]

 N 

 

Scena prima

Camera di Marion Delorme a Blois, semplicemente addobbata.
Nel fondo balcone che si apre su d'un terrazzo. - A sinistra porta d'ingresso. - A destra porta adorna di cortina trapunta. - Seggiole e tavolo sul quale ricca lampada accesa. - La sera è avanzata.
Marion in elegante vestaglia, seduta, ricama. - Il marchese di Saverny, in costume di vagheggino dell'epoca è in piedi presso di lei.

 Q 

Marion, Saverny

 
[Scena e duetto]

 N 

SAVERNY

E che? Mentre il bel mondo  

cerca a Parigi invan le vostre tracce,

d'una provincia in fondo

io vi rinvengo!

MARION

Libera

pur sempre io son!

SAVERNY

Ma liberi non siamo

noi altri che v'amammo... e che v'amiamo,

ed io pe 'l primo a cui rubaste il core.

MARION

(alzandosi)

Scordate...

SAVERNY

No... rammento.

Per voi che foste del piacer la dèa,

nostra gioia e tormento,

quanti sospiri, e quanti

spergiuri, e gelosie,

suicidi, duelli... frenesie!

(presentandole un elegante volume)

Ed or... mirate - carmi di poeti...

MARION

(leggendo il titolo del volume che tosto rende a Saverny)

«Serto d'amore - A Marion Delorme.»

SAVERNY

(declamando col volume alla mano)

«Sia gloria a Venere

che i dì ne infiora!

Degno è di vivere

sol chi l'adora»...

MARION

Tai sensi...

SAVERNY

(deponendo il volume sul tavolo)

Ah! Tutta, o cara,

la galante città, com'io mi struggo,

si strugge dal desio

di vedervi... adorarvi...

MARION

E quella io fuggo

 

I colpevoli deliri  

di malcauta giovinezza

ampio solco in cor m'impressero

di rimorso e d'amarezza.

Nel solingo mio ricovero,

o d'un chiostro all'ombra austera,

cancellar quel solco infausto

vo' col pianto e la preghiera.

D'un'insana che ravvedesi

forse il ciel pietade avrà,

e su me di pace un angelo

l'ali un giorno stenderà.

 

SAVERNY

Ma ch'è ciò?... Vaneggia? Celia?

In un eremo sepolta?

E i suoi fasti così splendidi

una fine avran sì stolta?

Non ci credo, o mia Lucrezia;

vi conosco, e ci scommetto

che veniste qui a nascondere

qualche dolce cappriccetto.

Dal febbril tumulto d'orgie

stanca omai nella città,

d'un idillio vi solletica

l'ignorata voluttà.

 

MARION

Son sola - è tarda

notte, signor...

SAVERNY

Il che traducesi:

va' via! - Ma no...

vaga beffarda,

non me ne andrò

prima ch'io sappia

qual sia l'erede

che a noi succede

nel vostro cor.

MARION

Ebben... sappiatelo.

(guardando verso il terrazzo)

Amo... ed attendo...

SAVERNY

(con scoppio d'ilarità)

Ah! Ah! che apprendo!

Amate! Ah! Ah!

Se nuova simile

si spargerà,

Parigi attonita

ne resterà! ~

E... l'invidiabile

pastore... ha nome?...

MARION

(recisamente)

Basti! ~

SAVERNY

(con galanteria)

Più insistere

non oso. ~ Or ben,

se non vi spiace

facciam la pace.

MARION

(freddamente, stendendogli la mano)

Addio!

SAVERNY

Ma come?

(avvicinandosele)

Un bacio almen...

MARION

(retrocedendo e additandogli la porta a sinistra)

Morta al mondo io son - lasciatemi...

il passato un sogno fu.

SAVERNY

Oh! Marion virtù ci predica?

Screditata è la virtù.

(Saverny, salutando comicamente, esce per la sinistra)

Saverny ->

 

Scena seconda

Marion sola.

 
[Recitativo e romanza]

 N 

 

Il vile!... Io paventavo  

che Didier qui giungesse. ~ A quel linguaggio

come un ribrezzo

provai di me. ~ Il passato

fu gioconda visione ingannatrice.

M'è tolto, ahimè, d'esser quaggiù felice.

(con effusione)

Amar di vero, di profondo amore

un nobil core

e sol del suo disprezzo

sentirsi degna...

Disperato dolore,

de' falli miei terribile castigo!...

 

Pure anch'io vissi un dì  

casta, innocente,

rosa fiorente

su verde stel.

E la vita anche a me

donò esultanze,

l'april fragranze,

e raggi il ciel!

Ma breve gioia fu:

è l'illusion svanita.

Folle! Ora a me la vita

non riderà mai più.

Oh! Potessi morir

a lui d'accanto

pria che arrossir

ei non debba di me!...

L'invoco in pianto,

gran dio, da te!...

 
[Scena e duetto]

 N 

(suona mezzanotte)

 

Mezzanotte... e non giunge...  

