Atto primo

 

Scena prima

Parte della laguna del Messico, che divide il palazzo imperiale dal quartiere spagnolo, con ponte magnifico da cui restano uniti li due piani.
Si vedono le reliquie d'una battaglia seguita.
Motezuma con spada alla mano, poi Mitrena.

 Q 

Motezuma

 

MOTEZUMA

Son vinto eterni dèi! Tutto in un giorno  

lo splendor de' miei fasti, e l'alta gloria

del valor messican cade svenata.

Anche la prova usata

degl'incanti è delusa, e par ch'il cielo

rivolto il guardo suo, più non rimiri

le angustie mie, gl'universal sospiri.

Sposa... figlia... grandezze...

sudditi... amici... un dardo

vibrate nel mio sen; ma, solo, invano

fra le stragi comun, fra tanti guai

cerco inutil riparo.

 

<- Mitrena

MITRENA

Olà che fai?  

Ove da te lontano

trovar speri pietà? Ne' mali estremi

si perdon l'alme vili. Al fasto ibero

ceda il Messico pur, e l'India, e il mondo.

Ma resti superior nell'empia sorte

la mia gloria, il tuo cor sino alla morte.

MOTEZUMA

Mira di sangue tinta

correr l'onda funesta.

Fiamme... rovine, e questa

angusta al regio piè povera arena

lo spagnolo tiran lasciarmi appena.

Numi consiglio! Oh dèi! Sposa infelice

ov'è dimmi la figlia? Ah, se il destino

la natia libertà gli lascia ancora,

cada senza dimora,

pria, che l'empio trionfi, e sia soggetta

a una violenza, o a una brutal vendetta.

MITRENA

Modera amato sposo

questi eccessi funesti.

Respireremo un giorno,

se costante sarai. Le sue vicende

hanno ancora gl'eroi. Chissà!...

MOTEZUMA

Non resta

per me speme, che basti a consolarmi.

MITRENA

Abbiam sudditi, ed armi. Armata anch'io

farò l'ultime prove

d'esperienza, e valor... Ma ti confondi?

Il coraggio dov'è?...

 

Scena seconda

Teutile, e detti.

<- Teutile

 

TEUTILE

Padre t'ascondi.  

Di te per ogni parte

si ricerca, si chiede. Il suo trionfo

a perdita maggior l'ispano ascrive,

se tu, signor, se Motezuma vive.

MOTEZUMA

Di me?

MITRENA

Venga il superbo,

e dal mio fianco tolga

con lo sforzo maggior dell'armi sue

il monarca, se può.

MOTEZUMA

Non ha bisogno

dell'ombra tua questa mia destra ancora.

Vedrà l'ingrato or ora

la mia forza il mio cor... Ah sposa mia

se di nome simil ancor sei degna;

tu lo dimostra. Coraggiosa intanto

prendi...

(le dà un coltello)

Questo ti serva

di strumento a mostrar il tuo gran core,

e pria ch'il traditore,

stringa le destre di servil catena,

passa il cor della figlia, e poi ti svena.

 

Gl'oltraggi della sorte  

non teme un'alma grande;

si vince con la morte

anche la crudeltà.

Tutto ne' casi miei

forse temer dovrei,

ma il tuo costante core

nulla temer mi fa.

Motezuma ->

 

Scena terza

Mitrena, e Teutile.

 

MITRENA

Oh comando! Oh dovere!  

Suddita... sposa... e madre,

sommi dèi, che farò? Tutta vacilla

nel cimento crudel la mia costanza.

TEUTILE

Madre poco di tempo omai t'avanza.

Svenami, il colpo affretta,

giusto è il comando. Il Messico abbattuto

cade già invendicato. Il padre è oppresso,

oppressa è la tua forza; e l'infedele,

ch'esser base dovea di quest'impero

traditor già ci offende.

MITRENA

Ah non è vero.

Suddito pria che amante

fu Ramiro al tuo re. Desso al germano

soggetto vive, e dallo stesso impara

servir prima al dover. Un molle affetto

figlia presto svanisce, e un'alma grande

misura senza pena

le sue vicende, e ogni passion raffrena.

TEUTILE

Oh sforzo! Oh dura legge.

MITRENA

In petto forte,

trionfa la ragion. Un cor istesso

ama, disama, e si distingue in questo

l'alma illustre, e volgar. Quest'è l'estremo

de' giorni tuoi. Tu sol adesso apprendi

a morire da forte, e pria che l'empio

usurpator ti vegga

pianger, e sospirar; pria che tu serva

d'ornamento volgar a' suoi trionfi,

ecco; il padre ubbidisci, e senza pena

prendi... (sì lo dirò) prendi, e ti svena.

