Atto secondo

 

Scena prima

Oronteo, Peraspe, coro di Sacerdoti di Marte, Ismano.

Immagine d'epoca ()

Bozzetti

 Q 

Oronteo, Peraspe, sacerdoti di Marte, Ismano

 

ORONTEO

Se dall'orrida tana  

disceso armato stuol d'unni guerrieri,

fulmin di tramontana,

del superbo occidente arde gl'imperi,

nume del quinto ciel da te dipende:

tu, quante volte ascende

nemiche mura, e fiere squadre assale,

vibri pronta per lui l'asta fatale.

PERASPE

Qual dunque omai presume

Colonia ritrovar difesa, o scampo,

se tu guerriero nume

scendi per gl'unni a guerreggiar nel campo?

 

CORO DI SACERDOTI DI MARTE

Dall'oppugnate mura,  

ecco, che a noi ritorna il duce Ismano:

apporti il suo venir lieta ventura.

 

ISMANO

Amici: il signor nostro,  

indarno assale ancor la rea cittade:

nembi di strali, e fulminar di spade,

dal Tebro ivi venuta,

sprezza difenditrice ardita schiera:

ond'egli al coro vostro

sacri ministri, impera,

che innanzi al fiero altar del dio dell'armi,

cadan vittime cento

del bellicoso armento,

e plachin l'ira sua devoti carmi.

ORONTEO

E vittime e preghiere

tante daransi al bellicoso dio,

che vincitrici sien le nostre schiere.

ISMANO

Restate dunque intenti

a' vostri sacri affari:

ed io, là sotto alle nemiche porte,

ritorno ad incontrar vittoria, o morte.

 

Ismano ->

ORONTEO

Ministri: altri di voi nel sacro tempio  

doni allo dio tremendo

gli svenati cavalli:

altri tra 'l suono orrendo

di ripercossi scudi,

guidi intorno all'altar feroci balli:

noi volti al cielo intanto,

della vittoria il dono

al dio trionfator chiediam nel canto.

 

CORO DI SACERDOTI DI MARTE
(in scena)

O fiero Marte, o padre  

della Scizia guerriera,

del sempiterno acciar cingi la fronte:

movi dal Termodonte,

o dalla quinta sfera,

per dar bella vittoria alle tue squadre:

o fiero Marte, o padre,

o dio delle battaglie, accogli i voti

degl'unni a te devoti.

 

sacerdoti di Marte ->

ORONTEO

Fiero Marte, se t'aggrada  

sangue umano,

crud'offerta al guardo atroce:

opra tu, ch'estinto cada

stuol romano

dall'esercito feroce.

PERASPE

Prendi l'asta, e quelle mura

fa' crollare,

cada omai l'avversa terra,

e vedrami in vista oscura,

qui svenare

l'altro avanzo della guerra.

 

CORO DI SACERDOTI DI MARTE
(nel tempio)

Alla tua terribil ara  

fiero Marte,

quest'armento cada esangue:

poscia vittima più cara

giuro darte

di Colonia uccisa il sangue.

 

ORONTEO

Vieni, o Marte: a te la chioma,  

pompa mesta

d'atro sangue orni la morte:

tremi lungi afflitta Roma,

e tempesta,

tal attenda alle sue porte.

PERASPE

Vieni, o Marte, e rio flagello

su que' tetti

scuota l'orrida Bellona,

il furor di lei fratello

là t'affretti,

là nell'armi orribil tuona.

 

CORO DI SACERDOTI DI MARTE
(nel tempio)

Alla tua terribil ara

fiero Marte,

quest'armento cada esangue:

poscia vittima più cara

giuro darte

di Colonia uccisa il sangue.

 

ORONTEO

Il mio re, là per tua gloria  

tende or l'arco,

ed or vibra invitta spada:

a lui rida alma vittoria,

poscia carco

di trionfi al Tebro vada.

PERASPE

Doma tu, gente proterva,

i tuoi cari

alzi al ciel l'altrui ruina:

tremi Italia, e d'esser serva

Roma impari,

se del mondo fu regina.

