Atto quarto

 
[Intermezzo]

 N 

 

Scena prima

Vecchio cortile all'interno della fortezza di Beaugency.
A destra alta porta a sesto acuto, presso la quale un banco di pietra. - A sinistra piccola porta che conduce alle carceri. - All'intorno del cortile bastioni merlati. - La sera è vicina.
Marion dal fondo, vestita a bruno, agitatissima, dirigendosi verso la piccola porta a destra.

 Q 

(nessuno)

<- Marion

 
[Recitativo e scena]

 N 

 

Ecco... son giunta... ~ Egli non v'è... ~ Sbarrata  

è questa porta... attenderò... ~ Se perdere

un istante d'indugio lo dovesse...

Non permetterlo, o dio!... ~ Tu mi guidasti

fino ai piedi del re... la sua clemenza

ne ottenesti per me; voler non puoi

che disperata io mora!

 

Notte profonda e cupa ~ era la vita mia;  

io movea nell'infamia e nell'orror,

ma nella fosca tenebra ~ brillò una luce pia!...

Eri tu che sorgevi, astro d'amor!

Or tu dunque mi guida ~ io m'affido al tuo raggio...

la speranza per te al mio cor tornò

o mia stella d'amore, ~ tu m'infondi coraggio!

Tu brilli sempre... ed io lo salverò!

 

Scena seconda

Laffemas dalla porta a dritta, e detta.

<- Laffemas

 

MARION

Alcuno... Lui!  

LAFFEMAS

(scorgendo Marion)

Che miro?

MARION

(mostrando una pergamena)

Ordin del re... la grazia!

LAFFEMAS

(traendo un altro foglio)

La condanna!

MARION
(stupita)

Oggi ei firmolla...

LAFFEMAS

E questa

ha da un'ora firmata.

MARION
(costernata)

Didier, l'ultima speme

si dileguò!...

LAFFEMAS

(avvicinandosele, le dice a mezza voce)

L'ultima... no!

(Marion si rialza e lo guarda fisso)

 

V'ha in queste mura  

un uom, che un sol tuo detto

può far beato e più di un re... possente.

S

MARION
(con orrore)

Che! tu! no! ~ mai!

LAFFEMAS

Severa

Marion, per suo capriccio,

altra volta non era...

MARION

Alma nefanda, immergermi entro la tua sozzura

tu speri invan! ~ D'amore la fiamma ardente e pura

redenta ha questa misera, e dal sublime incanto

del paradiso mio scender non posso a te!

 

LAFFEMAS
(freddamente)

Amalo dunque! ~ Intanto,  

se dirgli addio tu brami,

libero varco aprirti

poss'io... ~ Della giustizia

vicina è l'ora...

MARION

Ahimè!

LAFFEMAS

Pensa qual vita riscattar puoi tu...

e, fin che in tempo sei, t'arrendi a me!

Omai demenza è l'ostentar virtù...

fra poco, intendi, egli morrà per te!

Salvarlo... è in tuo voler... T'attendo... là.

(indicandole la porta a dritta)

Se è ver che l'ami, devi aver pietà!

(s'allontana lentamente)

Laffemas ->

 

Scena terza

Marion sola.

 
[Scena e aria]

 N 

 

(seguendo con gli occhi Laffemas)  

Tutto quest'uom può dunque?...

Altri non v'ha che il mio Didier mi salvi

né in terra... né lassù?...

 

(rimane immobile piangendo, indi, come colta da visioni, si guarda intorno atterrita)

Parmi un lontano ruggito di tempesta  

udir... ~ Mi corre per le vene un gel...

là... il palco è ritto... alla cruenta festa

la folla accorre... briaca... crudel!

Le funebri scale...

un'ombra... ecco sale...

sinistra lampeggia una scure...

colpisce... recide... ~ Ah! me pure

con lui trucidate!

Perversi, fermate!

(in preda alla sua eccitazione, fa per slanciarsi innanzi, poi ritornando in sé)

Delirio è il mio! ~ Pietà, signore,

se la mia prece ~ vien fino a te...

mira lo strazio ~ di questo core,

tu che puoi tutto, ~ pietà di me!

(cade in ginocchio)

Sfondo schermo () ()

 

LAFFEMAS
(voce in lontananza)

Per sovrana clemenza  

il re la scure ai condannati accorda.

Entro un'ora si compia la sentenza!

 

MARION
(disperata)

Pregato ho invan!

Nel cielo è scritto:

a me riman

solo un delitto...

si compirà!

Egli al supplizio

sia tolto, e l'orrido

mio sacrificio

misericordia

ritroverà!

(si precipita fuori la porta a destra)

Marion ->

 

Scena quarta

Dalla porta a sinistra Didier e Saverny fra quattro Arcieri, poi a suo tempo il Carceriere.