(gli dà il coltello consegnatogli da Motezuma)

 

Là sull'eterna sponda  

d'orrida, e flebil onda,

ombra seguace or or

sì sì m'avrai.

Quanto sia il mio tormento

figlia non ti rammento;

mira la doglia in me,

pensa all'amor per te,

quanto t'amai.

Mitrena ->

 

Scena quarta

Teutile, poi Fernando con séguito di Spagnoli, che calan dal ponte.

 

TEUTILE

Che legge è questa mai!  

Nel fior degl'anni miei

da un eccesso di gioia a un altro passo

di miserie, e tormenti?

Ma se più amar non deggio

pena è il morir, e il non morir è peggio.

 

<- Fernando, seguito di Fernando, Motezuma

FERNANDO

Ferma Teutile. Al mio sospetto dona  

un atto di rigor. Cercai finora

d'ospite, e di legato usar le leggi;

ma tradita la pace, or che assalito

vidi il popolo mio, la sua difesa

fu giusto esercitar; già oppresso il volgo,

le milizie abbattute, è a me soggetto

di Messico il destin. Ma non vedersi

fra lo stuolo de' vinti ora il più forte

troppo dà, che temer. Il padre ancora

di barbaro preserva

la ferocia, l'ardir. Ei, che s'asconde,

da sospetto non lieve,

e a me un ostaggio or con ragion si deve.

TEUTILE

Che sento... Oh traditor!

MOTEZUMA

(sul ponte)

(Oh figlia vile!)

TEUTILE

La figlia d'un monarca

in ostaggio a Fernando? Il sangue illustre

di tanti semidei

così ingrato avvilissi?

Numi se i regi sono

vostre immagini care, a voi s'aspetta

tutti noi vendicar.

MOTEZUMA

Faran vendetta.

(inarca un dardo)

FERNANDO

Di che t'offendi?

TEUTILE

(osservando Motezuma)

Oh dio! Taci spietato...

MOTEZUMA

Arrida al colpo mio vindice il fato.  

(scocca l'arco, e ferisce Fernando)

FERNANDO

Son tradito...

 

Scena quinta

Ramiro, e detti.

<- Ramiro

 

RAMIRO

German...  

FERNANDO

Armi crudeli...

MOTEZUMA

Or che l'empio perì, l'onda mi celi.

 

Motezuma ->

FERNANDO

Donde è uscito lo strale?  

RAMIRO

Io non lo vidi

FERNANDO

Olà del reo si cerchi. A te Ramiro

ciò commetto scoprir; senza riguardo

la vendetta userò. Dell'opre mie

la giustizia m'è duce, e sanno i numi

il mio cor la mia fede, e i miei costumi.

 

Dallo sdegno, che m'accende  

agitato questo core

già punisce il traditore

che quel dardo m'avventò.

Giova al perfido talora

la viltà d'un nero eccesso,

ma poi sempre resta oppresso

dall'error, ch'il seguitò.

Fernando, seguito di Fernando ->

 

Scena sesta

Ramiro, e Teutile.

 

RAMIRO

Mirarti appena ardisco  

idolo mio; qual mutazion è questa?

TEUTILE

Ingrato ancor ti resta

arte per ingannarmi? Alfin palesi

sono li vostri inganni.

RAMIRO

Sentimi o cara almen.

TEUTILE

No che m'affanni.

Vivo dell'amor tuo

in sicura balia. Per mia cagione

si disarman le schiere; a te confido

i segreti del regno. Il padre istesso,

la madre, e quest'impero

dal tuo labbro, infedel, tutto pendea.

Tutto per te dovea

servir di gloria, indi per noi di freno,

e solo per nutrir l'aspide in seno.

RAMIRO

Memoria serbo ancor...

TEUTILE

Lo vidi a prova.

Ma poco adesso giova

rammentar cose vane, e assai remote;

già sono l'opre, e le tue glorie note.

RAMIRO

Che mai vorresti?

TEUTILE

Al regno

render vorrei la pace,

veder estinto il lampo

dell'armi vostre, e licenziato il campo.

RAMIRO

Vorresti assai, ma invano

l'amor da me pretende,

ciò, che l'onor, e la mia gloria offende.