 

CORO DI SACERDOTI DI MARTE
(nel tempio)

Alla tua terribil ara

fiero Marte,

quest'armento cada esangue:

poscia vittima più cara

giuro darte

di Colonia uccisa il sangue.

 

ORONTEO

Al più riposto altare,  

ove risponder suol idol feroce,

andianne a raddoppiar più forti preghi:

e dalla santa voce

intendiam la cagione,

perché l'usata aita a gl'unni neghi.

 

<- sacerdoti di Marte

CORO DI SACERDOTI DI MARTE
(nel tempio e in scena)

O fiero Marte, o padre,  

o dio delle battaglie, accogli i voti,

degl'Unni a te devoti.

sacerdoti di Marte, Oronteo, Peraspe ->

 

Scena seconda

Coro di Sante vergini, Sant'Orsola, Cordula.

<- sante vergini, Sant'Orsola, Cordula

 

CORO DI SANTE VERGINI

O desiate prede:  

o fortunato acquisto:

morir per la tua fede,

morir per la tua gloria amato Cristo.

 

SANT'ORSOLA

Serve del re del cielo, e fide scorte  

dell'esercito mio:

ecco il promesso giorno, omai presente,

che noi per man di scellerata gente

cadremo in questo suol vittime a dio.

A così dolce effetto,

sinora ho differito

col principe degl'Angli altere nozze,

e le prore ho drizzate a questo lito.

Pegno della certissima novella

ammi pur or portato,

scesa di paradiso anima bella.

O care, o fide amiche,

in celeste parlare, ella m'ha detto,

ch'empie squadre nemiche

degl'Unni micidiali,

col darne oggi qui morte,

ne faranno lassù dive immortali.

Su dunque, or voi, che siete

belle duci dell'altre,

ite, scorrete voi, di schiera, in schiera,

portando il lieto avviso:

sappia ogni fida mia casta guerriera,

ch'oggi trionferemo in paradiso.

 

CORO DI SANTE VERGINI

Pronte siamo, o regina,  

pronte son le tue squadre,

per l'eterno consorte,

ad ogn'aspro tormento, ad ogni morte.

 

SANT'ORSOLA

O cara, o dolce, o sospirata terra,  

porto del mio desire,

principio al mio gioire:

o cara, o dolce terra,

il teatro sarai del mio trionfo,

e 'l fin della mia guerra,

per così caro bene,

tanti baci ti porgo,

quant'hai nel grembo arene,

e voi, voi lieta abbraccio

aure care, e ridenti,

voi tra 'l sangue, e i tormenti,

visto spezzato il mio caduco laccio,

aure prendendo in voi lo spirto mio,

datelo puro a dio.

 

CORO DI SANTE VERGINI

Desiate corone  

datene omai felici

nell'eterna magione.

 

SANT'ORSOLA

Che di' Cordula mia:  

deh qual in te s'addita

non dovuto timore?

Vedi Cordula mia:

breve passo è la vita:

la morte è breve noia:

sempiterna nel ciel regna la gioia.

CORDULA

Regina, io non pavento

qualunque oggi m'avvenga,

per la fé del mio dio, fiero tormento.

SANT'ORSOLA

A sì lieta novella

ti stringo il caro seno,

bacio la cara fronte:

quant'è dolce sorella,

quant'è dolce per Cristo il venir meno.

Sposo dell'alma mia, se nulla oprai,

che fosse a te gradito,

o quando il soglio di real marito

per tua gloria sprezzai,

o quando lungi dalla regia fede,

con tante prese all'infernal tiranno,

dilettissime prede,

verginella trascorsi il mar britanno;

per sì grate memoria, e per quel sangue,

ch'a diffonder per te già pronta sono,

fa' mio signore, e dio,

che del mio casto coro,

segua ciascuna il bel trionfo mio;

ed io contenta moro.

 

CORO DI SANTE VERGINI

Prendine tutte, o cielo:  

egual serbiamo al core

puro ardor, puro zelo.