 
(un giovane apparisce dietro la balaustrata del terrazzo, la scavalca lestamente, entra e depone il mantello e la spada. È Didier)

<- Didier

 

Scena terza

Marion e Didier.

 

MARION

(muovendogli incontro con effusione)  

Ah!... O momento!

Aspettandoti l'ore contava.

DIDIER

Mi perdona... un fatal sentimento

esitante mi rese. Io pensava:

là, in quel nido che olezza di rosa,

come un fior tra le foglie, nascosa,

v'ha una stella che brilla di tutto

il candor di sua luce divina...

La mia notte confondere e il lutto

a' suoi vergini incanti perché?

MARION

Ah! Non dire...

(siede, vinta dall'emozione)

DIDIER

Ma il cor mi trascina...

e son teco...

MARION

Al mio fianco!

(accennandogli di sederle vicino)

DIDIER

Al tuo piè.

(siede su di uno sgabello a' di lei piedi)

 

 

Amor che fosse non conobbi mai...  

orfano e triste pe 'l creato errai...

La vita, il fato, gli uomini

io maledivo affranto

quel dì che a me d'accanto

un angelo passò.

Ed io t'amai, e di quel primo amore

sembrai rinato al soffio animatore.

MARION

(O detti che schiudermi ~ l'empireo dovreste

e al cor mi scendete ~ quai note funeste!)

DIDIER

Sparisti ~ ma il prodigio

durò nel cor beato,

che benedisse il fato,

la vita, il mondo amò.

Qui ti riveggo; estatico

altro, o Maria, non chiedo,

io t'amo, e spero, e credo,

tutto è l'amarti a me.

MARION

Questo immenso gioir

ogni dolor cancelli!

È solo mio desir

i giorni tuoi far belli,

della tua vita vivere,

soffrir, morir per te!

MARION

Son tua... Fra le braccia mi serra!

Deh vieni, sei l'angelo mio...

Insieme fuggiamo la terra...

in noi splende un raggio di dio.

È fiamma possente immortale

la fiamma che avvince due cor.

Al ciel d'una ebbrezza ideale

ci guidi la voce d'amor.

Insieme

DIDIER

Son tuo... Fra le braccia mi serra!

Deh vieni, sei l'angelo mio...

Insieme fuggiamo la terra...

in noi splende un raggio di dio.

È fiamma possente immortale

la fiamma che avvince due cor.

Al ciel d'una ebbrezza ideale

ci guidi la voce d'amor.

 

DIDIER

Ah! m'odi... la pura ~ ebbrezza coroni  

un sacro suggel.

Più tenero nome ~ io vo' che mi doni!

Se amico, fratel

per te fui sinora ~ deh! chiamami sposo.

MARION

(turbandosi)

Ah!

DIDIER

In plaga remota, ~ agli uomini ignota

il gaudio supremo ~ si celi, che un re,

che un nume geloso ~ sarebbe di me.

Ma... tu taci? vacilli?...

 

 

Ma... tu taci? vacilli?...  

Dimmi... vuoi tu esser mia?

MARION

(chinando il capo)

Io... non lo posso.

DIDIER

(colpito prima, poi amaramente)

È giusto!...

Demente! e chi mai sono?

È ingeneroso dono

offrir gli stenti ad adorata donna!

(si getta a sedere accanto al tavolo)

MARION

(E m'è forza tacer!)

DIDIER

(scorgendo il volume di Saverny sul tavolo e aprendolo)

Ma questi infami

scritti... come in tua mano?

MARION

(trasalendo)

Il caso... forse...

DIDIER

(leggendo il frontespizio del libro)

«Marion Delorme»!... E chi sia dessa ignori?

Novella Frine

dalle forme divine,

da l'alma abbietta,

veder la Francia agogna

che d'oro la covrì

e di vergogna!

Alle sue turpi glorie

impreco con orror.

(scaglia il volume al suolo)

MARION

(O mio dolor!)

DIDIER

(fissandola)

Triste ti ho resa, il veggo.

Oh! ancor m'abbraccia... e tutto,

fuor che t'adoro, oblia.

MARION

(Mentirgli sempre

e ingannarlo dovrò!)

DIDIER

Maria... perdoni?

MARION

(dominandosi)

Io... perdonarti?

T'amo, t'amo, Didier, né vo' che amarti!

 

Scena quarta

Saverny, Didier, Marion.

 
[Scena e terzetto, finale I]

 N 

SAVERNY
(di dentro)

A me... soccorso!  

DIDIER

Ascolta!

MARION

Chi mai?

SAVERNY
(di dentro)

Codardi! Sei contr'uno!

DIDIER

(osservando dal terrazzo)

Inseguono

un cavalier! Son ladri.

(in un lampo afferra la spada e si slancia dal terrazzo)

 

Didier ->

MARION

Didier! Didier! ti ferma! Oh! mio spavento!  