TEUTILE

Dunque darò al tuo merto

anch'io sol quell'amore,

che si può dare ad un inimico aperto.

 

Barbaro più non sento  

pena per te, né amor,

t'aborre già il mio cor,

come t'amai.

Tu, quanto costi a me

l'amarti, e la mia fé

perfido traditor,

tu ben lo sai.

Teutile ->

 

Scena settima

Ramiro solo.

 

 

Infausto dì, quante sciagure veggo  

imminenti al mio cor. L'alto pensiero

del german mi spaventa;

l'impresa mi tormenta, e con dolore

veggo perdersi in essa il caro amore.

 

Tace il labbro, ed il mio affetto  

col dover è sempre in guerra.

Fatto scopo è questo petto

d'ogni affanno, e di dolor.

Il germano in me condanna,

e del cor chiama tiranna

la mia pena, ed il mio amor.

Ramiro ->

 
 

Scena ottava

Camera con porta praticabile nel mezzo.
Motezuma vestito alla spagnola, poi Teutile, e Ramiro.

 Q 

Motezuma

 

MOTEZUMA

Numi, se ancor pietosi  

volgete i guardi vostri

verso un misero re, deh secondate

i miei disegni, e il braccio mio guidate

queste nemiche spoglie,

solo trofeo, che vanto

dell'ibera possanza, hanno potuto

celarmi ad ogni guardo,

or mi saran strumento,

per arrivar al sospirato intento.

Ecco la figlia rea... Contro dell'empia

s'usi il primo rigor, e già che teme

la morte più, che di restar soggetta,

sia lo scopo primier di mia vendetta.

(si ritira in disparte)

 

Scena nona

Teutile seguita da Ramiro.

<- Teutile, Ramiro

 

TEUTILE

(smaniando)  

Seguimi.

RAMIRO

Che ricerchi?

TEUTILE

Diasi tregua allo sdegno... Ah non vedesti?

Egli s'asconde forse... In ogni parte

stesi il passo, e cercai. Numi che affanno.

RAMIRO

Che ragioni?... Ove vai?...

TEUTILE

(sospesa)

Forse m'inganno.

Ma non errai. Vedesti

Ramiro il genitor?

RAMIRO

Non sai, che l'onda

ei volontario elesse

delle perdite sue termine or ora?

TEUTILE

Come... il padre morì?

MOTEZUMA

(No vivo ancora!)

TEUTILE

Io ti conobbi; oh quanto

piansi per te. Ben da lontan ti vidi

venir fra cento acciari, e allor che volli

correrti incontro, e ribaciar umile

la tua destra, il tuo piè...

MOTEZUMA

Scostati o vile.  

È questo il cenno mio? a questa salma

schernita, e prigioniera

tant'affetto riserbi?

TEUTILE

Ah non m'è cara.

MOTEZUMA

Dunque a morir, e a non amar impara.

(impugna la spada per uccider Teutile, vien fermato da Ramiro)

RAMIRO

Ferma.

TEUTILE

S'agghiaccia il cor.

MOTEZUMA

Che folle ardire.

RAMIRO

Deh ti mova a pietà...

(tenendo la spada di Motezuma)

MOTEZUMA

L'uso del brando

empio lasciami pur.

(Ramiro vede venir Fernando)

RAMIRO

Ecco Fernando.

TEUTILE

Fernando! O dio che fia?

MOTEZUMA

Venga io l'attendo.

RAMIRO

Nasconditi signor. (Siamo in cimento.)

(spinge verso la porta Motezuma)

TEUTILE

Celati padre mio.

(incalzandolo lo nascondono)

MOTEZUMA

Che fier tormento.

(lo nascondono)

 

Scena decima

Fernando, e detti.

<- Fernando, soldati

 

FERNANDO

Ramiro, il tempo questi  

ti rassembra dell'ozio, e degl'amori.

(guardando per la scena)

RAMIRO

Come, con so...

FERNANDO

Che cerchi?

Sì turbato perché?... Mi guardi appena?

MOTEZUMA

(Che sdegno!)

TEUTILE

(Che tormento!)

RAMIRO

(Oh ciel che pena!)

FERNANDO

Vanne. De' nostri alberghi

ogni varco si guardi. Io da lontano

cento volanti pini

vidi l'onda solcar. Assai m'importa

scoprir la meta lor, e il suo cammino.

Vanne, osserva, e riporta.

RAMIRO

(Oh rio destino!)

FERNANDO

Perché immobil così?

RAMIRO

Parto...

FERNANDO

Ma resti?