 

SANT'ORSOLA

Signore: omai tu vedi  

schiere d'umili agnelle,

in preda a' micidial lupi voraci:

deh se cieco desio, negl'empi petti

impuro foco spira;

nell'alme a te rubelle

estingui tu l'abominate faci,

e fa', ch'ardano sol d'orgoglio, e d'ira.

Pur che l'anime belle

tornin, qual le creasti, al patrio cielo:

ogni più fiero scempio

faccia del mortal velo,

congiurato furor di popolo empio.

 

CORO DI SANTE VERGINI

Vieni barbaro crudo,  

sfoga l'empio furore,

trafiggi il seno ignudo,

vibra la spada al cuore.

 

SANT'ORSOLA

Su, di Cristo guerriere:  

su felici donzelle:

veggio pronte per noi dall'auree stelle

scender fulgide schiere.

Su, di Cristo guerriere:

vinca sforzo di fede

i tener anni nostri, e 'l sesso imbelle

o comagne, o sorelle,

o spose del signore, o ben nat'alme,

a' trionfi, alle palme.

Sant'Orsola, Cordula, sante vergini ->

 

Scena terza

Ireo, Orebo.

<- Ireo, Orebo

 

IREO

Orebo: alto timor m'ingombra il petto.  

Tu pur or mi dicesti,

che con purpuree vele

scorreva il vicin mar l'alma mia diva,

or del color istesso

adornate l'antenne,

vedi novelli legni al Reno in riva:

ohimè, l'empia mia sorte,

il mio fiero destino, ohimè non voglia,

ch'ad avverar la minacciata morte

ella col suo bel coro ivi m'accoglia.

OREBO

Deh non immaginar sì rea sventura:

le navi, che tu vedi

forse è novella armata,

dal tiranno degl'Unni

fatta venir contro l'avverse mura.

Né t'inganni il color, che là rimiri:

fors'il barbaro rio, com'egli accenne,

che d'orribile sangue

vuol inondarla combattuta terra.

Il vermiglio colore,

per funesto terrore,

spiega colà sulle superbe antenne:

ma per torti dall'alma mia ogni sospetto,

andronne in riva al fiume,

e d'appresso vedrò, se d'infedele,

o d'esercito pio son quelle vele.

IREO

Vanne, e tosto mi porta, o morte, o vita.

OREBO

Lasso me, che purtroppo,

mentre gl'altri assicuro,

tremo in me stesso, e immenso danno auguro.

IREO

O, se come indovina,

l'agitato pensiero

anima mia sia vero,

che tue sien quelle navi: a qual ruina

ti veggio giunta? A qual insidie esposta

la real onestade, e la tua vita?

Tua pietade infinita

opri signor del cielo,

ch'a quelle mura appresso,

pria, che farne sentir l'estremo danno,

dal latin ferro oppresso,

cada col popol rio l'empio tiranno.

Orebo, Ireo ->

 

Scena quarta

Arimalto, Gauno, Ismano, Tribuno de' romani dalle mura, coro d'Unni.

<- Arimalto, Gauno, Ismano, unni

 

ARIMALTO

Mentre, che gl'altri stanchi  

nel dato assalto alle nemiche torri,

là respiran' in parte

dal faticoso Marte;

questo nobil drappello

d'invitti cavalier, fulmin di guerra,

ti supplica signore,

poter quinci chiamare a fier duello

altrettanti guerrier di quella terra.

Sdegna il lor nobile core

comun con la turba,

aver di guerra i vanti:

e di più chiaro onore

brama illustrarsi al suo signore innanti.

GAUNO

Ardimento sì degno

tempra dal vano assalto

il concepito in me giusto disdegno.

Fortissimi guerrieri

s'altrettanti il mio campo

nutrisse a voi simili, arditi petti,

già mirerei per terra

quegl'odiosi tetti,

e 'l cor d'Italia premerei col piede.

Ite: pugnate, ed al valor eguale

attendete mercede.

Tu, sotto il vicin muro

porta l'alta disfida, o forte Ismano:

di', che 'l campo assicuro

al nemico romano,

e che per Giove altissimo lo giuro.