Le angosce mie s'addoppino,

ma illeso ei rieda a me!...

(corre al terrazzo)

Battonsi ancora...

SAVERNY
(di dentro)

Eccoli in fuga... ma un demonio siete.

MARION

(Questa voce?)

DIDIER
(di dentro)

Securo andar potete.

MARION

Ei ritorna! Mio dio!

(correndo ad incontrare Didier che torna)

 

<- Didier, Saverny

SAVERNY

(mostrandosi anch'egli al terrazzo colla spada in mano)  

Non sarà detto

che da buon gentiluom non v'abbia espresso

il grato animo mio!

DIDIER

Fin qui seguirmi?

MARION

(scorgendo Saverny che scala il terrazzo)

(Ah!)

SAVERNY

(guardandosi intorno e scorgendo Marion)

(Diamine!

Tutto or comprendo!)

DIDIER

(guardando sospettoso Saverny)

(Quale

sguardo ei le volse? L'importun!)

(spegne rapidamente la lampada ch'è sul tavolo)

SAVERNY

(sorpreso)

Che fate?

(sorridendo, da sé)

(Che indovini l'astuto in me un rivale?)

(avvicinandosi a tastoni presso Marion, le dice sottovoce)

(Ah! Ah! l'amico freme già.

Chi mai sarà?

È quegli forse il bel pastor?

(Brava di cor!)

MARION
(piano a Saverny)

Non mi tradite per pietà!

Ei nulla sa.

(Ahimè! d'un brivido mortal

il cor trasal.)

DIDIER

(Perché Maria così fissò?

Spiegar no 'l so.

D'aver salvato un seduttor

paventa il cor.)

(poi risolutamente verso Saverny)

Insiem partiamo, ~ signore!

SAVERNY

Eh! Via,

ben strano siete. ~ Lasciate pria

almen palese ~ farvi il mio nome.

Sono il Marchese ~ di Saverny,

v'offro amicizia, ~ franca, leale...

E voi?

DIDIER

Didier.

SAVERNY

~ Soltanto?

DIDIER

(fremendo)

Sì.

SAVERNY

(Parmi ch'ei sbuffi!)

MARION

~ (Smania ferale!)

SAVERNY
(ironico)

I due colombi ~ più non turbiam!

V'arrida eterna ~ luna di miele.

Coppia fedele!

MARION

(agitata)

~ Marchese!

DIDIER

Andiam!

(conduce seco Saverny per il terrazzo)

Didier, Saverny ->

 

SAVERNY

(in strada, da lontano)  

Sia gloria a Venere

che i dì ne infiora!

Degno è di vivere

sol chi l'adora...

(la voce si sperde)

Sfondo schermo () ()

 

MARION

(abbandonandosi sconfortata su di una seggiola)

Con me placato ancora ~ il ciel non è!

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto

[Preludio]

Camera di Marion Delorme, semplicemente addobbata; nel fondo balcone che si apre su d'un terrazzo; a sinistra porta d'ingresso; a destra porta adorna di cortina trapunta; seggiole e tavolo sul quale ricca lampada accesa; la sera è avanzata.

Marion, Saverny
 

[Scena e duetto]

E che? Mentre il bel mondo

Marion
Saverny ->

[Recitativo e romanza]

Il vile!... Io paventavo

[Scena e duetto]

(suona mezzanotte)

Mezzanotte... e non giunge...

Marion
<- Didier

Ah!... O momento!

Ma... tu taci? vacilli?...

[Scena e terzetto, finale I]

A me... soccorso!/Ascolta!

(Didier afferra la spada e si slancia dal terrazzo)

Marion
Didier ->

Didier! Didier! ti ferma! Oh! mio spavento!

Marion
<- Didier, Saverny

Non sarà detto

Marion
Didier, Saverny ->
Saverny (in strada, da lontano)
Sia gloria a Venere

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta
Camera di Marion Delorme, semplicemente addobbata; nel fondo balcone che si apre su d'un terrazzo; a... Piazza a Blois; osteria a dritta innanzi alla quale tavoli e scranni; a sinistra palazzo del prevosto, al di... Un parco; in fondo l'esterno del castello di Nangis: il vecchio a sesto acuto, co' la gran porta parata di... Vecchio cortile all'interno della fortezza di Beaugency; a destra alta porta a sesto acuto, presso...
[Preludio] [Scena e duetto] [Recitativo e romanza] [Scena e duetto] [Scena e terzetto, finale I] [Coro d'introduzione e strofe] [Scena e sortita, recitativo e aria] [Scena della sfida e finale II] [Introduzione e scena] [Scena e canzone] [Scena e duetto] [Scena e aria] [Coro dei comici e finale III] [Intermezzo] [Recitativo e scena] [Scena e aria] [Scena] [Romanza] [Scena e duetto] [Scena e finale ultimo]
Atto secondo Atto terzo Atto quarto

• • •

Testo PDF Ridotto