RAMIRO

(Che eventi mai son questi!)

FERNANDO

I cenni miei

vola tosto a eseguir.

RAMIRO

Che pena o dèi!

Ramiro ->

 

Scena undicesima

Fernando, Teutile, e Motezuma nascosto.

 

FERNANDO

Qual silenzio è mai questo? In te discerno  

principessa un orror, che dà sospetto.

Fosser Ramiro mai

reo di qualche viltà?

TEUTILE

T'inganni assai.

Non è del tutto spenta

nel suo cor la virtù. Sebben nemico,

sente il proprio dover. Di tua vendetta

ministro è sì, ma il sangue mio rispetta.

 

Scena dodicesima

Ritorna frettoloso Ramiro, e detti.

<- Ramiro

 

RAMIRO

German, signor, alla vicina arena,  

fra cento armati legni,

giunge in aria di pace a noi Mitrena.

MOTEZUMA

(Mitrena!)

FERNANDO

Che desia?

RAMIRO

Libera chiede

la venuta, il ritorno, ed a te giura

l'istessa libertà.

FERNANDO

Venga sicura.

RAMIRO

(a Motezuma piano nel partir)

Taci, e celati ancor.

TEUTILE

Respiro un poco.

RAMIRO

(N'abbia cura il destin.)

(parte)

Ramiro ->

 

MOTEZUMA

(Numi, che foco.)  

FERNANDO

Donami, principessa,

libertà per momenti.

TEUTILE

Io non offendo

con la presenza mia l'alto congresso.

FERNANDO

Ma quel riguardo stesso,

ch'io non avrei, forse Mitrena offende.

Parti.

TEUTILE

(Che far degg'io?)

FERNANDO

Parti, così desio.

TEUTILE

Strane vicende.

Teutile ->

 

Scena tredicesima

Fernando, poi Mitrena, ed Asprano.

 

FERNANDO
(ai soldati)

Olà, con ogni pompa  

l'alta donna incontrate.

MOTEZUMA

(Simulata virtù.)

 

<- Mitrena, Asprano

MITRENA

No, no, fermate.  

Ove io comando, e impero,

do l'onor, no 'l ricevo.

MOTEZUMA

(E questo è vero.)

FERNANDO

In ogni forma io devo,

anche ove par, che imperi,

gl'avantaggi scordar con bel pretesto,

ed accordar alle vittorie il resto.

ASPRANO

Che orgoglio!

MOTEZUMA

(Ah non resisto.)

MITRENA

Io non arrivo

sola, qual mi rimiri

in ammanto privato, e in questo loco,

per dar esca al tuo fasto. I tuoi vantaggi

sono ancora pendenti, e sin che resta

pietra a pietra congiunta, e pochi in vita

la vittoria non è (credi) compita.

FERNANDO

Ma sin che quest'acciaro

regger saprò, per vendicar l'offesa

quei pochi ancora non avran difesa.

 
(Motezuma esce con spada alla mano, che tosto gli vien levata da Ramiro, e lui si ritira di nuovo)
 

Scena quattordicesima

Ramiro, e detti.

<- Ramiro

 

MOTEZUMA

(contro Fernando)  

Empio, ma pria morrai!

RAMIRO

Fermati.

(levandogli la spada)

MOTEZUMA

(disarmato)

Oh rio destin.

FERNANDO

(volgendosi al rumore vede Ramiro con spada alla mano)

Ferma, che fai?

MITRENA

(Motezuma? Che vidi!)

ASPRANO

In qual arnese!

FERNANDO

Che mirate occhi miei?

RAMIRO

Tutto è palese.

FERNANDO

Empio con l'armi in pugno?

Che tenti? Ora discerno

qual disegno fomenti. A me quel brando.

RAMIRO

Eccolo.

FERNANDO

In esso mira

la maggior d'ogni colpa. Il mio sospetto

s'accresce con ragion. Olà soldati

vigilate fedeli, e ad ogni ingresso

raddoppiato il presidio,

non esca alcun, se no 'l comando io.

MITRENA

Mi spaventa il comando.

RAMIRO

Odimi almeno.

FERNANDO

Intesi, e vidi appieno.

Di qual delitto mai

la tua nascita oscuri! E chi poteo

darti impulso simil?

MOTEZUMA

(esce impetuoso)  

Io sono il reo.

MITRENA

Ohimè!

ASPRANO

Che miro o stelle!