ISMANO

Grazie signor ti rendo,

e sotto il forte gl'inimici chiamo.

 
Disfida degl'unni a' romani.
 

 

Udite, o voi, che non osando in campo

venir col nostro esercito a battaglia,

entro chiusa muraglia

cercate, anime vili, indegno scampo;

udite la magnanima disfida,

onde schiera degl'Unni

la romana viltà rampogna, e sgrida.

O femmine romane:

stan le timide fiere

ascose entro le tane:

ma l'anime guerriere

escono in campo ad affrontar le schiere.

Romani sol di nome:

se v'è petto tra voi,

in cui regni d'onor brama gentile,

da quel chiuso ovile,

oggi contro di noi,

a battaglia mortale

esca tosto di voi numero eguale.

Libero a tutti il campo

il mio signor concede:

e per Marte, e per Giove egli vi giura

salda la regia fede.

Codardi, uscite omai da quelle mura,

e per legge di guerra

i vinti cavalieri

de' vincitor sien prede.

Io dell'offerta pugna, ecco per segno

l'alte merlate cime,

questo mando a ferir dardo sublime.

 
Risposta alla disfida.

<- Tribuno

 

TRIBUNO
(dalle mura)

Vilissimi ladroni, arpie de' regni,  

a suo tempo vedrete,

non ignobili fiere,

ma leoni, e pantere,

da questi cari alberghi usciti fuore,

venirvi a disbranar le membra, e 'l core.

Tosto v'accorgerete

alla prova dell'armi,

se siam' petti virili,

o femminelle vili.

Diranvi le nostr'opre, e 'l sangue vostro,

diranvi, se di noi ciascun si noma

degno figlio di Roma.

Verremo, e diece, e diece, e cento, e cento,

fuori del chiuso muro:

poco, o nulla ne cale,

che sia fido il re vostro, o sia spergiuro:

ad ogni rischio il nostro duce intento,

del perfido tiranno

poco stima la forza, e men l'inganno.

Su dalle porte uscite

valorosi compagni,

e gl'insolenti barbari assalite.

 
Si fa la battaglia di tanti per parte, perdono gl'Unni, il Re mancando di fede, spinge l'Esercito contro i Romani vincitori, per entrar con essi loro nella città.

<- soldati romani

 

GAUNO

Manchisi pur di fede;  

oltragginsi pur tutti uomini, e dèi;

io non voglio soffrire

di mirar prigionieri i servi miei.

Guerrier, gl'amici vostri

ritogliete a coloro:

o passate con loro

a viva forza entro l'avverse porte.

CORO D'UNNI

Guerra, guerra, furore, incendio, e morte.

 

CORO DI CRISTIANI

Precipiti  

da quelle mura

il re fierissimo,

che 'l ciel non cura.

Di fulmini

cadan tempeste,

che tutte abbattano

l'inique teste.

Disserrisi

l'infernal chiostro

e 'l mondo liberi,

dal crudo mostro.

Ondeggino

di sangue i campi,

del crudo esercito

non sia chi scampi.

Aitane

celeste padre,

al giogo togline

dell'empie squadre.

Sfondo schermo () ()

 

Padre eterno del ciel, che d'aurei lampi  

vesti il sole, e le stelle;

so ben, che tu ne' tormentati campi

hai per l'alme rubelle

di fiamme punitrici orrendi laghi.

Hai pitoni, e chimere,

e portentosi draghi,

e mille orride furie, e mille fiere:

ma s'anco in vita fere

tua destra onnipotente, anima rea

s'induce il mondo a più temere Astrea.

Qual mostra esempio il regnator d'Egitto

a' superbi tiranni?

Ei, nel vermiglio mar, da te trafitto

trasse Israel d'affanni:

così spada del ciel dimostra agl'empi,

ch'in terra ancora arriva.

Ma deh, novelli esempi

ricerchiamo del Tebro in sulla riva:

ivi, mentre infieriva

più l'orgoglioso cor, tra l'atre spume,

Massenzio rio precipitò nel fiume.