<- Didier, Saverny, quattro arcieri

 
[Scena]

 N 

SAVERNY

Almen più liberi  

qui si respira, amico!

DIDIER

Anche una volta!

(va a sedere sul banco di pietra, quindi trae il ritratto di Marion che contempla fissamente)

 

SAVERNY

La vita che è mai?  

Dorata chimera!

Si teme... si spera...

goderla niun sa.

Ben destro è chi gioco

si fa della sorte,

e incontro alla morte

ridendo se n' va!...

DIDIER

(parlando al ritratto)

Vieni... negli occhi figgimi

i tuoi... caldi d'amor!

Così! Così sorridimi,

guardami ognor!...

SAVERNY
(a Didier)

E ancor Marion? Ah! ah!

(ridendo)

Un pensier fisso è il tuo!

DIDIER

(proseguendo)

Quanta beltà!

E quali strani vezzi!

Donna è costei? no! d'angelo ha la fronte!

Lo stesso Iddio, creando

quello sguardo gentile,

quanto ardente lo fe', lo fe' pudico!

SAVERNY

(osservando dal fondo della scena)

Ve' come quella rondine

volando in basso va!

Infallibile indizio...

stasera pioverà!

 

<- Carceriere

CARCERIERE

(dal fondo, appressandosi a Saverny, a bassa voce)  

Monsignore!

SAVERNY

Che vuoi?

CARCERIERE

Da vostro zio

di salvarvi m'è imposto...

SAVERNY

Il vero dici?

(Ottimo vecchio! ~ Il ballo di domani

m'interdiceva il cardinal!... ~ Cospetto!

A suo dispetto

al ballo andrò.) ~

(al Carceriere, indicando Didier)

Di'... meco

egli verrà?

CARCERIERE

Fuggir non può che un solo.

SAVERNY

Ebben... fugga colui...

CARCERIERE

Tal non è il cenno

di vostro zio!

SAVERNY

Due bare appronta allora!

(il Carceriere si scosta guardandolo sorpreso)

 

Io fui che a questo varco

meco lo trascinai...

salvarlo non potei... con lui si mora!

CARCERIERE

Di separarvi ho l'ordine, signori.

SAVERNY

Addio dunque, Didier!

DIDIER

Per poco addio!

 

SAVERNY E DIDIER

(abbracciandosi)  

Congiunti in una sorte,

verso la morte,

fieri, sereni, camminerem ~

e nell'istesso avello,

dolce fratello,

l'eterno sonno noi dormirem.

 
(Saverny parte fra gli arcieri)

Saverny, quattro arcieri, Carceriere ->

 

Scena quinta

Didier solo.

 
[Romanza]

 N 

 

Ed or si muoia! ~ Vanne...  

mi rodi il sen, dannata effigie... vanne!

(per gettar via il ritratto)

Ah! no... torna! qui resta!

Fin l'anelito estremo

co' tuoi baci m'attosca, e tutta compi

la tua mission funesta!

(ripone il ritratto sul cuore ~ lunga pausa)

 

Silenzio... tenebre...  

pace ed oblio

sospira il povero

affranto cor!

Sull'ignorato

sepolcro mio

non scenda lagrima,

non posi fior!

Troppo sognai,

e palpitai!

Insani palpiti!

Triste sognar!

Ogni memoria

spenga quest'ora,

né dio consenta

ch'io viva ancora

se chi adorai

deggio esecrar!

Silenzio... tenebre...

pace ed oblio

sospira il povero

affranto cor!

Sull'ignorato

sepolcro mio

non scenda lagrima,

non posi fior! ~

 

Scena sesta

Marion, Didier. ~ Il Carceriere.

<- Carceriere

 
[Scena e duetto]

 N 

CARCERIERE

(piano a Marion che entra ed allontanandosi)  

(Badate ad esser lungi pria dell'ora!)

Carceriere ->

 

MARION

(entra come smarrita senza vedere Didier ~ da sé)  

(Rovente era il suo labbro!... Sul mio v'ha il marchio impresso!)

(scorgendo Didier fra l'ombra e precipitandosi a lui incontro esclama)

Didier! Didier!

(cadendogli ai piedi sfinita)

<- Marion

DIDIER
(colpito)

Qual voce? Chi veggo? Voi?

MARION

Io... sì...

(nella massima agitazione)

A' tuoi ginocchi lasciami... son beata adesso!

Le mani dammi.

(prendendo con affetto le mani di Didier)

I ceppi le han straziate!... Ma qui...

io venni... sappi... ~ Ah! è orribile!

DIDIER

Piangi... e perché?

MARION

Chi piange?

Vedi... son gaia... rido... Vivrai... noi fuggirem.

Tutto è passato... Ah! soffoco!... Il cuore mi si frange!