MOTEZUMA
(a Fernando)

Segui la donna imbelle,

che di te incauta fida,

superbo ad ingiuriar. Piega la fronte,

tu, che il talamo vanti

del maggior dei monarchi, a quest'altero

gran domator dell'universo intero.

FERNANDO

Non m'adular signor. Mira se il cielo

che risorger ti fa, col tuo coraggio

ti guida adesso a tributarmi omaggio.

MOTEZUMA

Empio, che dir vorrai?

FERNANDO

Che in me non puoi

macchia trovar, che la mia gloria adombri,

vo' dir ch'in campo aperto

sino ad ora pugnai; che non pretesi

con arte vil mai procurar vittorie,

che son vergini alfin le nostre glorie.

MITRENA

Ma l'armi tue...

FERNANDO

Con queste

la ragion difendiam del ciel del mondo

e s'è capace poi,

anche un re di delitto, o d'atto indegno

s'usan quell'armi istesse,

per castigar questo monarca, e il regno.

MITRENA

(O dio.)

MOTEZUMA

Di qual delitto...

FERNANDO

È già palese

Motezuma l'insidia. Il tempo, il loco,

le spoglie, che tu menti,

son veraci argomenti

d'una pubblica colpa, e d'un delitto,

che offende ogni ragion, ogni diritto.

ASPRANO

Gelo d'orror.

MITRENA

L'ira crudel pavento.

MOTEZUMA

A qual eccesso omai.

FERNANDO

Soldati, avvinta

resti la regia destra

di servili catene.

MOTEZUMA

Empio...

MITRENA

Crudel che fai?

FERNANDO

Tanto conviene.

RAMIRO

Troppo german...

FERNANDO

Non più. La colpa sua

pubblica al mondo merta,

una pubblica pena.

Olà, s'adempia.

(soldati pongono in catene Motezuma)

MITRENA

Ah no... Ferma... t'arresta...  

stelle, che ingiuria è questa!

Il maggior d'ogni re, con quella pena,

che a un vil plebeo si aspetta,

tu, Fernando, punisci! E voi soffrite

numi del nostro cielo

il sacrilego torto?

(a' spagnoli)

E voi potete

a sì barbaro duce

senza timor, soldati,

e servir e ubbidir... Misero sposo...

sfortunata Mitrena...

o tormento... o rossor... vergogna eterna...

Questa, ingrati, è virtù? Questi i costumi,

che dalla Spagna vostra, e dall'Europa

al nostro mondo oppresso,

a confusion di chi resiste a voi,

portate e seminate illustri eroi?

FERNANDO

Non più: darò a suo tempo

ragion dell'opre mie. Non ho rimorso,

che mi turbi la mente; io so, tu sai,

qual rispetto mostrai, e se sinora

nei militar maneggi

tutte osservai di cavalier le leggi.

 

I cenni d'un sovrano  

impara ad adorar,

quella superba mano

principia ad inchinar,

e il capo altero.

Dalla sua pena un re

sempre lontan non è,

così degl'altri ancor

complici del tuo error

far non dispero.

(parte seguìto da Ramiro)

Fernando, Ramiro ->

 

Scena quindicesima

Motezuma, Mitrena, ed Asprano.

 

MOTEZUMA

Confesso, non discerno  

ove son, con chi parlo! A questo segno

in faccia del mio regno

per confusion, e a mio maggior tormento

mi costringe il destin? Ma non s'estingue

o il valore, o l'ardir. Sposa, a te resta,

cui libera ti dona

al ritorno la via, far mie vendette;

e già che l'empio manca

contro me ad ogni legge, omai procura

che resti almen lo stolto

fra le rovine mie oggi sepolto.

 

Se prescritta è in questo giorno  

sposa amata la mia morte,

non temer, che sempre intorno

spirto errante ti sarò.

O nell'armi, o nei riposi

che fantasmi rigorosi

gl'empi tutti inquieterò.

Sfondo schermo () ()

Motezuma, soldati ->

 

Scena sedicesima

Mitrena, ed Asprano.

 

MITRENA

Parte l'afflitto sposo, e seco porta  

la vergogna, il disprezzo eterni dèi,

voi, ch'il Messico tutto or affliggete,

pietosi difendete

contro questo tiran, e questo mostro,

il pubblico, il privato, il rito vostro;

ed io costante giuro,

che se verso di noi siete clementi,

v'offrirò sull'altar mille innocenti.

 

S'impugni la spada,  

ci vegga l'ingrato

si mora, si cada,

ma sia il nostro fato

di gloria, e d'onor.