Mira, giusto signor, l'unno rapace,

qual sotto Tebe antica

il fulminato assalitore audace,

di quella terra amica

premer' i tetti, e minacciare il cielo.

Scenda divina piaga

di fulminante telo:

o sovra l'empio capo il Reno allaga.

Signore, il mondo appaga

di sì bramata vista, e sì gradita,

che la morte dell'empio al giusto è vita.

Signor, a te, noi miserabil' alme,

mesta turba piangente,

alziam le voci, e percottam' le palme:

mira tua fida gente,

col volto afflitto, e le ginocchia a terra

sparger di polve il crine,

e della lunga guerra

battendo i petti, supplicare il fine.

S'alle piagge divine

giusto prego mortale, oggi se n' vola,

signor, doma quest'empio, e noi consola.

 

Fine (Atto secondo)

Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto Atto quinto

La scena si rappresenta appresso le mura di Colonia Agrippina: vedesi da una parte un tempio con l'idolo di Marte, e dall'altra un bastione, che si sporge in fuora dal resto delle mura: nella lontananza apparisce la città di Colonia, il fiume Reno, e più oltre la campagna dove sono attendati gl'unni.

Oronteo, Peraspe, sacerdoti di Marte, Ismano
 

Se dall'orrida tana

Coro di Sacerdoti di Marte
Dall'oppugnate mura

Amici: il signor nostro

Oronteo, Peraspe, sacerdoti di Marte
Ismano ->

Ministri: altri di voi nel sacro tempio

Coro di sacerdoti di Marte
O fiero Marte, o padre
Oronteo, Peraspe
sacerdoti di Marte ->

Fiero Marte, se t'aggrada

Coro di sacerdoti di Marte
Alla tua terribil ara

Vieni, o Marte: a te la chioma

 

Il mio re, là per tua gloria

 

Al più riposto altare

Oronteo, Peraspe
<- sacerdoti di Marte
Coro di sacerdoti di Marte
O fiero Marte, o padre
sacerdoti di Marte, Oronteo, Peraspe ->
<- sante vergini, Sant'Orsola, Cordula
Coro di sante vergini
O desiate prede

Serve del re del cielo, e fide scorte

Coro di sante vergini
Pronte siamo, o regina

O cara, o dolce, o sospirata terra

Coro di sante vergini
Desiate corone

Che di' Cordula mia

Coro di sante vergini
Prendine tutte, o cielo

Signore: omai tu vedi

Coro di sante vergini
Vieni barbaro crudo

Su, di Cristo guerriere

Sant'Orsola, Cordula, sante vergini ->
<- Ireo, Orebo

Orebo: alto timor m'ingombra il petto

Orebo, Ireo ->
<- Arimalto, Gauno, Ismano, unni

Mentre, che gl'altri stanchi

Arimalto, Gauno, Ismano, unni
<- Tribuno

Vilissimi ladroni, arpie de' regni

Arimalto, Gauno, Ismano, unni, Tribuno
<- soldati romani

(battaglia di tanti per parte, perdono gl'unni, il re mancando di fede, spinge l'esercito contro i vincitori, per entrar con essi loro nella città)

Manchisi pur di fede

Coro di cristiani
Precipiti da quelle mura
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta
Prospettiva di Firenze. Apresi una voragine, dove si vede un lago di fiamme. La scena si rappresenta appresso le mura di Colonia Agrippina: vedesi da una parte un tempio con l'idolo... La scena si rappresenta appresso le mura di Colonia Agrippina: vedesi da una parte un tempio con l'idolo... La scena si rappresenta appresso le mura di Colonia Agrippina: vedesi da una parte un tempio con l'idolo... La scena si rappresenta appresso le mura di Colonia Agrippina: vedesi da una parte un tempio con l'idolo... La scena si rappresenta appresso le mura di Colonia Agrippina: vedesi da una parte un tempio con l'idolo... Bellissimo paradiso, trionfo.
Prologo Atto primo Atto terzo Atto quarto Atto quinto

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