DIDIER

Donna!

MARION

Gl'istanti volano e perduti sarem!

(porgendogli mantello e cappello)

Questo mantel ti celi... partiam...

DIDIER

(gettando l'uno e l'altro freddamente)

V'ha tempo ancor.

MARION

Sì gelido m'accogli!

DIDIER

Ben stolti siam talora.

MARION

Qual ira in te favella?

DIDIER

Morir mi lascia!

MARION

Ah! tu non m'ami più! ~

Più col pensier non torni all'umile stanzetta,

ove co' baci fervidi tessevi i giorni a me?

Più non rammenti l'ansie di questa tua diletta,

morta per l'universo e viva sol per te?

Per quel tempo felice che mai più non s'oblia,

t'imploro in pianto... chiamami tua sposa... tua Maria!

DIDIER
(terribilmente)

Maria... o Marion?

MARION

(come fulminata cade ai suoi piedi)

Didier! siate clemente!...

DIDIER

Nelle prigion di stato non s'entra impunemente!

Son di ferro le porte, alte le mura; vegliano

gli arcieri del re.

Parla... sacrilega,

a chi ti desti in braccio per giunger sino a me?

MARION

(rialzandosi inorridita)

Ah!... Chi ti disse?

DIDIER

Indovinai!

MARION

Lo giuro,

fu per sottrarti

a morte... per salvarti...

perché t'amo... e non voglio che tu muoia.

DIDIER

Mercé! ~ Ma ov'è codesto

mercator d'ignominia, che a tal prezzo

comprava il capo mio?

MARION

Deh!...

DIDIER

(gettando e calpestando il ritratto di Marion)

Ch'io lo schiacci al par

di questa sozza immagine!...

~ A lui tu puoi tornar!

 

MARION

Didier! non vilipendermi,  

o ch'io spiro al tuo piè!

Truce martirio

è il tuo disprezzo a me...

Ah! se mortal fu mai

da donna idolatrato,

fosti sol tu.

D'affetto immensurato,

com'io t'amai

non s'ama che lassù!

DIDIER

Ne' vezzi tuoi rapito

io venni a te fidente,

in nome del più santo,

del più sublime amor...

Tu m'hai mentito...

tradito m'hai vilmente...

tu in brani franto

m'hai, qual trastullo, il cor!

Dovevi tanta infamia

pria di compir,

in una fossa, o perfida,

te viva seppellir!

MARION

(come fuori di sé)

Sì, merto il tuo disprezzo e l'ira tua.

Copri d'oltraggi questa sciagurata!

La respingi... l'uccidi... la calpesta,

su me passa, crudel!... ~ Ma, fuggi, deh!

il carnefice giunge...

DIDIER

Sulla terra

non ho a fuggir che te...

e profondo è l'avel!

 

Scena settima

Rullo di tamburo. ~ Un Consigliere; Arcieri col loro Capitano recanti delle torce accese. ~ Popolo che si accalca in fondo curioso. ~ Poi Saverny dalla piccola porta a sinistra, e detti.

<- consigliere, Capitano, Banditore, arcieri, popolo

 
[Scena e finale ultimo]

 N 

MARION

Ah! l'ora scorse!  

(si caccia le mani nei capelli e rimane impietrita)

 
Gli Arcieri, ad un cenno del Capitano entrano a sinistra e quindi tornano con Saverny.

arcieri ->

<- arcieri, Saverny

 

SAVERNY

(uscendo)  

Eccoci presti! ~ Voi!

Marion? n'ero certo!

DIDIER
(a Saverny)

L'ultimo amplesso!

SAVERNY

Sì.

(si abbracciano)

MARION

(tendendo le braccia)

Didier...

DIDIER

Egli è mio

unico amico.

MARION

(con voce rotta dal pianto)

Ed io?...

(supplichevole ai piedi di Didier)

 

 

Pietà di me!  

Dal profondo dell'anima mia

è il fioco rantolo

d'un'agonia

che s'erge a te!

Pietà di me!

Volgi un detto, uno sguardo alla misera,

che prona ai giudici,

che prona al re,

chiede a tutti, con voce di lagrime,

grazia per te,

e a te per lei!

Se d'un dio più terribil non sei,

pietà di me!

DIDIER

(che avrà finora a stento frenata la sua commozione prorompe)

Ah! no! l'ho tanto amata! abbandonarla

così non puoi, mio core!

(aprendo le braccia a Marion)

Fra le tue braccia avvincimi!

MARION

Che intendo?

DIDIER

Ah! vieni, io t'amo!

(si abbandonano piangendo l'una nelle braccia dell'altro)
 

CORO, SAVERNY, BANDITORE

(In tutti destasi ~ al fero schianto  

alta pietà.

Chi resta inerte ~ chi frena il pianto

un cor non ha.)