O sposo adorato

mi pesa il tuo duolo,

e provo tormento

da questo dolor.

Mitrena ->

 

Scena diciassettesima

Asprano solo.

 

 

Non m'avvilisco ancor. Sebben oppressa  

è la regia possanza, io non dispero

raccor numero tal d'armi, d'armati,

ch'abbian questi pirati

onde sudar l'altera fronte ancora

cento piroghe ogn'ora

altrettante canoe da un cenno solo

pendon dal labbro mio, e poi gran parte

per Mitrena de' suoi, de' casi miei

prenderan nel cimento, i nostri dèi.

 

Nell'aspre sue vicende  

più fiera in me si rende

pietà, fede, ed amor.

Esprimerà il valore

più l'agonie del core

di quel che faccia il labbro

spiegando il mio dolor.

Asprano ->

 
 

Variante aria di Mitrena

Atto I, scena XVI.

 

MITRENA

A svenar il mostro gl'empi  

piombi pur vostra saetta

tutta sdegno, e crudeltà.

Da voi soli, o dèi, l'aspetta

questo regno, i vostri tempi

per giustizia, o per pietà.

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Parte della laguna del Messico, che divide il palazzo imperiale dal quartiere spagnolo, con ponte magnifico da cui restano uniti li due piani; si vedono le reliquie d'una battaglia seguita.

Motezuma
 

Son vinto eterni dèi! Tutto in un giorno

Motezuma
<- Mitrena

Olà che fai?

Motezuma, Mitrena
<- Teutile

Padre t'ascondi

Mitrena, Teutile
Motezuma ->

Oh comando! Oh dovere!

Teutile
Mitrena ->

Che legge è questa mai!

Teutile
<- Fernando, seguito di Fernando, Motezuma

(Motezuma nascosto)

Ferma Teutile. Al mio sospetto dona

(Motezuma scocca l'arco, e ferisce Fernando)

Arrida al colpo mio vindice il fato

Teutile, Fernando, seguito di Fernando, Motezuma
<- Ramiro

German / Armi crudeli

Teutile, Fernando, seguito di Fernando, Ramiro
Motezuma ->

Donde è uscito lo strale?

Teutile, Ramiro
Fernando, seguito di Fernando ->

Mirarti appena ardisco

Ramiro
Teutile ->

Infausto dì, quante sciagure veggo

Ramiro ->

Camera con porta praticabile nel mezzo.

Motezuma
 

(Motezuma vestito alla spagnola)

Numi, se ancor pietosi

(Motezuma in disparte)

Motezuma
<- Teutile, Ramiro

Seguimi / Che ricerchi?

(Motezuma si rivela)

Scostati o vile

(Motezuma nascosto da Ramiro e Teutile)

Motezuma, Teutile, Ramiro
<- Fernando, soldati

Ramiro, il tempo questi

Motezuma, Teutile, Fernando, soldati
Ramiro ->

Qual silenzio è mai questo? In te discerno

Motezuma, Teutile, Fernando, soldati
<- Ramiro

German, signor, alla vicina arena

Motezuma, Teutile, Fernando, soldati
Ramiro ->

Numi, che foco

Motezuma, Fernando, soldati
Teutile ->

Olà, con ogni pompa

Motezuma, Fernando, soldati
<- Mitrena, Asprano

No, no, fermate

Motezuma, Fernando, soldati, Mitrena, Asprano
<- Ramiro

Empio, ma pria morrai!

(Motezuma esce dal nascondiglio)

Io sono il reo

(soldati pongono in catene Motezuma)

Ah no... Ferma... t'arresta...

Motezuma, soldati, Mitrena, Asprano
Fernando, Ramiro ->

Confesso, non discerno

Mitrena, Asprano
Motezuma, soldati ->

Parte l'afflitto sposo, e seco porta

Asprano
Mitrena ->

Non m'avvilisco ancor. Sebben oppressa

Asprano ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena diciassettesima Variante aria di Mitrena
Parte della laguna del Messico, che divide... Camera con porta praticabile nel mezzo. Sala d'udienza pubblica con due sedie nel quartiere de' spagnoli. Campo spazioso corrispondente ad un ampio seno della marina vicino all'accampamento. Parte remota della città con torre. Tempio, ove nel fondo si vede la porta principale chiusa, a lato il simulacro di Uccilibos con l'ara... Gran piazza nella Città del Messico con ornamenti per il trionfo.
Atto secondo Atto terzo

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