DIDIER

A tutti addio!

(s'allontana con Saverny fra gli arcieri)

MARION

Didier! Didier! t'arresta!

Chi dal mio sen ti svellerà?...

TUTTI

Il ministro!

 
Appare in fondo una gran lettiga, tutta di rosso, sorretta da venti Guardie; è chiusa da cortine e adorna della stemma di Richelieu. Torce e folla dappertutto.

<- venti guardie, folla

 

MARION

(vacillando, si porta verso la lettiga e s'inginocchia)  

Deh! grazia! in nome

del vostro dio! grazia per essi!

VOCE

(dall'interno della lettiga)

No!

POPOLO

Perir dovranno!

 
La lettiga s'allontana, e il Popolo la segue in disordine.

venti guardie, popolo, folla ->

 

MARION

Ahimè!  

(cade svenuta. Dopo qualche momento si riscuote e guarda intorno come fuori di sé)

Didier! Dov'è?... ~ Sparì!... ~ Di lui che han fatto?...

Atro silenzio!

(rullo di tamburo, colpo di cannone interno)

 

Ah!...

(come fuori di sé)

Il varco... aprite a me...

Infamia eterna al cardinale, al re!...

(fa alcuni passi barcollando, quindi cade al suolo come fulminata)

 

Fine (Atto quarto)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto

[Intermezzo]

Vecchio cortile all'interno della fortezza di Beaugency; a destra alta porta a sesto acuto, presso la quale un banco di pietra; a sinistra piccola porta che conduce alle carceri; all'intorno del cortile bastioni merlati; la sera è vicina.

 
<- Marion

[Recitativo e scena]

Ecco... son giunta... Egli non v'è...

Marion
<- Laffemas

Alcuno... Lui! / Che miro?

Laffemas, Marion
Amalo dunque! ~ Intanto
Marion
Laffemas ->

[Scena e aria]

Tutto quest'uom può dunque?

(voce di Laffemas in lontananza)

Per sovrana clemenza

 
Marion ->
<- Didier, Saverny, quattro arcieri

[Scena]

Almen più liberi

Saverny, Didier
La vita che è mai?
Didier, Saverny, quattro arcieri
<- Carceriere

Monsignore! / Che vuoi? / Da vostro zio

Saverny, Didier
Congiunti in una sorte
Didier
Saverny, quattro arcieri, Carceriere ->

[Romanza]

Ed or si muoia! ~ Vanne...

(lunga pausa)

Didier
<- Carceriere

[Scena e duetto]

Badate ad esser lungi pria dell'ora!

Didier
Carceriere ->
Didier
<- Marion

Rovente era il suo labbro!

(Rullo di tamburo)

Didier, Marion
<- consigliere, Capitano, Banditore, arcieri, popolo

[Scena e finale ultimo]

Ah!! l'ora scorse!

Didier, Marion, consigliere, Capitano, Banditore, popolo
arcieri ->
Didier, Marion, consigliere, Capitano, Banditore, popolo
<- arcieri, Saverny

Eccoci presti! ~ Voi!

Marion, Didier
Pietà di me!
Didier, Marion, consigliere, Capitano, Banditore, popolo, arcieri, Saverny
<- venti guardie, folla

(appare in fondo una gran lettiga, tutta di rosso, sorretta da venti guardie; è chiusa da cortine e adorna della stemma di Richelieu; torce e folla dappertutto)

Deh! grazia! in nome

(La lettiga s'allontana)

Didier, Marion, consigliere, Capitano, Banditore, arcieri, Saverny
venti guardie, popolo, folla ->

Ahimè! Didier! Dov'è?

(rullo di tamburo, colpo di cannone interno)

(Marion barcolla, quindi cade al suolo come fulminata)

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima
Camera di Marion Delorme, semplicemente addobbata; nel fondo balcone che si apre su d'un terrazzo; a... Piazza a Blois; osteria a dritta innanzi alla quale tavoli e scranni; a sinistra palazzo del prevosto, al di... Un parco; in fondo l'esterno del castello di Nangis: il vecchio a sesto acuto, co' la gran porta parata di... Vecchio cortile all'interno della fortezza di Beaugency; a destra alta porta a sesto acuto, presso...
[Preludio] [Scena e duetto] [Recitativo e romanza] [Scena e duetto] [Scena e terzetto, finale I] [Coro d'introduzione e strofe] [Scena e sortita, recitativo e aria] [Scena della sfida e finale II] [Introduzione e scena] [Scena e canzone] [Scena e duetto] [Scena e aria] [Coro dei comici e finale III] [Intermezzo] [Recitativo e scena] [Scena e aria] [Scena] [Romanza] [Scena e duetto] [Scena e finale ultimo]
Atto primo Atto secondo Atto terzo

• • •

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